Glee, Ryan Murphy ammette: "Dopo la morte di Cory Monteith avremmo dovuto chiudere la serie"
Il co-showrunner del musical dramedy di FOX ha riflettuto su una delle tragedie che ha colpito la serie, la scomparsa prematura dell'interprete di Finn.
In questi giorni si sta tornando a parlare insistemente di Glee, il musical dramedy andato in onda sull'americana FOX per 6 stagioni dal 2009 al 2015. L'occasione è un nuovo rewatch podcast intitolato And That's What You REALLY Missed e condotto dagli ex co-protagonisti Jenna Ushkowitz e Kevin McHale (Tina e Artie). Nell'ultimo episodio del podcast l'ideatore e co-showrunner della serie Ryan Murphy ha parlato di una questione dolorosa e spinosa: la scomparsa di uno dei protagonisti, Cory Monteith che interpretava il quarterback Finn Hudson, nel 2013 mentre Glee era ancora in onda. Secondo lo sceneggiatore, la serie avrebbe dovuto chiudere i battenti dopo quella tragedia. Invece è continuata, proseguendo per altre due stagioni.
Glee: Lo shock dopo la morte di Cory Monteith
Cory Monteith, lo ricorderete, è stato trovato morto in una camera d'albergo di Vancouver nel luglio del 2013 per quella che i medici legali hanno individuato come un'intossicazione dovuta a un mix di eroina e alcol. La serie, in quel momento in pausa, tornò comunque in onda a settembre di quello stesso anno facendo un tributo a Monteith nel memorabile terzo episodio della quinta stagione intitolato The Quarterback (in italiano Addio, Finn). Il personaggio di Finn venne fatto morire off screen per cause volutamente non chiarite dagli sceneggiatori. Lo show è poi proseguito per altri 30 episodi facendo alla fine un ulteriore tributo a Monteith intitolando a Finn l'auditorium della McKinley High School, il liceo al centro della serie, nell'ultimo episodio.
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"Se dovessi affrontare di nuovo una cosa del genere, ci fermeremmo per molto tempo e non torneremmo più indietro", ha detto senza mezzi termini Murphy, aggiungendo che se la stessa cosa fosse successa oggi, avrebbe rappresentato la fine per la serie. "Perché non puoi davvero riprenderti da una cosa del genere. Non è stata una morte normale, sai quando qualcuno è malato e puoi vederlo. È successo così in fretta senza alcun preavviso", ha osservato lo sceneggiatore.