Mio fratello rincorre i dinosauri: recensione della commedia con Isabella Ragonese e Alessandro Gassman

02 settembre 2019
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Adattamento del bestseller di Giacomo Mazzariol presentata alle Giornate degli autori di Venezia 2019.

Mio fratello rincorre i dinosauri: recensione della commedia con Isabella Ragonese e Alessandro Gassman

Non tutte le famiglie sono uguali. Ce ne sono alcune più divertenti delle altre, di quelle che ogni tanto appaiono fra i pixel o le pagine di giornale per illuminarci le giornate, fra una crisi di partito e un autobus in fiamme, dimostrando come si possano trasformare delle brutte notizie in un modo diverso e, perché no, anche più divertente e pieno di vitalità di intendere il nostro passaggio transitorio su questo gnocco minerale.

Una di queste storie, e famiglie, l’ha raccontata qualche anno fa Giacomo Mazzariol in un libro, Mio fratello rincorre i dinosauri, che ha conquistato con il passaparola tanti lettori appassionati. Una storia di formazione che sembra un romanzo, ma in realtà racconta di Giovanni, il fratello di Giacomo, e di come abbia cambiato la vita all’autore, attraverso gli anni necessari a entrare in pieno nel suo mondo di ragazzo con la sindrome di down. Una formazione doppia, insomma, quella dei due fratelli, e in generale di una famiglia numerosa - ci sono anche due sorelle - nello scenario della provincia padana. 

Questa storia, piena di voglia di vivere la propria individualità senza condizionamenti sociali, diventa ora un film diretto da Stefano Cipani, ambientato un centinaio di chilometri più a sud, dal Veneto alla provincia bolognese, sempre in piena pianura. Un film di genere, dedicato alle famiglie, di quelli che il cinema italiano sembra aver dimenticato e che spesso viene liquidato frettolosamente dalla critica. Una distrazione che può colpire solo chi non frequenta le sale e la fame di film che coinvolgano padri e figli. Probabilmente il via libero a questo progetto, oltre al successo del libro, deve più di qualcosa allo straordinario risultato del film Wonder, altro ritratto in chiave leggera di una presunta diversità.

Lì i genitori erano Owen Wilson e Julia Roberts, qui sono Alessandro Gassmann e Isabella Ragonese. Sono la famiglia Mazzariol, e quando devono comunicare ai figli una decisione importante parcheggiano al discount e fanno la faccia seria. Lo fanno anche per annunciare a Giacomo che finalmente potrà avere un fratellino maschio con cui giocare, accettando il suo suggerimento di chiamarlo Giovanni. 'Sarà speciale', gli dicono. Per lui diventa un supereroe, come quelli dei fumetti. Al liceo qualcosa però cambia, e il primo amore per la compagna di classe Arianna, di quelli devastanti, lo porta a balbettare un ‘è morto’, alla domanda se aveva un fratello. Come dire, rinnegare il proprio supereroe. In questo percorso di formazione c’è il consolidamento di una famiglia con al centro il sorriso e l’inventiva spiazzante di quel ragazzo con un cromosoma in più.

Mio fratello rincorre di dinosauri è un titolo così bello che ha il lusso di essere vero. Non inventa nulla, il film come il libro, ma racconta una storia che non ha paura di far bene a chi la guarda, di ogni età e intenzione di voto. Un antidoto liberatorio contro il cinismo gratuito di questi tempi, dedicato a chi ancora pensa che i dinosauri siano estinti.



  • critico e giornalista cinematografico
  • intervistatore seriale non pentito
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