Dune: Prophecy, una serie "epica e allo stesso tempo umana, intima": Il racconto dei creatori e del cast
La nuova serie di fantascienza, prequel del film Dune, in onda in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 18 novembre.
La sede di New York di HBO ha ospitato la stampa internazionale per la presentazione della nuova serie Dune: Prophecy, in Italia in onda su Sky Atlantic e in streaming solo su NOW dal 18 novembre, ogni lunedì con un nuovo episodio. A presentare lo show sono stati chiamati i creatori e alcuni membri del nutrito cast. "La serie è ispirata dal libro Sisterhood of Dune, scritto nel 2012 da Brian Herbert e Kevin J. Anderson", conferma la showrunner e produttrice esecutiva Alison Schapker. "La trama si sviluppa durante due timeline differenti, con la prima che vede la giovane protagonista Valya Harkonnen assumere il potere all'interno delle Bene Gesserit, mentre trent'anni dopo la vediamo consolidata al comando mentre deve affrontare più di una minaccia esterna. Da una parte dunque seguiamo il romanzo mentre poi ce ne allontaniamo per creare una storia e personaggi diversi, originali. L'abbiamo fatto con il consenso della famiglia Herbert, i cui membri sono rimasti molto soddisfatti di come intendevamo sviluppare la figura di Valya e le altre che la circondano".
Il processo di adattamento del romanzo ha richiesto anche un aggiornamento nel linguaggio dei personaggi, reso maggiormente appetibile per il pubblico televisivo contemporaneo: "L'universo di Dune che volevamo presentare doveva essere epico e allo stesso tempo umano, intimo", conferma Schapker. "Lo spessore delle storie e delle ambientazioni doveva far sentire al pubblico di essere trasportato in un altro luogo lontano, mentre i personaggi e le loro relazioni al contrario sono qualcosa a cui gli spettatori possono rapportarsi, possiedono la necessaria umanità per essere riconoscibili. È un equilibrio non facile da trovare: se non costruisci personaggi con vari livelli di lettura, con emozioni comprensibili, il prodotto non funzionerà, non importa quanto grandi siano i set o quanto magnifici gli effetti speciali". Allo stesso modo la pensa il produttore esecutivo Jordan Goldberg: "Quando lavori nella stanza con gli sceneggiatori, ti devi concentrare sui personaggi e sulle loro interrelazioni, non c'è altra via per far funzionare una serie tv".
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Dune: Prophecy, donne forti in tempi pericolosi
Se la versione più giovane della protagonista è interpretata da Jessica Barden (The End of the F***ing World), la versione adulta ha il volto della due volte candidata all'Oscar Emily Watson (Chernobyl), la quale ha spiegato il suo approccio al ruolo: "Quando Olivia Williams [che interpreta sua sorella Tula] ed io abbiamo ottenuto i nostri rispettivi ruoli, siamo tornate a studiare personaggi storici come Elisabetta I, Maria Regina di Scozia e tutte quelle donne che sono vissute in tempi pericolosi, in società dove quasi tutti volevano ucciderti oppure sposarti. Le cospirazioni e i giochi di potere erano assolutamente senza scrupoli. Eppure vengono ricordate come epoche di splendori per il Regno Unito. Quello che le Bene Gesserit vogliono fare in Dune: Prophecy, ma in generale in tutti i romanzi di questo universo, è controllare il gioco, guidare i sovrani e gli uomini di potere facendo comunque credere loro che sono al comando".
Ma cosa le è piaciuto maggiormente della figura complessa di Valya? "Non ha paura di compiere azioni anche moralmente ambigue per il bene del suo Ordine, oppure per mantenere l'equilibrio di potere che garantisce la pace tra le varie famiglie e fazioni. Valya è una stratega", risponde Watson. Tra le giovani ragazze che vengono addestrate da Valya per diventare Bene Gesserit c'è anche la fragile ma talentuosa Lila, interpretata da Chloe Lea: "Vedere una serie di tali dimensioni con un cast talmente variegato e inclusivo è sinceramente ammirevole. In più la storia vede protagoniste donne che non hanno paura di adoperare il loro potere, non chiedono scusa per le proprie azioni. E questo è stato possibile perché la storia è talmente ricca di sfumature e di personaggi bidimensionali, che è diventato semplice introdurre e rendere coeso tutto questo".
Come Dune: Prophecy si collega ai film con Timothée Chalamet
Ambientato circa 10,000 anni prima della nascita di Paul Atreides, l'eroe interpretato da Timothée Chalamet nei due lungometraggi diretti da Denis Villeneuve, Dune: Prophecy vede l'impero governato dalla famiglia Corrino. Unico personaggio appartenente alla famiglia degli Atreides è Keiran, addestratore della Principessa Ynez Corrino. A interpretarlo troviamo Chris Mason: "Essendo una storia che inizia millenni prima della comparsa di Paul Atreides, abbiamo scelto di non avvicinare troppo i personaggi. Ho avuto di conseguenza enorme spazio per costruire a modo mio la figura di Keiran senza dover necessariamente guardare al lavoro fatto da Timothée. Poi ci sono dei dettagli che collegano in qualche modo gli Atreides, come ad esempio le loro spade iconiche, che vengono maneggiate da Keiran in maniera simile a quella dei personaggi nei film, trattandosi di un'antica tradizione degli Atreides e del loro modo di combattere".
Ma cosa rende Dune la saga di fantascienza più importante e amata dei nostri tempi? Il primo a tentare di dare una risposta è Josh Hueston, che nella serie interpreta Constantine Corrino, fratello di Ynez: "I romanzi di Dune hanno creato quella che possiamo considerare la fantascienza contemporanea, influenzando in pratica tutto quello che è venuto dopo il primo libro scritto da Frank Herbert. Ci troviamo di fronte a uno dei capisaldi della fantascienza, che racconta le pieghe dell'essere umano in maniera impressionante dietro le coordinate del genere". Alison Schapker aggiunge: "Penso che l'universo di Dune sia provocatorio in maniera salutare perché attraverso le sue storie e i personaggi ti costringe costantemente a chiederti cosa significhi essere un umano, quali sono i tratti che ti rendono tale".
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