The Rental: la recensione del thriller-horror su Amazon Prime Video
Disponibile in streaming su Amazon Prime Video il film che segna l'esordio della regia di Dave Franco, che lo ha scritto assieme a Joe Swanberg. Un thriller dall'andamento lento e dilatato, dove la violenza esplode improvvisa e in primo piano ci sono sempre gli intrecci relazionali e psicologici tra i protagonisti. Recensione di Federico Gironi.
Lo spettatore più impaziente sia avvisato: The Rental non è uno di quei film che, rimando a cavallo tra il thriller e l’horror, giocano di continuo al rialzo, e bombardano chi guarda di situazioni esplosive e grondanti terrore e violenza.
Quello che è segna l'esordio nella regia di Dave Franco, fratello minore meno flamboyant del più noto e iperattivo James, è al contrario uno di quei film che gli americani definiscono slow burn, a cottura lenta: un film dove la tensione viene costruita lentamente, pazientemente, attraverso tempi dilatati e la messa in scena di situazioni apparentemente innocenti.
La trama è semplice. Elementare. Un classico del genere.
Quattro amici (due coppie, la cui composizione non è casuale), un weekend lontano da tutto e da tutti, una splendida casa affacciata sull'Oceano e affittata su internet. E ancora: un affittante sgradevole e razzista, un po' di droga, tensioni sessuali, la scoperta di telecamere nascoste, il crescere del panico e della tensione.
A lungo, però, Franco - che ha scritto il film assieme a Joe Swanberg, che è stato uno dei papà del mumblecore, e si sente - sembra voler concentrarsi più sulla tessitura dei rapporti dei suoi protagonisti più che su misteri e risvolti inquietanti.
Perché il tema del rapporto speciale tra Charlie e Mina, due soci in affari che devono festeggiare un contratto appena firmato, e che rende in qualche modo gelosi la moglie dell'uno, Michelle, e il fidanzato dell'altra, Josh, è raccontato in modo esplicito. Così come lo sono il difficile rapporto di fratellanza tra Charlie e Josh (il primo uomo di successo, il secondo un combinaguai che ha sensi d'inferiorità anche nei confronti della sua brillantissima fidanzata), lo smarrimento fintamente ingenuo di Michelle, e perfino il tema della discriminazione razziale che tocca Mina, di origini medio-orientali.
Il tema del razzismo qui è un finto macguffin. Un abile depistaggio di Franco e Swanberg, come dimostrerà il progressivo disvelamento degli eventi.
È anche, magari, un ammicco non strettamente necessario alla situazione socio-politica degli Stati Uniti di oggi, ma soprattutto è parte di quel grande intreccio di questioni relazionali che hanno come valore primario quello di animare la trama, al tempo stesso, regalare uno statuto di realtà ai personaggi che la animano (e che pure sono supportati da interpretazioni sopra alla media del genere), fornendo loro un terreno solido e non pretestuoso per giustificare certe loro scelte. Scelte che, come spesso accade in questo genere di film, devono contravvenire alla logica della vita quotidiana, pena il non procedere degli eventi e della tensione.
La verità dietro quelle telecamere nascoste, e dietro l'individuo misterioso che le ha piazzate, non ha nulla a che vedere con le dinamiche tra i quattro, né col razzismo.
Franco e Swanberg lavorano piuttosto sull'indeterminatezza, e sull'astrazione. Forse anche in maniera furba e, nel finale, vagamente opportunista, ma comunque capace di incutere un'ansia sottile.
Svelate le carte, The Rental cambia marcia: niente più calma e dilatazione, la violenza esplode, e tutto diventa frenetico, per poi placarsi nuovamente una volta estinta una sete di sangue apparentemente priva di ragioni razionali.
Lì dove ci conducono Franco e Swanberg - aiutati dai loro attori: Dan Stevens, Alison Brie, Sheila Vand, Jeremy Allen White - è in quel terreno scivoloso e tutto contemporaneo, modernizzando e rendendo contemporaneo, in fondo, un tema che nell'horror è sempre stato centrale: quello della casa, dell'abitazione, del luogo prima estraneo che deve diventare proprio, e intimo; o che da proprio e intimo si tramuta in estraneo. Quel terreno che il dilagare di Airbnb e realtà similari ha reso fertile per chiunque volesse cimentarsi con un'elaborazione di genere: magari, arrivando anche a conclusioni teoriche o pratiche più incisive e meno ambigue di The Rental.
- Critico e giornalista cinematografico
- Programmatore di festival