Fernanda: stasera Matilde Gioli su Rai 1 nel film tv sull'eroica direttrice della Pinacoteca di Brera
Racconta la storia di una misconosciuta eroina del Novecento il film tv di Maurizio Zaccaro, Fernanda, in onda stasera 31 gennaio alle 21.25 su Rai 1. Protagonista è Matilde Gioli.
- Fernanda Wittgens tra storia e invenzione
- La trama e gli interpreti di Fernanda
- Dice il regista Maurizio Zaccaro nelle sue Note di regia
Va in onda stasera alle 21.25 su Rai 1 Fernanda, film tv diretto da Maurizio Zaccaro con protagonista Matilde Gioli, dedicato a una delle straordinarie donne italiane del secolo scorso, la cui vita e le cui opere meritano sicuramente di essere conosciute di più. Parliamo di Fernanda Wittgens, che nel 1944 succede al suo mentore, il professore Ettore Modigliani, licenziato perché antifascista e, da operaia come era entrata, diventa direttrice della Pinacoteca di Brera, a Milano. Durante la guerra, capisce che non basta mettere in salvo i quadri preziosi dai bombardamenti e dalle razzie, e, aiutata dalla sua notorietà che la rende, pensa, insospettabile, si unisce alla Resistenza facendo espatriare molte famiglie ebree. Questo le varrà, nel 2014, il riconoscimento di Giusta tra le Nazioni. Rai 1 ha deciso di rendere omaggio alla generosità e al coraggio di questa eccezionale donna di cultura, cui non venne risparmiata nemmeno l'umiliazione del carcere, dedicandole appunto la biografia romanzata, Fernanda, che vedrete stasera.
Fernanda Wittgens tra storia e invenzione
Della vita personale di Fernanda Wittgens, a parte i rapporti famigliari, non si sa nulla e dunque per esigenze narrative gli sceneggiatori Dario Carraturo e Guglielmo Finazzer con la collaborazione dello stesso Zaccaro, inventano due personaggi maschili che entrano nella vita della donna: uno, interpretato da Eduardo Valdarnini, è Giovanni, un operaio romano ignorante ma affascinato dalla dedizione di Fernanda all'arte, che viene da lei convolto nella sua impresa più rischiosa. L'altro è un amore ideale, che si rivelerà agli antipodi dal gentiluomo con cui decide di corrispondere, un tedesco di nome Hans Edlen, interpretato da Christoph Hulsen.
La trama e gli interpreti di Fernanda
Fernanda Wittgens è stata la prima direttrice della Pinacoteca di Brera e tra le prime donne in Italia e in Europa a ricoprire un ruolo così prestigioso. Fin da bambina trascorreva le domeniche visitando i musei nella Milano di inizio Novecento in compagnia del padre Adolfo. Il coronamento del suo sogno è reso possibile dall’incontro nel 1928 con Ettore Modigliani, storico direttore della Pinacoteca di Brera. Un incontro che cambia la vita di Fernanda, assunta come “operaia avventizia”. La giovane donna dimostra di saper e voler fare molto di più di quel che le spetterebbe e quando Ettore Modigliani viene sollevato da ogni incarico in quanto antifascista, lei prende il suo posto, diventando la prima donna a ricoprire un ruolo così importante nella Pinacoteca. Pochi anni dopo l’Italia entra in guerra e salvaguardare le opere della galleria dai bombardamenti diventa un imperativo: nel giugno del 1940, Fernanda partecipa al primo trasferimento di alcune delle opere ospitate in Pinacoteca. E non solo le opere troveranno una via di fuga: Fernanda si impegna in qualcosa di ancora più rischioso. All’oscuro anche della sua famiglia, contribuisce a far espatriare in Svizzera centinaia di ebrei destinati al campo di concentramento. Ma è proprio da un giovane collaborazionista che viene tradita e arrestata insieme alle sue amiche e collaboratrici. Fernanda viene condannata a quattro anni di carcere, poi ridotto a uno, ma la guerra è agli sgoccioli. Oltre a Matilde Gioli ed Eduardo Valdarnini, ci sono Valeria Cavalli nella parte della madre, Maurizio Marchetti che è Ettore Modigliani, Sergio Albelli il professor D'Ancona, oltre a Francesca Beggio, Lavinia Guglielman, Beatrice Barrilà, Silvia Lorenzo e Sergio Grammatico.

Dice il regista Maurizio Zaccaro nelle sue Note di regia
Esistono fra le pieghe della nostra storia eventi nascosti che per il loro straordinario impatto umano muovono ancora grandi emozioni. Appunto per questo il primo fra i motivi che deve rendere credibile non solo l’interpretazione della nostra protagonista ma anche quella di tutti i personaggi che man mano interagiscono con lei non è solo la ricchezza di informazioni e aneddoti, ma soprattutto l’autenticità della messa in scena sostenuta anche da pregevoli immagini di repertorio per raccontare la nostra memoria altrimenti stinta dal tempo, sfocata. Fernanda assume così un significato universale, svelando il disegno a cui la protagonista è stata predestinata: salvare non solo gli inestimabili tesori d’arte custoditi nella Pinacoteca di Brera di Milano ma anche la vita di tanti ebrei, perseguitati dai fascisti e dai nazisti dopo le famigerate leggi razziali del 1938. “Macchia indelebile” del nostro Paese. Per fare un film su Fernanda Wittgens, però, non bastano le informazioni, anche se dettagliate che abbiamo sulla sua vita, soprattutto negli anni più bui della Pinacoteca minacciata dai bombardamenti, occorre soprattutto adattare con originalità e con un pizzico di immaginazione tutta la vicenda. Ed è per questo che oggi, in un’epoca altrettanto buia e drammatica come quella che stiamo vivendo, abbiamo voluto riportare fra noi Fernanda. Perché è proprio del suo esempio che l'umanità ha oggi un estremo bisogno. E lo facciamo con il pensiero rivolto ad un altro grande artista milanese, Giorgio Strehler, quando il giorno dopo la strage di Piazza Fontana disse agli attori del Piccolo Teatro: “Che cosa possiamo fare noi gente di teatro? Alla mortificazione di non poter opporre, in momenti simili, un qualsiasi gesto utile, di fronte alla dolorosa impotenza del teatro, o più ampiamente dell’arte, di fronte alla violenza e alla follia, l’artista può solo sforzarsi di continuare a fare bene il proprio lavoro”. Fernanda è quindi una storia che ha richiesto d’essere narrata con il dovuto rispetto, perché oltre alla vicenda personale di questa coraggiosa donna milanese, il film ora realizzato può diventare anche una splendida occasione per raccontare Arte e Bellezza come uniche armi possibili contro guerre insensate, orribili stragi e devastazioni. "L'arte è una della più alte forme di difesa dell'umano", diceva Fernanda Wittgens.