Bigfoot Junior: recensione del film d'animazione ad alto tasso di piedoni
Diretto dalla coppia Jeremy Degruson e Ben Stassen.
L’animazione europea è viva e in buona salute; non solo quella d’autore, legata all’attività quasi artigianale di qualche nome, ma anche quella della produzione media che costituisce la base dell’industria, su cui contare per uno sfruttamento in sala o domestico. Lo conferma il livello tecnico raggiunto, con un’animazione CGI davvero convincente, anche questa nuova produzione belga e francese, Bigfoot Junior, diretta dai realizzatori de Il castello magico, Jeremy Degruson e Ben Stassen.
Adam è il protagonista, un adolescente creativo ma solitario che scopre allo scoccare dei 13 anni alcuni poteri particolari, una tendenza alla crescita esagerata dei capelli e dei piedi improvvisamente ingigantiti tanto da non stare nelle scarpe. È cresciuto solo con la madre, ma mentre il suo corpo cambia scopre che il padre creduto morto potrebbe essere ancora vivo e parte alla sua ricerca, lasciando la periferia di una città per spingersi nella foresta.
L’immaginario è quello americano, con la suburbia e la scuola in cui l’anima sensibile viene bullizzata per il suo non omologarsi alla rudezza di alcuni compagni dalla scazzottata facile. Poi ci sono le highway per uscire da questo recinto, con i diner e una strizzata d’occhio agli amanti di Better Call Saul (spinoff di Breaking Bad), ma non vi preoccupate, se portate i vostri figli, è solo un cartello che si vede appena, nessun riferimento tematico.
La foresta con i suoi animali - che i due Bigfoot, padre e junior, riescono a comprendere dopo un rapido sforzo di allineamento - sembra presto più accogliente rispetto alla giungla urbana, con i suoi predatori meno socievoli, nonostante le apparenze. Padre e figlio riusciranno a vivere un’avventura insieme tutta per loro, a conoscersi dopo essersi solo rimpianti per tanti anni. Il film riprende il mito dello yeti, del bigfoot, della creatura selvaggia leggendaria che tanti dicono di aver visto nel corso dei secoli, facendone un simbolo di diversità alle prese con una società omologata e poco pronta a vedere al di là dei peli copiosi e dei piedoni. Aggiungete qualche superpotere, da cui derivano responsabilità, ma anche divertimento e azione, per confezionare una storia per bambini cresciuti e ragazzi con genitori, che si segue con piacere e senza guardare l’orologio.
Una struttura a tre atti classica, con i cattivi rappresentati dai soliti scienziati perfidi che vogliono utilizzare la particolarità di Bigfoot per fini poco nobili, diventa occasione per una strana alleanza fra animali contro coloro che li vogliono sfruttare per dare un ulteriore colpo di ruspa alla natura con le sue regole semplici e concilianti. Ma Adam riuscirà naturalmente a trovare il modo di salvaguardare il suo giardino dell’Eden e far trionfare la famiglia e i buoni sentimenti.
- critico e giornalista cinematografico
- intervistatore seriale non pentito