Argentina, 1985: recensione del dramma storico di Santiago Mitre in concorso al Festival di Venezia

03 settembre 2022
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Il processo svolto contro i vertici del regime militare è al centro del dramma processuale militante e nobile Argentina, 1985 diretto da Santiamo Mitre e presentato in concorso a Venezia. La recensione di Mauro Donzelli.

Argentina, 1985: recensione del dramma storico di Santiago Mitre in concorso al Festival di Venezia

Ogni comunità è sconvolta prima o poi da ferite lancinanti che ne mettono a rischio la stessa esistenza come tale. Non tante sono capaci di superarle senza amputazioni, ma suturandole in maniera condivisa. Un plauso all’Argentina, che lo ha fatto fra il 1984 e il 1985 con un processo ai vertici della dittatura militare instaurata dal 1976 al 1983, come viene raccontato in Argentina, 1985 di Santiago Mitre. Un monito anche per il presente complesso, ispirato alla storia di due procuratori, Julio Strassera e Luis Moreno Ocampo. Il primo con decenni di esperienza e la frustrazione di non aver potuto sottoporre a procedimento giudiziario chi agiva indisturbato durante la dittatura. Il secondo giovane alla prima esperienza, proveniente da una famiglia di destra, vicina al potere, con la madre che andava a messa con Videla. Un punto di vista cruciale, il suo, per convincere quella classe media maggioritaria spesso avvezza a tollerare se non a sostenere i tanti “colpi di stato” tentati in quegli anni in Argentina. 

I due osarono perseguire i responsabili, i militari macchiatisi del sangue dei migliaia di desaparecidos pianti a Plaza de Mayo da mamme e mogli, senza lasciarsi intimidire, riunendo un gruppo di lavoro giovanissimo, entusiasta e privo di troppe scorie degli anni passati. Minacce, pressioni, avvertimenti non servirono a niente. Il primo capo di stato eletto democraticamente, Raúl Alfonsin, in pochi giorni dopo l’insediamento firmò un decreto di avvio delle indagini contro le prime giunte militari al governo dopo il golpe del ’76 e responsabili della cacciata di Isabelita Peron, terza moglie di Juan Domingo e prima donna presidente dell’Argentina. La particolarità di questo processo, a cui l’accusa lavorò per pochi mesi raccogliendo decine di faldoni di prove e migliaia di testimonianze, è il suo essere stato il primo e unico di un paese democratico contro un regime dittatoriale. Una ricerca di giustizia coltivando la memoria da parte di persone ordinarie, con un senso della giustizia eroico.

La costruzione è tradizionale, parte dall’inizio dell’indagine, per concludersi con il crescendo dell’arringa finale, momento chiave per la presa di consapevolezza di tutto il popolo argentino, e infine la sentenza. In strada si festeggiò “qualcosa che non fosse una partita di calcio”, come dice il regista. L’aspetto interessante di questo film dai nobili intenti e la buona fattura, produzione Amazon Original, è l’atmosfera non priva di disincanto con cui la famiglia del procuratore, e la sua squadra, vengono raccontati. Particolarmente riuscita è la quotidianità di casa Strassera, con la moglie complice senza smancerie e i due figli pronti a pizzicare il padre con un amore sincero. Davvero convincente è poi la performance di Ricardo Darín, un colosso del cinema argentino.

Argentina, 1985
Il Trailer Ufficiale Italiano per l'uscita al cinema del Film - HD


  • critico e giornalista cinematografico
  • intervistatore seriale non pentito
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