Back to the Future, un capolavoro senza tempo

22 ottobre 2010
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Avete uno zio in prigione, una madre alcolista, un padre goffo e incapace e il vostro migliore amico è uno scienziato pazzo. Inoltre siete recidivi nei ritardi a scuola e avete preso l'ennesima nota, vi hanno escluso dalle audizioni musicali perché la vostra la band è troppo "rumorosa"

Back to the Future, un capolavoro senza tempo


Avete uno zio in prigione, una madre alcolista, un padre goffo e incapace e il vostro migliore amico è uno scienziato pazzo. Inoltre siete recidivi nei ritardi a scuola e avete preso l'ennesima nota, vi hanno escluso dalle audizioni musicali perché la vostra la band è troppo "rumorosa" e l'auto di famiglia, che avreste dovuto usare per uscire con la vostra ragazza, è stata sfasciata dal capoufficio di vostro padre. Quanto lontano potreste mai andare? Se il vostro nome è Marty McFly andrete molto lontano. Un viaggio di trenta anni nel passato è ciò che il destino ha riservato per voi.

Venticinque sono invece gli anni trascorsi da quando Ritorno al futuro uscì nei cinema. Era il 1985, un quarto di secolo fa. Con la ricomparsa degli sneakers retrò ai piedi e gli orologi digitali ai polsi dei 30/40enni, gli anni 80 sono progressivamente tornati in auge tra il nostalgico e gusto del vintage, mentre Ritorno al futuro solcava le correnti culturali fino ad oggi collocandosi al di sopra di ogni moda. Con questo film Robert Zemeckis e Bob Gale, che ne sono gli artefici, hanno deposto una pietra nell’industria hollywoodiana che ha dato l’avvio ad una nuova Hollywood in cui un film di genere poteva diventare un successo multi-genere. Era il periodo dei teen-movie (ritornato tra l’altro anche oggi sotto varie forme, dai musical ai vampiri) e i due ne hanno cavalcato l’onda e con intelligenza hanno aggregato alla commedia adolescenziale elementi di fantascienza e avventura.

È vero, però, che senza Steven Spielberg i dirigenti della Universal non sarebbe stati convinti dell’importanza di ricominciare da zero dopo 5 settimane di riprese, bruciando così 3 milioni di dollari, perché Eric Stoltz l'attore ingaggiato per essere Marty McFly non era la scelta giusta. Ed è vero che senza Michael J. Fox che il destino ha voluto su questo set a tutti i costi, era lui la vera la prima scelta, l'equilibrio della commedia tra farsa, dramma e sentimento non avrebbe retto. Ed è vero che senza Christopher Lloyd uno scienziato pazzo come Doc non sarebbe diventato memorabile. Ed è vero anche che senza la DeLorean modificata dai tecnici degli effetti speciali l'elemento science-fiction non sarebbe diventato addirittura leggendaria. E chissà come sarebbe stato George McFly senza l'interpretazione sopra le righe di quel genio sregolato di Crispin Glover che si è precluso il ritorno nei due sequel per richieste economiche fuori proporzione.

Ma tutto questo non avrebbe funzionato se Zemeckis a Gale non avessero scritto una storia perfetta, una sceneggiatura ad incastri dove ogni singola scena ed ogni singola battuta sono frammenti indispensabili per l’evoluzione della trama. Ritorno al futuro è uno dei rari film che portano il pubblico ad un senso di completezza crescente fino ai titoli di coda. La sequenza d’apertura, d’altra parte, lo annuncia implicitamente con quella panoramica sugli orologi (il tempo), il ticchettio (la scansione degli eventi) e gli ingranaggi che li tengono in marcia (gli incastri del filo narrativo) sono elementi fondamentali ed imprescindibili. La presentazione del personaggio di Marty McFly, ad esempio, è da manuale del buon sceneggiatore. Nei primi dieci minuti riceviamo soltanto (e sarà sempre così per tutti i personaggi) informazioni utili per la composizione del quadro generale. Nell’ordine: Marty entra in un ambiente non ordinario nel quale è di casa (usa la chiave sotto lo zerbino per aprire), sa andare sullo skateboard, suona la chitarra, è sempre in ritardo, a scuola è considerato fannullone come era suo padre, coltiva ambizioni musicali, ha una ragazza che gli lascia il numero della nonna su di un volantino per farsi venire a prendere in macchina. L’invito rivolto a chi legge è quello di ricollegare ognuna di queste informazioni alle scene successive che le mettono a profitto.

Il cinema ha il potere di rendere immortali i capolavori che del cinema ne fanno arte. Ritorno al futuro più che arte è artigianato, artigianato di ottima fattura e puro intrattenimento. Robert Zemeckis ha diretto un film su di un viaggio nel tempo destinato ad essere senza tempo. E questo è un evidente paradosso, come quelli che secondo il Dott. Emmett Brown detto Doc distruggono l’universo.




  • Giornalista cinematografico
  • Copywriter e autore di format TV/Web
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