Bumblebee: recensione del film spin-off dei Transformers

20 dicembre 2018
3.5 di 5
7

La saga di Michael Bay (solo produttore) cambia faccia grazie a un copione in cerca di emozioni e alla regia di Travis Knight.

Bumblebee: recensione del film spin-off dei Transformers

La saga dei Transformers ha preso una deviazione, saggiamente peraltro. I precedenti capitoli tutti diretti da Michael Bay sono stati un tripudio di effetti speciali che goduti al meglio delle possibilità (in una sala Imax e in 3D) offrivano un vero spettacolo pirotecnico. Si sa che all'esplosivo regista piaccia portare il peso di tutte le sue energie creative sull'impatto estetico, realizzando sequenze incredibili dove l'inesistente sferragliare di robot creati al computer produce scintille abbaglianti e ipnotizzanti. Storie e personaggi sono sempre stati accessori in questa saga, ma con Bumblebee arriva una brusca virata grazie a un tenero e quasi toccante script di Christina Hodson e a una regia intima di Travis Knight.

Il film è ambientato nel 1987 ed è un dichiarato omaggio ai titoli degli anni 80 in cui giovani protagonisti vivevano avventure fantastiche, soprattutto quelli dove aleggiava Steven Spielberg. Bumblebee è la storia dell'incontro tra una ragazzina e un robot alieno, quindi quale miglior esempio di E.T. da cui riprendere l'atmosfera e l'intimità dell'amicizia di questi due protagonisti? Travis Knight è la persona ideale per agevolare questo cambio di direzione della saga, avendo diretto Kubo e la spada magica ed essendo uno degli animatori (nonché amministratore delegato) della Laika, lo studio dietro animazioni in stop motion come Coraline, ParaNorman e Boxtrolls. In questo suo esordio al live-action, il regista porta profondità ai personaggi trattando Bumblebee come se fosse un animaletto impaurito.

La spettacolarità non manca quando i Decepticon arrivano sulla Terra in cerca del nostro Autobot preferito, ma anche qui il film non perde mai il punto di vista della ragazzina interpretata da Hailee Steinfeld. La storia ha un cuore battente e quel cuore è il rapporto che lega indissolubilmente i due, costruito gradualmente sulla fiducia e sull'affetto e senza trascurare le personalità di ognuno, le storie individuali pregresse che li hanno avvicinati e l'evoluzione che li separerà. Non siamo negli anni 80 in cui quei sentimenti avevano un valore, appartenevano a un celato desiderio sociale di emergere perchè confini e distanze si facevano sentire. Oggi i confini sono pressoché annullati e l'emersione è individuale più che sociale. I sentimenti veicolati da Bumblebee sono buoni, ma non viaggeranno nel futuro come i film a cui si ispirano.



  • Giornalista cinematografico
  • Copywriter e autore di format TV/Web
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