Fresh: recensione della commedia horror con Sebastian Stan e Daisy Edgar-Jones
In arrivo il 15 aprile su Disney+, Fresh mette insieme l’horror, il grottesco e il comico. Diretto da Mimi Cave e interpretato da Sebastian Stan e Daisy Edgar-Jones, è stato presentato in anteprima nazionale al Bari International Film Festival 2022.
Fra horror, grottesco, denuncia sociale, celebrazione del girl power e pulp, Fresh è una delizia per la mente e, se vi piacciono le immagini forti, anche per gli occhi.
Fresh è anche un'analisi lucida, spietata e sorniona delle difficoltà che una ragazza di bell'aspetto ma desiderosa di un po’ di compagnia maschile incontra nella nostra epoca di uomini in crisi, nella fattispecie crisi di identità e di virilità.
Noa (Daisy Edgar-Jones), che somiglia alla Anne Hathaway de Il diavolo veste Prada, salvo essere molto meno angelica del personaggio che si imbatte in una terribile Meryl Streep, non cerca il principe azzurro. Non lo cerca perché, semplicemente, sa che non esiste, e infatti detesta le favole Disney che hanno provato a insegnarci il contrario, in particolare La sirenetta.
Noa è una giovane donna moderna che non disdegna le le app di dating e che, probabilmente, non ha visto il documentario Il ladro di Tinder. Come tutte le donne che tentano di ampliare i propri orizzonti attraverso Meetic, Happn e così via, si imbatte in una serie di cattivi partiti, che forse la turbano ma le offrono un prezioso serbatoio di aneddoti da cui pescare durante le serate con le amiche. Ecco perché, quando si vede rivolgere la parola da un ragazzo carino e gentile al supermercato, Noa manda al diavolo quella minima protezione che gli incontri su Internet garantiscono e si apre all'amore con fiducia e trasporto.
Già in questo inizio da rom-com o screwball comedy, Fresh offre più di uno spunto di riflessione, perché ricorda a noi fanciulle quanto sia difficile vivere in un'epoca "di mezzo", nella quale si desiderano gentilezza e cavalleria e un uomo che offra la cena, ma poi si rivendicano libertà, autonomia e il diritto di "concedersi" al primo appuntamento. Ma Fresh è anche molto altro, perché, con la giusta furbizia, ci insegna a diffidare di chi non ha un profilo Instagram e ad aguzzare la vista e l'ingegno per evitare quanti vorrebbero fare di noi donne oggetto o carne da macello. Se si pecca di ingenuità, in un simile contesto, purtroppo non si torna indietro, perché il mondo è un posto brutto e, per evitarne le insidie, è necessario diventare invincibili, servendosi biecamente delle proprie capacità seduttive, che riducono a un cagnolino scodinzolante anche il ragazzo più malvagio, crudele e folle.
Non sveleremo, ovviamente, in quale brutta situazione si venga a trovare la povera Noa dopo aver accettato di trascorrere un romantico weekend con il chirurgo plastico Steve, ma possiamo dirvi che c'è qualcosa di Saw, qualcosa delle più nere tragedie shakespeariane e perfino un pizzico de Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante di Peter Greenaway. Aggiungeremo che, nella descrizione dell'incubo infernale in cui precipita la nostra Cappuccetto Rosso senza nonna, Mimi Cave mette qualcosa del suo lavoro di regista di videoclip e, in una fotografia cupa dove il nero si alterna al rosso, trova un linguaggio visivo potentissimo che di tanto in tanto cede al gore, salvo poi creare, in più di un’occasione, un clima di elegante intiminità.
E’ un film al lume di candela Fresh, in cui si beve dell'ottimo vino in raffinati calici, al suono di musica anni '80 o di "Perfect Day" di Lou Reed, e subito dopo si trascinano catene e ci si sente male in una sudicia cella. L'alto e il basso coesistono nel racconto, e il gusto per la cucina stellata scivola nel food porn nel senso quasi letterale dei termini. Per fortuna in questo senso Fresh non si prende troppo sul serio, e ha l'abilità di intervallare sequenze impressionanti con scene nelle quali, se si sta al gioco dell'orrore, si sorride, e il merito è anche della strabiliante performance del villain Sebastian Stan, ora perfido e luciferino, ora ridicolo e fatuo. I primissimi piani e le inquadrature sghembe fanno il resto, e mentre Steve precipita nel patetico, Noa e due ragazze che condividono il suo tremendo destino assurgono ad eroine. E allora si fanno strada il revenge movie e, come detto in apertura, l'esaltazione della sorellanza. Noa, che ci ricorda un personaggio dei romanzi di Margaret Atwood, non è come la Cassie Thomas di Una donna promettente, che combatte da sola e viene uccisa. No, la nostra ragazza dagli occhi di cerbiatto e dal cuor di leone non è una principessa chiusa in una torre. Non ha né corona né un lungo abito di broccato. Indossa una felpa e delle scarpe comode e sa di poter contare sulle forze anche delle sue compagne di prigionia. Sono tutte malmesse le vittime di Steve, ma insieme formano un prodigioso esercito, che ha dalla sua scaltrezza e intelligenza, armi potentissime e strumento di salvezza da una morte raccapricciante.
E’ molto più di ciò che sembra, Fresh, è una scatola con dentro un’altra scatola con dentro un'altra scatola con dentro un'altra scatola. Potrebbe non piacervi così com'è piaciuto a noi, ma di sicuro vi farà venir voglia di diventare vegetariani, il che non è poco.
Fresh è stato presentato in anteprima nazionale al Bari International Film Festival 2022
- Giornalista specializzata in interviste
- Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali