Shrooms - recensione dell'horror diretto da Paddy Breathnach

22 agosto 2008

Un gruppo di studenti americani sbarca in Irlanda del Nord per un weekend nei boschi a base di funghetti allucinogeni, guidati da un local di cui è innamorata una delle turiste. Ma il trip dei ragazzi non sarà tanto felice e piacevole. Al suo primo film horror Paddy Breathnach tenta una via personale allo slasher, ma ci pare che le sue...

Shrooms - recensione dell'horror diretto da Paddy Breathnach

Shrooms - la recensione

Che oggi, in campo di cinema horror, essere originali sia difficilissimo appare un dato di fatto. Anche paradossale, considerata la natura del genere ed i tempi oscuri che andiamo vivendo. Ma dove non si riesce ad essere originali (o perlomeno intelligenti, anche se le due cose spesso coincidono) bisognerebbe perlomeno perseguire l’efficacia del racconto e dei personaggi. Purtroppo Shrooms appare privo sia di originalità che di efficacia, andando ad infoltire la già troppo nutrita schiera di film dell’orrore senza i quali si sarebbe vissuti ugualmente bene, se non meglio.

L’unico elemento personale – di per sé già discutibile – che il regista Paddy Breathnach e lo sceneggiatore Pearse Elliott si sono concessi è quello relativo allo spunto di partenza: ovvero il racconto delle vicende di un gruppo di ragazzi che, per via dei trip indotti dai funghetti allucinogeni con i quali hanno pasteggiato, si suppone debba far chiedere allo spettatore se quello che vede attraverso gli occhi dei protagonisti è per l’appunto realtà o allucinazione. Ma per spingere a porsi una domanda del genere sarebbe necessario rendere il racconto interessante e capace di incuriosire. Fin dalle sue prime battute invece Shrooms appare come un film dotato di ben poco nerbo, con un gruppo di personaggi nel quale vengono rappresentati diversi stereotipi dell’horror contemporaneo (e non) incapace di suscitare la benché minima simpatia. Ulteriore paradosso, visto che – perlomeno dalle impressioni post visione e da alcune dichiarazioni – il regista mirava più a profilare psicologicamente i suoi protagonisti che non a scioccare il suo pubblico con gore ed effettacci.

Parlando di Shrooms qualcuno ha tirato in ballo influenze provenienti dalle più recenti derive orientali del genere: personalmente non ne abbiamo viste, ma abbiamo invece purtoppo assistito ad un campionario di situazioni e personaggi, affastellati alla bell’e meglio, che vorrebbero richiamare lo slasher tradizionale, l’horror psicologico, mostruosità redneck di stampo statunitense e persino il sovrannaturale. Così facendo, tra figure incappucciate che paiono uscite da The Village, manicomi sulla collina stile Session 9, bifolchi ritartadi e patinatissime e scontate sequenze di trip micotico, Breathnach fa scorrere il suo film senza mai avvincere o convincere. Fino ad un finale che giocato meglio avrebbe anche potuto essere efficace (ma assolutamente non originale), ma che invece si presenta telefonato e scontato, incapace di suscitare almeno un ultimo brivido lungo la schiena degli appassionati dei film de paura.



  • Critico e giornalista cinematografico
  • Programmatore di festival
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