Ragione e sentimento è un film del 1995 diretto da Ang Lee, basato sull’omonimo romanzo di Jane Austen. Le protagoniste della vicenda sono le donne della famiglia Dashwood, rimaste indebitate a seguito della morte del capofamiglia. La loro tenuta di Norland è legalmente eredità del fratellastro John (James Fleet), un uomo buono ma succube dell’arcigna e dispotica madre Fanny (Harriet Walter). La donna chiede a suo figlio a non dividere equamente l’eredità e si appropria della casa, permettendo alle donne di restare. Il clima di tensione, tuttavia, spinge Mrs Dashwood (Gemma Jones) a lasciare la proprietà e a trasferirsi con le figlie Elinor (Emma Thompson), Marianne (Kate Winslet) e Margaret a Barton Park, ospiti del cugino Sir John Middleton (Robert Hardy). Elinor si innamora del fratello di Fanny, Edward Ferras (Hugh Grant), mentre il glaciale colonello Brandon (Alan Rickman) è affascinato da Marianne.
Un giorno, Margret e Marianne si recano a passeggio ma, a causa di una torrenziale pioggia, la sorella maggiore scivola, slogandosi la caviglia. Marianne è prontamente soccorsa dall’affascinante John Willoughby (Greg Wise), la cui prestanza impressiona tutta la famiglia. John e la ragazza si frequentano quotidianamente e lei si innamora perdutamente del suo salvatore, convinta di essere ricambiata. Willoughby, tuttavia, parte per Londra, ignora le lettere di Marianne e, al suo ritorno, annuncia di essersi fidanzato con Miss Grey. Elinor, intanto, scopre l’amara verità sul conto di Willoughby e incontra Lucy Steele (Imogen Stubbs), la fidanzata segreta di Edward. Qualche giorno più tardi, la signora Ferras scopre la relazione clandestina di Edward e lo disereda. L’uomo è accolto dal colonnello che gli propone di guidare la parrocchia di Delaford. Quando a Barton Park giunge la notizia che il signor Ferras e Lucy sono convolati a nozze, e Mr Brandon si mostrerà impavido e altruista, le sorelle Dashwood dovranno trovare un equilibrio tra ragione e sentimento.
Ang Lee si è mosso tra questi intrighi ottocenteschi ambientati nella provincia inglese (siamo nel Devonshire) con la sua abituale grazia venata di umorismo (il testo gliel'ha scritto Emma Thompson che qui recita nella parte di Elinor): i costumi, le cornici, quella mentalità pre-vittoriana così negativa e oppressiva nei confronti della condizione femminile è riuscito ad evocarli con nitido vigore, ora affidandosi a modi gentili ora consentendosi impennate risentite, senza cedere mai, però, a facili polemiche. Tutto così - il dolore, l'amore, la povertà, la ricchezza, le caste e le classi sociali - riesce sempre a diventare occasione piacevole di spettacolo, qui con il garbo necessario, là anche con una certa durezza narrativa solo smussata, a tratti, da qualche guizzo leggero d'ironia. Con il sussidio, spesso molto attento e partecipe, delle interpreti principali, non solo Emma Thompson, ormai a suo agio in ogni parte e qui particolarmente tesa e impetuosa nel carattere di Elinor, ma anche Kate Winslet (già vista in Creature del cielo) nel personaggio tutto passioni incontrollate di Marianne. Sempre più deludente, invece, Hugh Grant nei panni di Edward, ridotto a una silhouette di maniera, vacua ed esteriore. Comincio a pensare che le aspettative con cui avevamo salutato i suoi esordi in Maurice fossero mal riposte. (il Tempo, Gian Luigi Rondi, 13/3/96)La storia delle due sorelle - l'ironica e pragmatica Elinor e la romantica e veemente Marianne - che devono imparare a convivere con inedite e spinose problematiche finanziarie ed amorose, risulta dettagliata senza un guizzo stilistico, un contrappunto tagliente, una svisata creativa, un po' di sincero sense of humour. S'accomodi chi s'accontenta di rimirarsi nella bella impaginazione, in un cinema inscenato, costumato, fotografato e musicato con perizia, animato da bravi attori (tra cui l'ormai invadente Emma Thompson), ma impietosamente ed inequivocabilmente convenzionale. Pensierino aggiuntivo: sarà sensato ipotizzare che la settima arte entri nel Duemila accompagnata da una pantomima di mobili Chippendale e tè delle cinque, passeggiate sui prati e schermaglie salottiere a base di "Buongiorno, signorina Dashwood", "Certamente, Sir John" o "Ecco il colonnello Brandon"? (Il Mattino, Valerio Caprara, 12/3/96) Il lavoro di Ang Lee, di Luciana Arrighi, dell'operatore Michael Coulter e della costumista Jeanny Beavan, s'appoggia sull'adattamento, ossia sul modo in cui Emma Thompson ha sceneggiato e dialogato il romanzo. Non appartengo alla setta degli "janeites" e, perciò, non so cogliere quanto di thompsoniano sia stato versato nel vino austeniano (è una colpa?) ma ritengo che sia stata rispettata la dote principale della scrittrice: il genio comico. Ragione e sentimento è il raro caso di una storia lacrimosa che si risolve in una commedia appoggiata all'ironia e all'umorismo. In questa vicenda il cui motore centrale è il denaro (la mancanza di denaro che spiega nelle due sorelle l'ansiosa ricerca di un marito), la lucidità dello sguardo è conservata nel quadro di una struttura espositiva agile, che non fa sentire i 135 minuti della sua durata. Al servizio di un gruppo di personaggi dove i deboli sono gli uomini e l'unica arpia è una donna, c'è un'affiatata squadra di attori inglesi dov'è impossibile stabilire una gerarchia di bravura. Non è esclusa dagli elogi la Thompson che con i suoi trentasei anni impersona la 19enne Elinor, così degna nel suo "self-control". Sembra che abbia accettato la parte soltanto per le insistenze di produttrice e regista. Hanno fatto bene a insistere. (Il Giorno, Morando Morandini, 10/3/96)Sotto lo smalto gentilizio, le conversazioni brillanti, le buone maniere di cui è fatto il film, si intravvede il profondo orrore della condizione femminile dell'Ottocento (e oltre), la ferocia dei rituali sociali, la perfidia del galateo, la fatica di adeguare, appunto, ragione e sentimento, senno e sensibilità, buon senso e passioni senza farsi stritolare.
Agli Oscar del 1996, il film ottenne sette candidature e trionfò nella categoria ‘Miglior sceneggiatura non originale’.
Hugh Laurie era la prima scelta per interpretare il colonello Brandon, prima di dare la parte ad Alan Rickman.
Hugh Grant accettò di ridurre il suo salario per far rientrare le spese del film nel budget previsto.
Fanny (Harriet Walter): Amare è molto bello, ma sfortunatamente non possiamo sempre confidare che il cuore ci conduca nelle direzioni più confacenti.
Marianne (Kate Winslet): Il tempo da solo non determina l'intimità. Sette anni possono non bastare a due persone per conoscersi e sette giorni possono essere più che sufficienti per altri.
Marianne (Kate Winslet): Sempre rassegnazione e sopportazione. Sempre prudenza, e onore, e dovere...Elinor, dov'è il tuo cuore?
Elinor (Emma Thompson): Cosa ne sai del mio cuore? Cosa conosci tu, oltre la tua sofferenza? Per settimane ho vissuto con questo peso, qui dentro, senza potermi liberare, confidandomi con qualcuno. Mi è stato imposto proprio dalla persona che reclamando i suoi diritti ha distrutto le mie speranze. Ho sopportato la sua crescente esaltazione, ben sapendo che mi stava dividendo da Edward per sempre. Credimi Marianne, se non fossi stata costretta al silenzio, avresti conosciuto ancora più infranto del tuo.
Edward (Hugh Grant): Sono venuto senza alcuna speranza, solo per dichiarare, ora che ho la libertà di farlo, che il mio cuore è, e sarà per sempre...vostro.
Tratto dal romanzo di Jane Austen
Attore | Ruolo |
---|---|
Emma Thompson | Elinor Dashwood |
Kate Winslet | Marianne Dashwood |
Hugh Grant | Edward Ferrars |
James Fleet | John Dashwood |
Emilie François | Margaret Dashwood |
Robert Hardy | Sir John Middleton |
Oliver Ford Davies | Signorina Grey |
Josephine Gradwell | Cameriera |
Alexander John | Curato |
Gemma Jones | Signora Dashwood |
Hugh Laurie | Signor Palmer |
Isabelle Amyes | Betsy |
Ian Brimble | Thomas |
Richard Lumsden | Robert Ferrars |
Eleanor McCready | Signora Bunting |
Allan Mitchell | Pigeon |
Alan Rickman | Colonnello Brandon |
Elizabeth Spriggs | Signora Jennings |
Greg Wise | John Willoughby |
Imogen Stubbs | Lucy Steele |
Harriet Wakter | Fanny Dashwood |
Lone Vidahl | Dottor Harris |
Tom Wilkinson | Signor Dashwood |
Imelda Staunton | Charlotte Palmer |
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