How to Talk to Girls at Parties: recensione del film con Elle Fanning e Nicole Kidman presentato al Festival di Cannes 2017

23 maggio 2017
2.5 di 5

Che fine ha fatto il John Cameron Mitchell che amavamo?

How to Talk to Girls at Parties: recensione del film con Elle Fanning e Nicole Kidman presentato al Festival di Cannes 2017

Cosa ne è stato di John Cameron Mitchell? Del Mitchell dell'esordio folgorante di Hedwig - La diva con qualcosa in più e del successivo, ancor più bello, Shortbus?
Si potrebbe fare facile ironia e dire che non è più uscito dalla tana del coniglio dopo Rabbit Hole, il film del 2010 con Nicole Kidman, o anche che è stato rapito dagli alieni, gli stessi alieni che fan la guerra coi punk nella Croydon del 1977 in How to Talk to Girls at Parties, il film tratto da un racconto di Neil Gaiman, e interpretato ancora una volta dall'attrice australiana, oltre che da Elle Fanning e Alex Sharp.

Non è uno di quei film arrogati che suscitano antipatia, il nuovo di Mitchell, ma di certo è una bella delusione in chi sperava nel talento (oramai svanito?) del suo autore, un pasticcio un po' goffo che non trova la strada giusta per raccontare una storia d'amore e alienazione tra un ragazzo che ha abbracciato la filosofia del punk, ma che con le ragazze è un disastro, e una giovane venuta dallo spazio e con fattezze tutte umane, dell'incontro e scontro tra gli amici del primo e le varie Colonie extraterresti da cui proviene la seconda, sulla Terra anche loro per esplorare il Pianeta, nutrirsi, e passare al ciclo successivo della loro esistenza.

A Mitchell sta, è stato sempre a cuore l'amore inteso come superamento di ogni barriera e distinzione, il racconto di tribù marginali che rivendicano la loro autosufficienza e la loro dignità in un contesto sociale che tende a ghettizzarle: ma qui il discorso è un po' banale, anche perché alla fine qui il mondo degli straight è invisibile, e tutto si riduce a una favoletta che, nella sua trasposizione cinematografica, lascia il tempo che trova.

Ci sono i punk, ma lo spirito anarchico e irriverente di quel periodo (ricostruito un po' approssimativamente) no. Ci sono gli alieni, ma in una chiave farsesca e camp che diverte solo per i primi minuti, affogata da quelle che sarebbero le spiegazioni "razionali" delle loro origini, della loro natura e delle loro ragioni.
Rimane, appunto, la storia d'amore tra due ragazzi, capace di avere una forza generativa (in tutti i sensi) utile quasi solo alla risoluzione dei nodi del racconto, ma che Mitchell tratteggia con la sensibilità che gli è propria e che, almeno quella, non ha perso: lo testimonia un finale ambientato nel 1992 che fa un po' ridere, per quanto è scontato, e un poco commuove.

Nicole Kidman - che fa Boadicea, una ex amica dei Sex Pistols e di Vivienne Westwood che lamenta il loro essersi svenduti al mercato, ma che in realtà brama il successo - non lascia segni particolari.
Si ride però quando irrompe con i suoi nella villa degli alieni bloccando le loro urla paralizzanti a forza di musica punk sparata da alcuni altoparlanti.



  • Critico e giornalista cinematografico
  • Programmatore di festival
Suggerisci una correzione per la recensione
Palinsesto di tutti i film in programmazione attualmente nei cinema, con informazioni, orari e sale.
Trova i migliori Film e Serie TV disponibili sulle principali piattaforme di streaming legale.
I Programmi in tv ora in diretta, la guida completa di tutti i canali televisi del palinsesto.
Piattaforme Streaming
lascia un commento