D.N.A. (Decisamente non adatti): la recensione della nuova commedia di Lillo e Greg
D.N.A. (Decisamente non adatti), l'opera del debutto registico del duo comico romano ha molti modelli seguiti col cuore e si fa apprezzare anche per la confezione, oltre che per le gag e i bravi attori, a partire da un'Anna Foglietta in triplice veste.
Lillo e Greg - al secolo Pasquale Petrolo e Claudio Gregori - sono tra gli artisti comici più poliedrici che abbiamo oggi in Italia. Cresciuti tra fumetti e musica (Latte & i suoi derivati), hanno lavorato ad ottimi livelli senza soluzione di continuità alla radio, al cinema, in teatro e in televisione. Conduttori televisivi, trasformisti, cantanti, musicisti provetti (Greg), giocolieri del linguaggio e attenti osservatori, nei loro irresistibili sketch, dei fenomeni (da baraccone) sociali satireggiati con grande arguzia, da una trentina d'anni lavorano insieme e sono arrivati sul grande schermo all'inizio degli anni Duemila in Bagnomaria e Blek Giek, conquistando sempre più spazio dal 2012, grazie ai film che hanno sostituito i cinepanettoni, ma scalpitando per avere più autonomia e libertà, tanto che a un certo punto Lillo ha continuato a recitare da solo mentre Greg si è dedicato maggiormente alla musica. La loro comicità, benché spesso ambientata a Roma, loro città d'origine, non si identifica però con l'identità geografica e ha il merito di aver “devolgarizzato” certi romanismi ad uso e consumo di tutti. Finalmente, con D.N.A. (Decisamente non adatti), Lillo & Greg realizzano un sogno: scriversi (con l'apporto di Edoardo Falcone) e dirigersi un film su misura, o meglio a misura dei propri modelli e delle proprie ambizioni.
Il risultato è divertente e convince, anche se gli sviluppi della sceneggiatura sono un po' telefonati e lasciano intendere troppo velocemente cosa accadrà proprio nel finale. Ma a parte i difetti perdonabili ad un'opera prima, sono molte le cose che ci sono piaciute nel film, che ha Mel Brooks tra i ringraziamenti ma parte dalla rilettura che del Dottor Jekyll e mr. Hyde ha fatto Jerry Lewis col suo bellissimo Le folli notti del dottor Jerryll. Perché, si sa, un'opera prima è anche l'occasione per rendere omaggio alle proprie passioni e dunque ci sta una celebre battuta pronunciata da Gene Wilder in Frankenstein Jr. ripetuta da Greg, mentre ci si diverte a pasticciare con provette e alambicchi come quando giocavamo al piccolo chimico. Con leggerezza ma mai con superficialità Lillo e Greg sfiorano nella commedia temi sempre attuali e a volte già da loro stigmatizzati o parodiati: dall'immancabile opinionista (Chiara Sani che dà la voce di Valeria Marini a un altro fastidioso personaggio), affiancata nei salotti tv ad esperti a caso, che restano inevitabilmente travolti dall'idiozia e dall'arroganza della controparte, al bullismo infantile che crea inevitabili conseguenze nell'età adulta, dalla mania attuale per la cucina degli chef, elevati a figure quasi mistiche, alle coppie e alle famiglie male assortite.
I protagonisti danno vita a due figure contrapposte che brevemente si scambiano le personalità, per poi rendersi conto che non si possono invertire certi tratti caratteriali ma è meglio venire a patti con i propri difetti, provare a migliorarsi e trovare le persone giuste disposte ad apprezzarci per quello che siamo. Bravissimi come sempre nella comicità fisica, danno vita nel film a due personaggi estremi e agli antipodi: Greg nel ruolo del docente universitario Ezechiele Annichiarico (un nome che già lo descrive), goffo e timido, perennemente inascoltato ovunque, nonostante la sua geniale intelligenza, ci ricorda certi professori del liceo impietosamente bullizzati, perché mancanti del carattere necessario a imporsi sugli studenti. Lillo è Nando detto Burdogghe (alla romana), un bullo che si accompagna con una gang di violenti trogloditi pronti a spaccare tutto a un suo ordine, che in genere precedono. Sua confidente è una trans e suo principale datore di lavoro l'avido tirapiedi del boss di una multinazionale di trash food, in lotta contro l'ascetico veganismo di un celebre chef. Sullo sfondo, i delitti di un serial killer alla Hannibal Lecter, il Buongustaio, e una trama che coinvolgerà i protagonisti e due donne (entrambe, come la trans, interpretate dalla trasformista Anna Foglietta), una timida e sensibile libraia che adora la poesia, e una truzza rifatta che è la moglie di Ezechiele.
Godibili tutti gli interpreti, dalla gang spaccatutto in cui molti riconosceranno i fedelissimi collaboratori di Lillo e Greg, all'ineffabile Simone Colombari (per il quale abbiamo da sempre una cotta artistica), da Stefano De Sando, con la voce ipnotica che ricorda (non a caso, visto che li doppia) quella di De Niro e di altri celebri attori americani, ma che ha anche la giusta presenza minacciosa per il ruolo, ad un Emanuele Salce psicanalista annoiato, fino ai volti che compaiono anche solo per poche scene, inclusi i due deliziosi bambini. Insomma, D.N.A. (Decisamente non adatti) non è certo un capolavoro, ma un'opera prima più che dignitosa che mantiene le promesse e in 85 minuti diverte il giusto e lascia sperare che non resti un'esperienza unica, anche perché non poterlo vedere sul grande schermo penalizza la bella e curata confezione estetica: le location non banali, il lavoro sulle inquadrature, la bella fotografia di Marco Pieroni e i costumi. Ottima la colonna sonora originale di Claudio Gregori, che si esibisce anche nei panni di un esilarante trapper. Ognuno si porterà a casa la sua gag o la sua battuta preferita: la nostra è legata a una pubblicazione che siamo tentati di chiedere al nostro edicolante di fiducia, e che è una di quelle assurde invenzioni nonsense che ci fanno ridere proprio per la loro implausibile plausibilità e di cui Lillo e Greg sono sempre stati generosi.
- Saggista traduttrice e critico cinematografico
- Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità