The Aeronauts: recensione del thriller nei cieli con Felicity Jones ed Eddie Redmayne presentato alla Festa di Roma
Un'avventuriera e uno scienziato che sfidano altezze da brividi con una mongolfiera a gas a metà Ottocento.
Tratto da una storia vera. Quante volte abbiamo letto queste parole che sembrano cruciali per sedurre gli spettatori, per insaporire la storia che si sta per raccontare con un bell’esaltatore di sapidità. Parole che sembrano sedurre in particolare i membri dell’Academy quanto arriva quel momento dell’anno. Se poi aggiungiamo che in The Aeronauts il regista, Tom Harper, si affida a due specialisti del genere come i protagonisti de La teoria del tutto, Felicity Jones e, soprattutto, Eddie Redmayne, capace di convertire ogni smorfia da sforzo mimetico in una qualche statuetta. A confortare chi non ama il genere va detto che qui ci sono elementi da survival thriller originali e inconsueti per un affresco in costume ambientato nel pieno della Londra vittoriana.
Siamo infatti nel 1862, quando l’audace pilota di mongolfiere Amelia Wren, eccentrica per l’epoca ai limiti dell’accettabile, come donna e come viaggiatrice dei cieli, si allea con il meteorologo James Glaisher per volare più in alto di quanto l’uomo fosse mai riuscito prima. L’una per il gusto dell’esplorazione, l’altro per perfezionare l’embrionale scienza metereologica; del resto, per gli inglesi discorrere con esattezza del tempo è cruciale quanto inondare di latte il tè. Un viaggio oltre i limiti nel pieno dell’epoca d’oro delle grandi esplorazioni dei luoghi ancora inesplorati del pianeta, che questa volta si spinge in verticale, verso il cielo, le stelle e lo spazio. Un punto di vista meno consueto che regala maggiore originalità al film, così come alcune belle sequenze spettacolari con gli effetti speciali al punto giusto.
Il mondo da lassù appare diverso, e il viaggio dei due assume il valore di una ricerca di senso e della propria collocazione nella società che dal cielo quasi non si vede più. Non a caso il peso, da aggiungere e poi togliere, avrà una valenza narrativa, ma ovviamente anche metaforica, nell’avventura dei due. Che poi in realtà sono tre, visto che Amelia porta con sé la fantasmatica ma decisiva presenza del marito, morto drammaticamente in una precedente avventura in mongolfiera, con tanto di sacrificio personale per salvarla e permetterle di riuscire a volare ancora più in alto.
Un’avventura la cui protagonista è una donna coraggiosa. È lei in prima persona a sfidare i limiti umani, è lei l’esperta di mongolfiera, mentre lo scienziato è decisamente molto meno a suo agio con l’azione. Un record impressionante, il loro, che li portò fino a quasi 12 mila metri, praticamente la quota di crociera di un aereo di oggi, sfidando un freddo più che polare e condizioni a dir poco estreme. Certo, il film talvolta dà la sensazione di permettersi qualche licenza e di forzare un po’ la verosimiglianza, però gli amanti delle storie vere di piccoli e grandi eroi coraggiosi, quelli che sfidano i limiti dell’umanità, saranno ricompensati da un filmone con drammi e lacrime, epica in sala retorica e recitazione certo non minimalista. Meglio Felicity Jones, per quanto ci riguarda, ma se amate la voce caratteristica di Eddie Redmayne e le sue proverbiali smorfie, allora non rimarrete delusi.
- critico e giornalista cinematografico
- intervistatore seriale non pentito