Il Cono d'Ombra - La storia di Denis Bergamini: presentata la docuserie in arrivo sui canali Sky e NOW il 27 e 28 giugno
Nel corso di una conferenza stampa a Milano con Pablo Trincia, il suo team e i produttori, per la nuova docuserie Il cono d'ombra - La storia di Denis Bergamini, in onda su Sky Tg24, Sky Crime, Sky Documentaries e in streaming su NOW il 27 e 28 giugno.

Ad un mese di distanza dal podcast, arriva il 27 e 28 giugno su Sky TG24, Sky Crime, Sky Documentaries, Sky Sport e in streaming su NOW, l'omonima docuserie Il Cono d'Ombra – La storia di Denis Bergamini, una produzione originale di Sky Italia e Sky TG24, in collaborazione con Sky Crime, realizzata in collaborazione con Tapelessfilm. A indagare e ricostruire una storia che è stata avvolta nell'oscurità per più di tre decenni, e che solo l'anno scorso è riuscita a vedere una parvenza di luce con una sentenza in primo grado del tribunale, è il team di molti altri seri lavori di indagine composto da Pablo Trincia, Debora Campanella e dal regista Paolo Negro, che il 23 giugno hanno presentato questa nuova serie a Milano, alla presenza della sorella di Denis Bergamini, Donata, e dei produttori. Il 18 novembre 1989 un calciatore centrocampista, stella del Cosenza Calcio, che ha contribuito a portare in serie B, il ferrarese Donato “Denis” Bergamini, lascia improvvisamente il ritiro della squadra alla vigilia di un'importante partita, senza avvertire nessuno, a bordo della sua Maserati Biturbo.
Poche ore dopo, quando i compagni scherzano su quanto gli costerà questo ritardo, arriva una notizia terribile e inaspettata: quel loro solare e amato amico si sarebbe suicidato, tuffandosi sotto un Tir. L'incredulità è generale: perché mai questo ragazzo così allegro e soddisfatto e pieno di speranze per il futuro avrebbe compiuto questo gesto? E soprattutto, perché unica testimone assieme al camionista è Isabella Internò, la sua gelosa ex fidanzata che il calciatore non frequentava da almeno due anni? Frettolosamente, mentre la famiglia, i compagni di squadra e i tifosi non credono neanche per un attimo al suicidio, le indagini vengono chiuse. Ma il corpo di Denis aspetta pazientemente quasi intatto di dire la sua verità e avvalorare con l'autopsia, dopo una seconda riesumazione a distanza di quasi 30 anni dalla morte, quello che chi lo amava, a partire dalla sorella Donata, ha sempre saputo. Le indagini si riaprono e vedono Isabella Internò accusata di omicidio in concorso con ignoti e, in attesa dell'appello l'anno prossimo, condannata a 16 anni di carcere in primo grado.

Dopo aver raccontato la tragedia collettiva di Rigopiano, dice Pablo Trincia, avevamo bisogno di cambiare registro. Siamo lo stesso team, le stesse persone, quindi abbiamo attraversato quella complessa vicenda e volevamo proprio cambiare aria. Inizialmente avevamo L'idea di occuparci di un caso di scomparsa ma poi una delle persone protagoniste di questa storia si era tirata indietro e quindi abbiamo deciso comunque di restare sulla cronaca nera e Denis Bergamini era uno dei casi che ci compariva più spesso, che tornava sempre nei nostri file vecchi e nuovi. Io personalmente nonostante Debora e gli altri mi dicessero di provare, pensavo che era passato troppo tempo e non ci fosse materiale. Ma poi a un certo punto quando abbiamo visto che c'era coinvolto l'avvocato Fabio Anselmo, che io conosco per altri casi, perché ci ho lavorato per Cucchi, Aldrovandi e altre vicende che ho seguito abbiamo fatto una call. E lui ci ha detto: guardate che c'è tantissimo materiale audio e video e già questo ovviamente ha spostato l'ago della bilancia e poi quest'immagine di questa macchina che entra in questa piazzola di sosta con con due persone dentro e poi una delle due un'ora e mezzo dopo è morta sotto un camion, sembra quasi veramente l'inizio di un romanzo. per quanto purtroppo non lo sia, però è un qualcosa che ha un elemento di mistero molto forte che ci ha veramente invogliato a entrarci dentro e a illuminare, o cercare di illuminare il più possibile, questo questa zona, questo cono d'ombra.

Nonostante l'abbondanza dei documenti, tra cui numerose videocassette registrate dallo stesso Bergamini, il luogo fisico non esiste più: la piazzola è sparita, sostituita da due nuove strade, e questo ha dato l'idea, come racconta Paolo Negro, per chiarire esattamente la dinamica dei fatti, di ricorrere a modellini e a una fedele ricostruzione con attori:
Ogni volta che ci immergevamo nel cono d'ombra ci rendevamo conto che non avevamo tutti gli strumenti per capire cos'era successo e per validare tutte le testimonianze che stavamo studiando, quindi siamo partiti chiedendo a uno studio specializzato nella realizzazione di modellini di crearne uno in scala 1:43, basandoci su tutte le informazioni in nostro possesso in quel momento, che erano le foto della scena scattate la sera stessa, le immagini della Rai del giorno dopo, una foto satellitare dell'Aeronautica di quello stesso anno così che potesse diventare un vero banco di prova per validare o meno tutte le testimonianze. Poi ci siamo resi conto che la scala 1:43 che ti dava questo volo d'uccello che ti permetteva di collocare geograficamente tutte le testimonianze non era più sufficiente a capire la dinamica di quello che le persone che erano lì hanno raccontato ed è nata l'esigenza di ricerca, prima ancora che di restituzione al pubblico, di un ottimo dispositivo filmico e registico per noi stessi, per capire cos'era successo. Quindi abbiamo ingaggiato una compagnia teatrale che usa il metodo Strasberg perché non volevamo una rappresentazione macchiettistica e la sceneggiatura era assolutamente quello che veniva riportato nelle testimonianze e nei documenti. Non è una cosa facile da rappresentare perché sono testimonianze frammentarie, noi però abbiamo scelto di non colmare quei vuoti, di mettere in scena quello che le persone che erano lì hanno detto e così facendo si sono enfatizzate ancora di più le discrepanze e le incongruenze di alcune testimonianze e questo ci ha permesso poi di capire veramente cosa doveva essere successo.
Leggi anche Il Cono d'Ombra - La storia di Denis Bergamini: arriva il nuovo podcast di Pablo TrinciaDebora Campanella parla del metodo di lavoro adottato per questa serie:
Abbiamo fatto quello che facciamo sempre in realtà, cioè abbiamo esaminato le carte, abbiamo ascoltato i testimoni, scandagliato il possibile. Le domande che avevamo erano tantissime e abbiamo provato anche a dare una risposta, anche se in realtà come ci hanno insegnato questi 35 anni, è quasi impossibile dare una risposta a molte di queste domande, a partire dal perché perché abbandonare il ritiro, perché recarsi su quella piazzola e sono solo le prime due che mi vengono in mente. Quello che abbiamo voluto fare è mettere in fila queste domande e dare le risposte possibili ma non dare una nostra interpretazione di quello che abbiamo letto e di quello che abbiamo sentito, solo fornire alle persone che ci hanno ascoltato e che adesso vedranno la serie gli elementi per capire e farsi una propria idea di quanto è successo.
Anche Pablo Trincia, parlando degli elementi che escludono il suicidio, rivela qualcosa sul metodo scientifico con cui si sono avvicinati alla storia:
Il tema del suicidio è un tema che conosco per aver averlo trattato in altri casi, però ovviamente la cosa che senti sempre dire, quando una persona si toglie la vita, è che che stava bene, che nessuno si è accorto di niente, quindi per noi in realtà il tema non era tanto quello perché, sì, certo Denis Bergamini è dimostrato che stava bene in quei giorni, era motivato, aveva dei progetti, spingeva i compagni ad allenarsi per la partita del giorno dopo, sembrava felice e lo aveva detto anche in una intervista. Ma puoi anche pensare che una persona comunque a un certo punto, per quanto improbabile sia in quello scenario, decida di togliersi la vita così all'improvviso e che aveva nascosto bene il suo malessere. Ma noi siamo sempre rimasti molto attaccati alla scienza e alla fisica in questo caso, perché è la fisica a dirti che lui non si è suicidato in quel modo e noi siamo sempre rimasti fedeli a quello.

Chiudiamo lasciando la parola a Donata Bergamini, sorella maggiore e attaccatissima al fratello, che spiega benissimo cosa succede alle persone più vicine alla vittima, quando la giustizia tarda a fare il suo corso e nel frattempo le menzogne si accumulano. Donata ci appare come una donna straordinaria, alla quale auguriamo di ottenere una vera giustizia, sia pure tardiva:
Come diceva Pablo, io ho sempre cercato di non enfatizzare mai quello che era mio fratello, anche perché solitamente quando una persona se ne va, sono sempre tutti buoni e tutti bravi. Come era mio fratello lo potete vedere dalle interviste che rilasciano i suoi compagni di squadra, come sorella posso dire che venivamo da una famiglia con valori e Dennis questi valori ce li aveva. Quello che mi ha dato molto fastidio è che anche sulla sua personalità sono state dette cose non vere, che col tempo si sono dimostrate essere esclusivamente dei depistaggi. La cosa che mi fa più male, che mi ha sempre fatto veramente arrabbiare, è che era una verità che era visibile fin da subito e che qualcuno non ha voluto vedere, questo veramente è stato un dolore grandissimo. Abbiamo avuto la fortuna che papà guidasse i camion, quindi anche solo per la dinamica di come ci avevano descritto il fatto, col trascinamento, papà sapeva che non non poteva essere così perché era un esperto. Quando abbiamo visto (il corpo di) Denis, dal suo viso e dalle sue gambe, intatti, abbiamo capito che non poteva essere quello che ci hanno raccontato e da come ci hanno trattato da subito abbiamo capito che c'era qualcuno che metteva un muro. Cosa ci faceva lì la Internò? Abbiamo capito subito che tutto ciò che ci avevano raccontato non era vero e questo è stato dimostrato e l'unica cosa che mi sento di dire è che spero che la giustizia non impieghi altrettanti anni di quanti ne ha impiegati finora, per chiudere altri cerchi. Io ho lottato all'inizio insieme a papà finché ha potuto, ovviamente la sua età non gli ha permesso di essere qui e di essere presente alla sentenza di primo grado dove la Internò è stata condannata a 16 anni. Aspettiamo e vediamo cosa succede, ma, ripeto: l'unica persona che finora ha fatto il carcere sono stata io per 35 anni: un'innocente.
Il Cono d'Ombra – La storia di Denis Bergamini, ricordiamo, arriverà sui canali Sky e in streaming su NOW il 27 e 28 giugno e siamo sicuri che non vi lascerà indifferenti, perché come al solito è un lavoro realizzato da Pablo Trincia e dal suo team con grande accuratezza ed empatia, che accende una luce importante su una vittima giovanissima e sul calvario della sua famiglia, in uno dei casi più tristemente oscuri di cronaca nera del nostro Paese.