La Festa prima delle Feste - recensione della commedia con Jason Bateman e Jennifer Aniston

06 dicembre 2016
2.5 di 5

Lasciate ogni speranza voi che entrate nel mondo delle feste politicamente scorrette, zozze e grossolane degli immaturi adulti americani.

La Festa prima delle Feste - recensione della commedia con Jason Bateman e Jennifer Aniston

L'arrivo del terribile capo del consiglio di amministrazione di un'azienda informatica, determinata a tagliare i rami secchi e a impedire ogni spreco, induce il suo scapestrato fratello, direttore della filiale in passivo, a organizzare un megaparty natalizio con l'aiuto di un amico, direttore del reparto tecnico, con l'intento di accaparrarsi un importante cliente e scongiurare la chiusura e i licenziamenti.

Il cinema americano e le feste selvagge: un filone ormai infinito la cui nascita si può far risalire agli anni Ottanta con la serie di Porky's e della Rivincita dei Nerds. Nell'ultimo decennio, però, con film come Una notte da leoni, Project X, Suxbad e Facciamola finita, questi titoli si sono moltiplicati a livello esponenziale, assumendo dimensioni e proporzioni catastrofiche e coinvolgendo non soltanto – com'è logico e... fisiologico – adolescenti in balia di sconvolgimenti ormonali, ma adulti in piena regressione. Sintomo di quella paura d'invecchiare e morire che domina la cultura americana e che induce molti spettatori a identificarsi con comportamenti infantilmente trasgressivi? O un semplice bisogno di sconfiggere i concorrenti al box office portando all'estremo quello che finora ha fatto chi li ha preceduti?

Non sapremmo come altrimenti spiegare un film come La Festa prima delle Feste (o uno recente e interamente al femminile come Le sorelle perfette), dove la parola d'ordine è esagerare e non farsi mancare proprio niente: dall'impiegata repressa e repressiva che scorreggia quando è sotto stress (e cioè parecchio) al cannone spara cocaina che colpisce l'inconsapevole ospite d'onore, a vari espliciti riferimenti sessuali e accoppiamenti insoliti, fotocopie di genitali, un pisello in bella vista riprodotto da una stampante 3D, blow-job a fontane del ghiaccio di forma fallica, humour da gabinetto e tutto quanto siate in grado di immaginare in questo campo. Insomma, gli adulti – forse perché non abituati, schiavi come sono ormai del salutismo e delle diete – alle feste non si divertono se non superano i teenager in scorrettezza, se non scorrono fiumi di alcool e droga, se non fanno sesso a casaccio e non distruggono tutto quello che li circonda.

Difficile resistere alla tentazione di leggere film del genere come il prodotto di una società in cui gli unici rapporti autentici che la gente è in grado di stabilire sono quelli che si creano in stati alterati di coscienza, dove consciamente tutti si odiano ma una volta lasciati liberi riescono perfino a sopportarsi. Jason Bateman e Jennifer Aniston sono ormai una collaudata coppia da commedia, ma qua interagiscono poco. A lei, come spesso accade, spetta il ruolo della donna tosta e odiosa, una dominatrice in gonnella, campionessa di Krav Maga, che alla fine si spoglia dei panni della stronza per stare dalla parte giusta.

Chissà se il pubblico di questi film si diverte perché si riconosce nei personaggi o perché vorrebbe essere al loro posto. In fondo, però, tutto il mondo è paese o forse ancora una volta abbiamo fatto scuola: anche se in inglese, in ambienti più glamour e con attori più famosi, pure gli americani hanno il loro bel cinepanettone.



  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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