Amiche da morire - la recensione del film con Gerini, Capotondi, Impacciatore

05 marzo 2013
3.5 di 5
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Godibilissima black comedy italiana che rappresenta un'ottimo esordio al cinema per la giovane regista Giorgia Farina

Amiche da morire - la recensione del film con Gerini, Capotondi, Impacciatore

Sorprende positivamente l’esordio alla regia della giovane Giorgia Farina, neanche trentenne. È una ragazza che è stata senza dubbio più fortunata di altri aspiranti registi coetanei e non, trovando in Andrea e Raffaella Leone (figli di Sergio) dei coraggiosi produttori che le hanno messo a disposizione una troupe e un budget di promo livello. A dispetto di quanto potrà incassare al box office italiano, Amiche da morire è una brillante black comedy che si stacca nettamente dalle commedie abitualmente prodotte in Italia, ed è ambientata in una retrograda isoletta siciliana che racconta non una storia italiana, ma una storia. Differenza non da poco per un respiro internazionale e la conseguente commercializzazione del film in altri paesi.

Tre donne che non nutrono alcuna simpatia reciproca, devono far fronte comune quando si consuma una tragedia e ci scappa il morto. Claudia Gerini interpreta una escort forestiera che esercita nel paesino, Cristiana Capotondi è una nativa dell’isola, moglie candida e imbranata, Sabrina Impacciatore è l’altra nativa mortificata nel look anni ’50 da una madre all’antica. Una sera si incrociano per diversi motivi in una caletta sulla spiaggia, scovano un rapinatore di banche e accidentalmente lo fanno fuori. 900 mila euro giacciono lì e non prenderli sarebbe un delitto non meno delittuoso del delitto vero. Il piano è semplice: nascondere il cadavere, aspettare qualche giorno prima di dividersi il malloppo e poi ognuna per la sua strada.

Le tre attrici dimostrano una certa bravura nel mantenersi coerenti con i loro personaggi in un territorio a metà tra il comico e il grottesco. Buon per loro che già all’origine quei personaggi fossero adeguatamente scritti dalla stessa Farina e da Fabio Bonifacci, calcandone il tratto come un film di genere richiede. Lo stesso Vinicio Marchioni, unico elemento maschile di rilievo, fa un ottimo lavoro nei panni dell’ispettore Malachìa che nutre sospetti sulle tre ma non quaglia. Se sceneggiatura e interpreti garantiscono un alto livello, non da meno sono scenografia, fotografia e costumi. Amiche da morire rappresenta quel caso cinematografico in cui gli obiettivi preposti sono raggiunti, in cui tutto funziona a meraviglia e il pubblico assiste a qualcosa di originale. Mentre il cinema italiano guadagna una nuova firma autorevole, quella di Giorgia Farina.





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