Don Camillo, ottimo sacerdote, ma un po' troppo impulsivo, viene trasferito da un piccolo paese della Bassa Padana, del quale è stato per anni il beneamato parroco, in un paese sperduto di montagna, dove trova ad accoglierlo una canonica inospitale ed una chiesetta semidiroccata. Don Camillo, che nella nuova residenza si sente orribilmente solo, pensa con nostalgia al Crocifisso dell'altar maggiore nella sua antica parrocchia, dal quale gli giungevano salutari ammonimenti. Ma anche gli antichi parrocchiani sentono la mancanza del dinamico, battagliero parroco e il suo eterno avversario, il sindaco comunista Peppone, non riuscendo a piegare l'ostinazione di un latifondista, che impedisce l'esecuzione, nelle sue terre, di necessarie opere di difesa dalle inondazioni, si rivolge al Vescovo per ottenere il ritorno di Don Camillo, nel quale è certo di trovare un alleato. Appena tornato, il bravo sacerdote trova modo di destare l'entusiasmo popolare con uno dei suoi soliti colpi di testa e ben presto si rinnovano gli attriti fra il parroco e i rossi, capeggiati da Peppone. Ma quando il Po travolge gli argini e minaccia il paese, Don Camillo e Peppone gareggiano nell'adoperarsi e prodigarsi per il bene comune e la collaborazione varrà a creare nuovi vincoli tra i due vecchi avversari, alimentando la loro reciproca stima ed amicizia.
"Questo film non pone grossi problemi e non deve porli. (...) Tutto qui è mite e svaporato, gentile e invitante: i contrasti sono a fior di pelle, appena sorgono si sa che saranno risolti. (...) Si finisce con la tragedia dell'inondazione (...) e non riesce difficile con questo argomento commuovere qualsiasi pubblico." (F. Zannino, "Rassegna del film", ott. 1953)"Anche al cinema i racconti di Giovannino Guareschi sono come Andreotti: non hanno età. Se Peppone intascasse almeno una bustarella a film e Don Camillo fosse accusato di usura, sembrerebbe di essere ai giorni nostri. L'ironia è intinta nel rosolio, anzi nel lambrusco, e tra Gino Cervi e Fernandel è una gara di simpatia senza vincitore. Che tenerezza e quante risate, D'Alema e Buttiglione avrebbero tutto da imparare". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 11 ottobre 2001).
- E' IL SEGUITO DI 'DON CAMILLO'.
liberamente tratto dai racconti del volume "Mondo piccolo" (1948) di Giovanni Guareschi
Attore | Ruolo |
---|---|
Fernandel | Don Camillo |
Gino Cervi | Peppone Bottazzi |
Leda Gloria | Moglie di Peppone |
Paolo Stoppa | Marchetti |
Edouard Delmont | Spiletti |
Alexandre Rignault | Il Nero |
Thomy Bourdelle | Cagnola |
Charles Vissiere | Il Vescovo |
Claudy Chapeland | Beppo |
Tony Jacquot | Don Pietro |
Marco Tulli | Lo Smilzo |
Arturo Bragaglia | Cantoniere |
Saro Urzì | Il barbiere |
Miranda Campa | Signora Spiletti |
Lia Di Leo | La maestrina |
Enzo Staiola | Mario Cagnola |
Ruggero Ruggeri | (voce di Cristo) |
Emilio Cigoli | (narratore) |