Cattiva Coscienza: recensione della commedia romantica e fantastica

30 giugno 2023
3.5 di 5
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Cattiva Coscienza di Davide Minnella è una commedia un po’ sentimentale un po’ fantastica. Interpretata da Matilde Gioli, Francesco Scianna e Filippo Scicchitano, parla di libero arbitrio, autocontrollo, coraggio e del peso del giudizio altrui. La recensione di Carola Proto.

Cattiva Coscienza: recensione della commedia romantica e fantastica

Quando una commedia accoglie l'elemento fantastico o intreccia al romanticismo una divertente e arguta guerra fra i sessi, si ha l'abitudine di definirla "poco italiana", anglosassone o addirittura hollywoodiana. Prima di sbilanciarsi tanto, bisognerebbe innanzitutto non confondere la commedia con il film comico, che poi sarebbe un film con uno o più comici in cui l’ilarità è scatenata dalle battute. A quest'ultimo sottogenere appartengono e sono appartenuti diversi titoli del nostro cinema, ma, senza andare a scomodare la grande commedia all'italiana che era qualcosa di molto diverso, lasciateci dire che Cattiva Coscienza, più che avere un imprinting a stelle e strisce o britannico, è un film universale, e lo è perché, seppure con la giusta leggerezza, affronta importanti questioni etiche e dilemmi morali, senza rinunciare a porsi qualche domanda sull’aldilà.

Cattiva Coscienza prende l'avvio in un mondo altro, dove le coscienze, al 100% antropomorfe, indossano tute blu come gli operai della Fiat e non sono meno industriose delle api e delle formiche. Ogni coscienza osserva, su un monitor, il comportamento quotidiano dell’individuo che le è stato assegnato e attraverso un microfono gli impartisce consigli. C'è chi la ascolta e chi no, e comunque, quando un essere umano si innamora, è sordo a qualsiasi ammonimento. Nel film succede che la coscienza più brava di tutte perda di vista il suo protetto Filippo, che perde la testa per Valentina, una ragazza con una vita sentimentale disastrosa. Fingendosi un amico di Filippo di nome Nicola e contravvenendo alle regole dell'universo in cui abita, la coscienza di Filippo si precipita allora sulla Terra per cercare di sedurre Valentina e far tornare Filippo con la sua Luisa, lasciata a pochi giorni dal matrimonio. A parte il fatto che chi abita a Roma riderà nello scoprire dove si ritrova Nicola, la goffaggine e le incertezze del personaggio rendono subito spiritoso e mosso Cattiva Coscienza, che ci regala la fenomenale gag di un terzetto favoloso (Giovanni Esposito, Alessandro Benvenuti e Francesco Scianna) che non sarebbe stata possibile se anche soltanto uno degli attori non avesse avuto i tempi comici. E se negli anni i primi due ci hanno abituato a situazioni buffe, fa davvero piacere notare quanto riesca ad essere esilarante il terzo, che ultimamente abbiamo associato al tormentato Carlo della serie A casa tutti bene, schiacciato dai problemi e perseguitato da un infausto destino.

A proposito di destino, le coscienze dicono che non esiste, e che esiste solo la volontà, ma gli uomini, nel film, vengono considerati "bravi" quando, invece di esercitare il libero arbitrio, si comportano come scimmiette ammaestrate, almeno al principio. Ma quando gli equilibri si rompono, tutto cambia, e Davide Minnella si mostra d'accordo con Alberto Moravia nel sostenere che "La coscienza è paura, l’incoscienza è coraggio". Il primo a sposare questa filosofia, come già detto, è Filippo, prigioniero del senso del dovere e dell'autocontrollo. Lo interpreta magnificamente Filippo Scicchitano. Il ragazzo che ne combinava di ogni in Scialla! è molto cresciuto, e al suo posto troviamo un attore serio, scrupoloso e che lavora benissimo di sottrazione. Per lui, come per i suoi compagni di set, Cattiva Coscienza è stata un'opportunità per mettersi umanamente in gioco, e per capire fin dove arriva la nostra paura del giudizio altrui. E Valentina come dovremmo giudicarla? Valentina è la donna che si innamora sempre della persona sbagliata, in particolare di uomini che stanno per sposarsi. È un personaggio a cui ci si affeziona immediatamente, forse per la sua dolcezza e la sua fragilità, che possiamo leggere negli occhi grandi e chiari di una Matilde Gioli molto a fuoco, tenera e impulsiva, anticonformista e insicura.

Forse, immaginandola,  Minnella ha pensato a Sally di Harry, ti presento Sally, o forse no. Certo è che il regista ha messo nel film il suo amore per il cinema, aggiungendo alla sua "tortarella" - come la chiama Nicola - un po’ di Highlander e un pizzico di quei film di fantascienza o di supereroi in cui il padre morto del protagonista appare in un cono o raggio di luce. Qui il compito spetta a Drusilla Foer, che non rinuncia nemmeno in quest’occasione a incipriarsi il naso.

Vogliamo concludere scrivendo che Davide Minnella presta grande attenzione ai dettagli, scegliendo con cura gli interpreti dei personaggi secondari - ad esempio Gianfranco Gallo per il ruolo del padre di Luisa - e assicurandosi, per la hit di Cattiva Coscienza, l'apporto di Motta, che gli regala il brano inedito "Per sempre".



  • Giornalista specializzata in interviste
  • Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali
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