Parla con lei: recensione del film di Pedro Almovodar

11 maggio 2020
4 di 5
56

Un dramma del destino fra sentimenti insospettati e amizie eterne in uno dei migliori film del regista spagnolo.

Parla con lei: recensione del film di Pedro Almovodar

“Niente è semplice”.
La carriera di Pedro Almodovar dimostra come raggiungere la semplicità à una delle cose più complicate per un artista. La maturità del regista spagnolo, a partire dalla fine del secolo scorso, dopo Tutto su mia madre e con la notevole conferma di Parla con lei, ha reso il suo racconto un flusso apparentemente senza imperfezioni nel racconto, nonostante la complessità, i continui cambi di registro e le situazioni certo non minimali raccontate. Una perfezione fatta da tante piccole imperfezioni, quelle dei suoi personaggi, come Benigno (un Javier Camara da applausi), e il suo amico Marco (Dario Grandinetti), splendido protagonista che solo un Almodovar al massimo della forma poteva rendere così empatico, nonostante le tappe discutibili, eppure sempre sincere ai limiti dello struggimento, che si trova a percorrere; e noi con lui.

Parla con lei è un oggetto difficilmente inquadrabile, un prisma in cui si riflettono tante emozioni, sfumature e azioni, che ruotano intorno alla fragile condizione umana. Alla sua disperata necessità di amare e ricevere amore, utilizzando l’arte come uno specchio in cui ritrovare brani della nostra vita solo apparentemente rimossi, ma in realtà rimasti in superficie. Un melodramma fra carnalità, desiderio e sentimento, non privo di ironia e momenti ai confini del grottesco, un dramma che sfocia in ossessioni da crime story, ma soprattutto una incredibilmente malinconica storia d’amore fra una ragazza in coma da anni e un giovane infermiere che è in coma, seppure apparente, da quando è nato, sempre a disposizione di altri, per lo più della madre malata. Una creatura pura che si è costruita la sua personale e ossessiva visione dell’amore. Almodovar riesce a mettere in scena vari tabù senza risultare mai inappropriato, rimanendo sempre ancorato all’umanità dei suoi personaggi, seguendoli con sguardo compassionevole ma non assolutorio.

Quattro personaggi incrociano i loro destini, fra uno spettacolo di Pina Bausch, all’inizio e alla fine, una esecuzione struggente di Caetano Veloso e, soprattutto, una clinica di Madrid. Due uomini uniti dall’esperienza comune in un teatro si ritrovano anni dopo a vegliare due donne che non possono ricambiare il loro amore assoluto, in coma, trovando  improbabili elementi in comune in due universi molto lontani, diventando senza accorgersene amici fino alla morte. Eros e thanataos, dare vita e togliere vita, una tensione continuamente evocata in questo balletto in cui in sensi sono sollecitati al massimo; in cui si parla, ci si ascolta, ci si tocca e massaggia, alla ricerca di quel “mistero che è il cervello delle donne”. Per una volta visto dal punto di vista di due uomini, dal regista che probabilmente in questo secolo ha più scandagliato nelle sfumature dell’animo femminile.

Come ama fare, Almodovar gioca con il tempo, proponendoci continui salti in avanti, e qualche volta indietro, concentrandosi sui momenti di passaggio, sulle crisi che portano da una fase a un’altra, senza mai essere gratuito, ma evitando i momenti più banali, quelli in cui i personaggi vivono cavalcando l’onda; a lui interessa osservare l’attimo in cui l’energia che provoca quell’onda si genera.

Parla con lei
il trailer del film


  • critico e giornalista cinematografico
  • intervistatore seriale non pentito
Suggerisci una correzione per la recensione
Palinsesto di tutti i film in programmazione attualmente nei cinema, con informazioni, orari e sale.
Trova i migliori Film e Serie TV disponibili sulle principali piattaforme di streaming legale.
I Programmi in tv ora in diretta, la guida completa di tutti i canali televisi del palinsesto.
Piattaforme Streaming
lascia un commento