Guida tascabile per la felicità - recensione del film con Kodi Smit-McPhee

16 ottobre 2014
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Presentato al Festival di Roma 2014 nella sezione Alice nella città.

Guida tascabile per la felicità - recensione del film con Kodi Smit-McPhee

La scoperta. Il superamento. La vita, l'amore, la morte e l'impossibile resurrezione.
Gli ingredienti di Guida tascabile per la felicità , opera prima di Rob Meyer, sono quelli tipici di tanti, forse troppi romanzi di formazione visti al cinema in anni recenti.
E però è innegabile che vuoi per alcune scelte insolite (i giovani protagonisti sono appassionati bird watcher, e tutta la trama ruota intorno alla ricerca di un'anatra che si riteneva estinta) vuoi per i toni scelti dal regista, vuoi per alcuni accenti sul lutto, questo piccolo film indipendente americano si ritaglia uno spazio tutto suo, intimo e carico di dignità, senza per questo avere ambizioni egemoniche o rivoluzionarie.

David e i suoi amici sono nerd forse, ma nerd vecchio stampo, sono i ragazzi ai margini e tutto sommato contenti di esserlo, sono gli eredi contemporanei della banda di Stand By Me, lontani anni luce dai nervosismi fluorescenti ed esibizionisti dei film di Hughes o dalle rivoluzioni in chiave cool dei protagonisti dei vari Big Bang Theory.
E qualcosa, nella loro soave e placida rivendicazione della loro diversità, conquista una parte di noi che troppo spesso viene dimenticata.
David, poi, è ancora più annodato di quanto non comportino i suoi 15 anni, i suoi hobby e il fisico goffo e dinoccolato di Kodi Smit-McPhee per aver perso la mamma un anno e mezzo prima, e in giustificato e silente sobollimento perché il padre sta per risposarsi con l'infermiera che aveva curato la genitrice durante la sua malattia.
E il suo dolore così puro e soffuso, tocca corde profonde con delicatezza.

Così, come è nella ricerca e nell'attesa che si trova realmente, per David e suoi, il senso del birding e della loro avventura nei parchi del Connecticut, allo stesso modo è in queste atmosfere liquide e in questi sentimenti pervasivi che Guida tascabile per la felicità (insoddisfacente adattamento dell'originale A Birder Guide to Everything ) trova il suo senso e il suo valore.
Meyer si accontenta di viaggiare a velocità ridotte, permettendo di cogliere i dettagli del panorama, e non appare minimamente interessato a raggiungere la meta in fretta o con stile appariscente, privilegiando la misura anche nella riuscita alternanza tra toni leggeri (con qualche battuta davvero riuscita) e un sentimentalismo mai retorico.

Lungo quel cammino, che è quello dello spettatore, David scoprirà che il sogno cullato della resurrezione - di una specie, come di una madre - è destinato a infrangersi, ma che accettando e guardando negli occhi quel lutto (portando l'anima di chi osserva e di quello che è osservato a coincidere, per usare le sue stesse parole) portrà tornare a vedere il mondo che lo circonda: una famiglia, l'amore, sé stesso proiettato nelle sue passioni e nei suoi sentimenti.



 



  • Critico e giornalista cinematografico
  • Programmatore di festival
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