Squid Game, 5 domande senza risposta dopo la fine della Serie TV
La terza stagione di Squid Game è anche l'ultima, ma molte sono le domande senza risposta che tormentano il pubblico.

La terza stagione di Squid Game ha ormai concluso la sua corsa, ma molte sono le domande senza risposta che potrebbero tormentare il pubblico. Domande che abbiamo cercato di raccogliere e metabolizzare per affrontarle insieme. Dopo il successo esploso con la prima stagione, Squid Game ha riportato Gi-hun ancora una volta tra i giochi letali da cui era emerso vincitore ma con un’intenzione diversa. Se in principio aveva accettato di partecipare per soldi, nella seconda stagione Gi-hun vuole tornare dove tutto ha avuto inizio e fine per mettere un punto a quella follia. Riuscire nell’intento non è facile, soprattutto quando si è da soli contro un sistema malato e violento, ma Gi-hun ha fatto tutto il possibile per riemergere come un essere umano migliore. Quali sono le domande senza risposta ma di cui avremmo voluto sapere di più dopo la terza stagione?
Squid Game, 5 domande senza risposta che ci tormenteranno dopo la fine della Serie TV
La frase mai conclusa di Gi-hun
Uno dei misteri riguarda proprio Gi-hun. Poco prima di sacrificarsi per salvare la bambina nata durante i giochi, il protagonista guarda dritto davanti a sé e, sull’orlo del precipizio, afferma: “Non siamo cavalli, siamo esseri umani. E gli umani sono…”, poco dopo, però, precipita nel vuoto ponendo fine alla sua vita per salvare quella di un innocente. Il pubblico si è chiesto prontamente: perché non ha terminato la frase? E, soprattutto, cosa avrebbe voluto dire? Ad offrire una spiegazione più vaga è stato l’ideatore, secondo cui non avrebbe potuto incasellare gli umani in una sola categoria, per cui ha ispirato il pubblico a porsi a sua volta la domanda cercando la risposta più adeguata.
Chi si prenderà cura della neonata della giocatrice 222?
Il finale di Squid Game vede trionfare una bambina innocente ai giochi, una scelta inaspettata che ha spinto poi il Front Man a dover agire di conseguenza. La bambina è riapparsa inaspettatamente al cospetto del detective Jun-ho, fratello del Front Man. Quest’ultimo ha deciso di affidarla alle sue cure, sapendo di potersi fidare di lui e del suo buon cuore. Ma cosa accadrà realmente alla bambina è tutto da vedere. Non è detto, infatti, che Jun-ho decida di tenerla così come non è detto che userà quel denaro, vinto con il sangue di altri.
La guardia No-eul ha ritrovato sua figlia?
Un altro spunto lanciato dal finale della terza stagione riguarda No-eul, unitasi ai giochi come guardia ma che sin dal primo momento ha manifestato una forte posizione in merito alle atrocità mosse dai suoi colleghi. Infatti decide di salvare uno dei giocatori che aveva conosciuto in un diverso momento della sua vita, padre di una bambina malata. Avendo a sua volta perso sua figlia, non ha voluto privare quella bambina della stessa sorte e ha aiutato quell’uomo a fuggire dai giochi. Dal suo canto, però, anche No-eul è riuscita a fuggire dall’isola prima dell’arrivo delle forze dell’ordine ed è stata poi contattata dal suo detective privato per scoprire che forse sua figlia è in Cina. L’ultima volta che il pubblico vede No-eul è in aeroporto, pronta a partire per la Cina. Ma ritroverà davvero la sua bambina?
Perché l’unico sopravvissuto fuggito dagli Squid Game non ha sporto denuncia?
In genere si abbandonano i giochi in una bara oppure da vincitore. Nessuno, prima di Gyeong-seok, è riuscito a scappare dall’isola ma lui ce l’ha fatta con il supporto di una guardia le cui ragioni resteranno sempre oscure ai suoi occhi. Ma perché, una volta a casa, non ha tentato di denunciare quanto accaduto su quell’isola? Una delle mancanze del finale di stagione è vedere anche l’esposizione dei giochi all’opinione pubblica. Perché nessuno ne parla? E, soprattutto, perché Gyeong-seok non lo fa? L’uomo sembra essere tornato alla sua vecchia vita di sempre, al parco giochi con sua figlia, come se non avesse rischiato più volte la vita per denaro. Ma la serie tv non ha mostrato cos’è accaduto nella sua vita mesi dopo quella disavventura, per cui non sappiamo come ha agito.
Squid Game tornerà?
Questa è probabilmente una delle prime domande che il pubblico ha cercato di affrontare dopo la fine della terza stagione, soprattutto dopo quello spunto tutto americano tra il Front Man e nientedimeno che Cate Blanchett. Nel finale di stagione, il Front Man arriva a Los Angeles per consegnare gli averi di Gi-hun a sua figlia, informandola della sua scomparsa e, sulla via del ritorno, in un vicolo scorge una reclutatrice con le fattezze di Cate Blanchett. I due si scrutano per qualche secondo, riconoscendosi, ed è bastato questo a rafforzare l’idea che uno spin-off americano sia nell’aria. Già da tempo si vociferava di un reboot americano di Squid Game e lo spunto lanciato nell’ultimo episodio coreano suggerisce proprio questa direzione. Ad incuriosire è però la scelta del gioco scelto dalla reclutatrice: perché proprio il coreano ddakji e non un gioco americano? In merito agli Squid Game coreani, dopo aver fatto saltare in aria la propria base con isola annessa e l’arrivo della polizia, è probabile che il Front Man debba cambiare location per portare avanti i propri giochi e far felice i VIP. Quello che non sappiamo, qualora ci fosse davvero una versione americana, è il ruolo del Front Man: toccherebbe sempre a In-ho? Oppure la versione americana ne avrebbe già uno tutto suo?