Fuck you, prof! 2: recensione del sequel della commedia tedesca campione di incassi
Con un budget più robusto il film diventa più ambizioso. Elyas M'Barek è più in forma che mai.
Ah, come si rivolterebbe a velocità vorticosa nella tomba Wolfgang Goethe se potesse seguire i destini di uno dei tanti licei tedeschi a cui ha dato il nome e nel quale Bora Dağtekin ha ambientato Fuck you, Prof! e Fuck you, prof! 2 In quel luogo immaginario, fra tante classi volenterose, ce n’è infatti una disastrosa e disastrata: la famigerata 10b, che torna a imperversare, in questo 2016, insieme all’insegnante super-sexy Zeki Müller. Visto il meritato incasso stellare del primo film, che molto ci aveva divertito per la sua onesta scorrettezza, era normale, anzi necessario, il pronto arrivo di un sequel: il pubblico lo aspettava e non a caso nelle sale della Germania l’affluenza è stata grandissima. Bene, come giudicarlo allora questo seguito? Un’operazione riuscita? Soltanto in parte.
Disponendo di un cospicuo budget e partendo dalla sacrosanta decisione di non ripetere le dinamiche del primo film, il team produttivo ha voluto flirtare con diversi generi (fra viaggi, “avventure avventurose” e perfino un cattivo da fumetto) e anche sfruttare l’appeal di una location esotica, che poi è la Thailandia. Detto tra noi, il luogo è stato già ampiamente battuto dal cinema occidentale e non possiamo non pensare a Una notte da leoni 2, senza Mr. Chow ma con una banda di orfanelli legati in qualche modo alla criminalità. Però che importa? Ciò che importa è che, come spesso succedere nelle serie tv nel passaggio dalla prima alla seconda stagione, in FYP!2 la caratterizzazione piscologica quasi scompare a vantaggio dell’azione e i personaggi, più che evolvere, o si perdono in un amalgama indistinto, o diventano eccessivamente sopra le righe. In questo secondo film succede per esempio a Chantal, condensato di energia che “si produce” in un tripudio di gridolini e smorfiette.
Per fortuna a calibrare sia Fuck you, prof! 2 che studenti è ancora l’insegnante ex galeotto che scongiura l’effetto commedia vacanziera alla Neri Parenti riabilitando l’irriverenza e l’anarchia, un anarchia pop dai colori acidi e fosforescenti. Baby sitter di un branco di decorticati anziché di ragazzi problematici, Elyas M'Barek si prende tutta la scena e si barcamena perfettamente fra gag, atti di coraggio e una minima dose di pietas subito annullata da qualche gustosa parolaccia.
Lontano dalla Germania e dal liceo, e quindi dalle high-school comedy, Fuck you prof! 2 abbandona purtroppo la riflessione - seppur scanzonata - sul "lato oscuro" della Germania dei quartieri poveri, e questo non per superficialità, ma perché Bora Dağtekin punta più in alto, accennando alla catastrofe naturale e umana dello tsunami, che ha lasciato senza genitori tanti bambini. Il tentativo è nobile e a tratti riuscito, ma la vicenda in spiaggia del prof e dei suoi alunni per la maggior parte del tempo è talmente rocambolesca che si fa un po’ fatica a prendere sul serio ciò che ludico non è.
Un momento, però! Guardando Fuck you, prof! lo scorso anno e osservandone attentamente la confezione, ci era venuto in mente che potesse anche essere una favola in cui i somari e i disadattati alla fine vivono felici e contenti. Anche nel sequel un sogno forse irrealizzabile e fatato c’è, ed è l’armonia fra adulti e ragazzi in famiglie "complicate". Se la percezione è giusta, allora esiste una sfumatura di profondità in più.
Con troppa carne a fuoco ma un’energia e una vitalità invidiabili, Fuck you, prof! 2 è un film godibile, non un bicchiere di armagnac da sorseggiare lentamente e custodire fra i ricordi alcolici più preziosi, ma una bibita gassata e fresca da mandar giù tutta d’un fiato.
- Giornalista specializzata in interviste
- Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali