Gli intrighi del potere - Nixon
Locandina Gli intrighi del potere - Nixon
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Gli intrighi del potere - Nixon

( Nixon )
Voto del pubblico
Valutazione
3.2 di 5 su 5 voti
Regista: Oliver Stone
Anno: 1995
Paese: USA
Durata: 192 min
Distribuzione: Warner Bros Italia - Cecchi Gori Home Video
Gli intrighi del potere - Nixon è un film di genere drammatico, biografico del 1995, diretto da Oliver Stone, con Anthony Hopkins e Joan Allen. Durata 192 minuti. Distribuito da Warner Bros Italia - Cecchi Gori Home Video.
Genere: Drammatico, Biografico
Anno: 1995
Paese: USA
Durata: 192 min
Formato: Scope a Colori
Distribuzione: Warner Bros Italia - Cecchi Gori Home Video
Fotografia: Robert Richardson
Musiche: John Williams
Produzione: Clayton Townsend, Oliver Stone (Cinergi Productions Nuing)

TRAMA GLI INTRIGHI DEL POTERE - NIXON

Gli intrighi del potere - Nixon, film biografico diretto da Oliver Stone, racconta la storia di Richard Milhouse Nixon (Anthony Hopkins), un giovane di origini modeste che vive in California. Con una madre casalinga e un padre commerciante, diventa presto un brillante avvocato e dà il via alla sua carriera politica. Subito deputato e senatore, nemmeno compiuti quarant’anni è già vicepresidente e, a cinquantacinque, viene eletto presidente degli Stati Uniti d'America. Sposa Pat (Joan Allen), con la quale ha un rapporto alquanto travagliato. Una volta concluso il conflitto indocinese e fatti rientrare centinaia di prigionieri di guerra, guadagna il benvolere anche degli elettori pacifisti. Tra i suoi primati c’è quello che lo vede parlare in diretta televisiva a Mosca rivolgendosi al popolo russo negli anni Settanta. Poi scoppia lo scandalo Watergate ed esce fuori il possibile legame con gli attentati a Castro. Questi eventi mettono a dura prova Nixon che, alla fine, è costretto a dimettersi e a lasciare la Casa Bianca. Nel ’94 l’ormai ex presidente esala l’ultimo respiro e l’America lo saluta con tutti gli onori: al suo funerale è presente Bill Clinton insieme a tutti i vecchi presidenti ancora in vita.

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CRITICA DI GLI INTRIGHI DEL POTERE - NIXON

Un montaggio ardito, inerpicato sui flash-back e collegato dai miracoli elettronici, non basta a snellire un percorso in fin dei conti ripetitivo, inutilmente puntiglioso, in alcuni tratti persino soporifero. Anche se meno enfatico degli ultimi titoli, Nixon è pur sempre un kolossal dedicato alla smisurata ambizione del suo artefice; convinto, come sempre, di poter catturare dei personaggi il minimo umore nascosto e, insieme, il massimo della platealità esibizionistica. Tutto il film ribatte su di una figura patetica, ossessivamente tesa più a "non perdere" che a vincere, flagellata dai complessi di colpa, pessimisticamente certa che il Potere sia un male necessario e il Sistema un indomabile "animale selvaggio" (come gli dice una hippie che presidia il Lincoln Memorial nel corso di un suggestivo faccia a faccia notturno, realmente accaduto nel corso delle proteste pacifiste nella Washington del 1970). (Il Mattino, Valerio Caprara, 21/2/96) Peccato che questo ambiziosissimo, sfaccettato, allucinato "biopic" sia anche - sotto sotto - monotono. Con tutte le sue piste, con tutti i suoi livelli di montaggio (come in Jfk Stone contamina fiction e documento, cinema e video, invenzione e realtà, ma qui se ne sente poco il bisogno), Nixon resta infatti lontano dalla "tragedia contemporanea" cui Stone fa alludere Breznev e Kissinger. E nonostante le sue dimensioni resta un colossale abbozzo. (Il Messaggero, Fabio Ferzetti, 1/4/96) Primo errore l'interprete, Anthony Hopkins. Con tutto il parrucchino e i denti finti, con tutta la bravura, Hopkins non somiglia a Nixon, non parla né si muove come Nixon, non risulta un Nixon credibile: non è questione di somiglianza fisica, ma dell'impossibilità naturale e culturale di ricreare attraverso un distinto attore inglese di scuola la volgarità piccoloborghese da politicante americano del personaggio. Secondo errore, il punto di vista. Stone fa dire a Nixon quanto i suoi critici dicevano di lui, attribuendogli un'autoanalisi spietata: "Mi odiano, mi hanno sempre odiato", "Quando gli americani guardano Kennedy si vedono come vorrebbero essere, quando guardano me si vedono come sono". Ma se Nixon avesse coltivato una simile consapevolezza di sé, se avesse avuto una tale sfiducia in se stesso e sensibilità, non sarebbe mai stato un politico arrogante, un Presidente autoritario, e neppure il vincente che fu per la maggior parte della sua vita pubblica. Primo merito del regista, aver avuto l'idea d'affrontare questo personaggio proprio adesso che circolano nella politica internazionale tanti suoi eredi o imitatori, e che i candidati del partito repubblicano sono in lotta elettorale per la Presidenza americana. Stone ne traccia un ritratto mitizzato, oscillante tra abiezione meschina, abissi nevrotici e tragicità shakespeariana, esaminandolo dal 1972 del Watergate al 1974 delle dimissioni con frequenti flash back nel passato e con fedeltà storica soltanto parziale. Secondo merito di Stone, la sua maestria registica, spuria ma innegabile. " riuscito ad animare l'inerte materia verbale, a dare all'insieme una certa dinamicità, con idee di regia, trovate, espedienti, cafonate efficaci: lampi di autentici documenti di cronaca d'epoca e di falsi documenti in bianconero, nuvole vaganti, citazioni televisive, bandiere a stelle e strisce, severe apparizioni della statua di Lincoln, immagini sovrapposte o sghembe, cori patriottici. Quanto a Nixon, era una figura talmente tragigrottesca, che neppure Oliver Stone l'esagerato arriva a fare meglio della realtà. (La Stampa, Lietta Tornabuoni, 1/4/96) Rapportati a una drammaturgia più "classica" che innovativa come quella sottesa al film, straordinari appaiono i visi rimodellati da Stone: il Nixon di Anthony Hopkins, con il groviglio di rughe sotto cui lo sguardo si spegne e chiede aiuto, e la straordinaria Pat, sua moglie (Joan Allen). Più che Nixon, l'uomo che temeva soprattutto se stesso, Oliver Stone "maltratta" gli altri capi del mondo (un pettegolo Mao, un

CURIOSITÀ SU GLI INTRIGHI DEL POTERE - NIXON

Il film ha ottenuto quattro nomination ai Premi Oscar e una ai Golden Globes (1996).

Oliver Stone ha detto di aver votato per Richard Nixon nel 1968, sulla base del suo impegno a porre fine alla guerra del Vietnam.

Inizialmente per il ruolo principale erano stati considerati Gene Hackman, Robin Williams, Gary Oldman e Tommy Lee Jones.

INTERPRETI E PERSONAGGI DI GLI INTRIGHI DEL POTERE - NIXON

AttoreRuolo
Anthony Hopkins
Richard Milhous Nixon
Joan Allen
Pat Nixon
Powers Boothe
Alexander Haig
Ed Harris
E. Howard Hunt
Bob Hoskins
J. Edgar Hoover
Edward Herrmann
Nelson Rockefeller
Dan Hedaya
Trini Cardoza
Tony Lo Bianco
Johnny Roselli
George Plimpton
Avvocato Del Presidente
Tony Plana
Manolo Sanchez
David Paymer
Ron Ziegler
Corey Carrier
Nixon A 12 Anni
Julie Condra
Pat Nixon Da Giovane
Brian Bedford
Clyde Tolson
Robert Beltran
Frank Sturgis
Mary Steenburgen
Hannah Nixon
Paul Sorvino
Henry Kissinger
Tony Goldwyn
Harold Nixon
Larry Hagman
Jack Jones
Joanna Going
Giovane Studentessa
David Barry Gray
Nixon A 19 Anni
Annabeth Gish
Julie Nixon
David Hyde Pierce
John Dean
J.T. Walsh
John Erlichman
James Woods
H. R. Haldeman
E.G. Marshall
John Mitchell

PREMI E RICONOSCIMENTI PER GLI INTRIGHI DEL POTERE - NIXON

Oscar - 1996

Ecco tutti i premi e nomination Oscar 1996

  • Candidatura migliore attore protagonista a Anthony Hopkins
  • Candidatura migliore attrice non protagonista a Joan Allen
  • Candidatura migliore colonna sonora originale per un film drammatico a John Williams
  • Candidatura migliore sceneggiatura originale a Stephen J. Rivele, Christopher Wilkinson, Oliver Stone

Golden Globe - 1996

Ecco tutti i premi e nomination Golden Globe 1996

  • Candidatura migliore attore in un film drammatico a Anthony Hopkins

BAFTA - 1996

Ecco tutti i premi e nomination BAFTA 1996

  • Candidatura migliore attrice non protagonista a Joan Allen
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