Pertini - il combattente: recensione del documentario sulla figura del Presidente più amato dagli italiani

15 marzo 2018
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Un film di Giancarlo De Cataldo e Graziano Diana.

Pertini - il combattente: recensione del documentario sulla figura del Presidente più amato dagli italiani

Provoca una sensazione particolare rievocare la popolarità estrema di un politico italiano. In questi tempi di totale disistima nei confronti della nostra classe dirigente, spesso guidata da colpevoli populismi verso il terreno malsano dello sfascismo qualunquista, veder sfilare Sandro Pertini e intorno a lui folle plaudenti provoca inevitabile nostalgia. Non solo per chi visse quegli anni di presidenza, ma anche per i giovani, pubblico di riferimento del documentario Pertini - il combattente, che Giancarlo De Cataldo ha adattato, insieme a Graziano Diana, da un suo libro di qualche anno fa. 

Raccontato da De Cataldo in prima persona a un gruppetto di ragazzi, per cui la figura del Presidente è avvolta in ricordi trasmessi collettivamente e poco più: dall’esultanza per la vittoria della nazionale di calcio ai mondiali di Spagna ’82 agli informali discorsi di fine anno dalla sua amata Val Gardena.

La struttura è leggera, evita la pedanteria e un linguaggio retorico, poco adatto al personaggio. Meglio recuperare le canzoni che l’hanno citato o alcune delle tante strisce dedicate a Pertini da Andrea Pazienza, che in una Prima repubblica afflitta da malversazioni e corruzione lo vedeva come '’ultimo esemplare di una razza di uomini duri ma puri come bambini". La durezza del combattente non viene nascosta dal film, raccontando l’impegno politico, il prematuro arresto e il carcere al confino per quasi quindici anni, la lotta partigiana, l’idea di un attentato, poi abortita, contro dei gerarchi nazisti riuniti nel Teatro Adriano di Roma, alla maniera di Tarantino in Bastardi senza gloria. Con la liberazione arriva l’impegno nel Partito Socialista, la consapevolezza che ‘la libertà non è mai una conquista definitiva’, fino all’elezione come Presidente della Camera, dal 1968 al 1976, e Capo dello stato, il 9 luglio 1978.

Un settennato complesso, nel pieno del terrorismo brigatista e delle contrapposizioni con l’estrema destra e i servizi deviati. La strage di Bologna, il rapimento Moro: davanti allo spettatore si alternano i momenti più o meno drammatici e delicati della storia italiana di quegli anni per il primo Presidente rock, come lo definisce Venditti, il cui credo politico è sempre stato, da buon riformista, “non esiste vera libertà senza giustizia sociale”.
Pipa sempre accesa, in un’epoca meno salutista di oggi, occhiali spesi un dito, lo ascoltiamo invocare, durante il suo discorso di insediamento come capo dello stato: “si svuotino gli arsenali e si riempiano i granai”. De Cataldo, da magistrato, rimpiange anche la sua fiducia nei confronti dei giovani pretori che iniziarono un’opera di scoperchiamento della corruzione sempre più difusa, anche all’interno del suo Partito Socialista, poi completata dai giudicid di Mani pulite.

Pertini - il combattente è un utile ripasso, o un appassionante scoperta, della figura di uno statista pieno d’umanità come raramente si sono visti nella storia italiana. Divertente e a tratti commovente, è un documentario godibile, dal buon ritmo e dal giusto rigore, per rievocare la figura dell’amato “Don Chisciotte contro i grandi vizi italiani”.



  • critico e giornalista cinematografico
  • intervistatore seriale non pentito
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