21 Jump Street - la recensione del film con Channing Tatum e Jonah Hill

12 giugno 2012
3.5 di 5

Una commedia d’azione divertente e scanzonata, capace di assimilare in maniera intelligente gli stereotipi e le figure retoriche più comuni dei buddy cop movies e dei teen movie.


Bisogna essere onesti.
La popolarità di un serial televisivo come "21 Jump Street" (uno dei tanti ideati dallo specialista Stephen J. Cannell) deriva oggi più dal fatto di essere stato il trampolino di lancio di un certo Johnny Depp che non dalla sua trama o dai suoi contenuti specifici.
Per questo motivo, che l’adattamento firmato dallo sceneggiatore Michael Bacall e dai due registi Phil Lord e Chris Miller sia piuttosto libero in termini di setting e creativi è ampiamente comprensibile, condivisibile e perfino apprezzabile.
Libero di essere sé stesso, pur mantenendo lo spunto di partenza di due agenti di polizia parte di una squadra specializzata nell’infiltrarsi nei licei, questo 21 Jump Street diventa una commedia d’azione divertente e scanzonata, capace di assimilare in maniera intelligente gli stereotipi e le figure retoriche più comuni dei buddy cop movies e dei teen movie.

Come un adolescente assai maturo, o come un quasi adulto ancora legato alle insicurezze degli anni della scuola, quello di
Lord e Miller è quindi un film dalle tante facce, pieno di rapidi cambiamenti umorali, ma non per questo privo di carattere o personalità.
Al contrario, fa della sua mutevolezza e di un tono gradevolmente (e smaliziatamente) scanzonato i suoi principali punti di forza.
Bacall
- che ha all’attivo anche i copion di Scott Pilgrim e di Project X, e che ha sviluppato il soggetto di 21 Jump Street assieme al protagonista Jonah Hill – conferma una spiccata capacità di maneggiare storie riguardanti l’adolescenza e la giovinezza, meglio ancora se declinate in chiave fantasiosa e pirotecnica, azzeccando con sicurezza battute e personaggi (anche quelle del mondo adulto, come l’insegnante con la passione per Channing Tatum interpretata da Ellie Kemper o la mamma di Hill che “faceva festa con Robert Downey Jr. prima che si disintossicasse”), mettendo a disposizione dei registi un copione solido e nel quale l’innalzamento del livello della commedia (perfino quella più raunchy) non coincide mai con l’inabissarsi del buon gusto o dell’intelligenza.
Da parte loro, Lord e Miller fanno tesoro del loro background nel mondo dell’animazione, portando in questo loro debutto in live-action tutto il bagaglio di libertà creativa e anarchica leggerezza espositiva che avevano caratterizzato il celebrato Piovono polpette.

Sorprende, poi, l’affiatamento e la capacità di integrarsi l’un l’altro di una coppia di protagonisti ultra-eterogenea come quella formata da
Jonah Hill e Channing Tatum, capaci di giocare con la loro immagine (quella fuori dal film e quella dentro), ribaltarla e confermarla al tempo stesso. Perché se il loro ritorno al liceo significa rivivere a ruoli invertiti gli anni della scuola (trovata notevole nella sua semplicità), anche lo spiazzamento relativo all'immaginario cinematografico non è da poco.
Se Hill aveva già dato sia sul versante comico che su quello serio (indimenticabile la sua interpretazione in Moneyball), Tatum stupisce per lo sprezzo del ridicolo e per la capacità di adeguare alle regole dello slapstick la sua massiccia fisicità. Senza dimenticare come entrambi giochino smaccatamente e senza vergogna con il côté omoerotico di ogni buddy cop movie che si rispetti.

Nella sua leggerezza, nella volontà di proporre un cinema disimpegnato ma carico di dignità e nella mancanza di ogni altra ambizione (alta o bassa che sia)
21 Jump Street s’impone allora all’attenzione dello spettatore come piacevole e divertente commedia d’azione che si fa anche modello per un nuovo tipo di cinema industriale che recuperi equilibrio, fantasia e un senso della decenza che troppo spesso sembra mancare. Abbandonando, al contrario, tutto quel vero o finto moralismo che affligge gran parte della produzione hollywoodiana contemporanea. E l'omogeneizzazione forzata tra mondo adolescenziale e adulto che è alla base stessa del film lo conferma ad ogni azione illecita o bizzarra dei due cresciuti (?) protagonisti.



  • Critico e giornalista cinematografico
  • Programmatore di festival
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