Vous n'avez encore rien vu, la recensione del film di Alain Resnais
Vous n'avez encore rien vu, la recensione del film di Alain Resnais presentato in concorso al Festival di Cannes 2012.
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Nella fretta di tornare al lavoro dopo l’ultimo Gli amori folli, Alain Resnais ha guardato al teatro. E con i suoi collaboratori ha individuato nell’Euridice e in altre opere firmate da Jean Anouilh il materiale giusto per costruire un nuovo film.
Ma il teatro, in Vous n’avez encore rien vu, non sta solo nella matrice, ma è parte integrante di una messa in scena dalla semplice complessità nella quale le performance riecheggiano costantemente l’una nell’altra.
È un complesso gioco di scatole cinesi, il nuovo lavoro del francese, che parte dalla morte di un commediografo che chiama post-mortem gli amici che negli hanno portato in scena una sua versione della storia di Orfeo e Euridice valutare il video di una messa in scena di quella stessa pièce da parte di una compagnia di giovani.
Ed ecco che, mentre osservano il video, il gruppo di nomi noti del cinema francese che nel film interpretano se stessi accavalla la sua recitazione delle scene a quella dei giovani colleghi che seguono sullo schermo.
Fino ad un finale “a sorpresa” a sua volta rispecchiato in altro ancora.
La vita, l’amore, la morte, al centro di Vous n’avez encore rien vu: anche nelle loro accezioni cinematografiche.
Se non soprende che possano essere questi i temi scelti da un regista alle soglie dei novant’anni, che chiaramente va alla ricerca di una sua personale forma testamentaria, non si può non notare come la felice anarchia creativa e narrativa degli Amori folli sia qui costretta e soffocata da un impianto ingessato, vecchio e vagamente mortifero. Come se nella messa in scena iperteatralizzata del suo film, Resnais avesse messo in bocca ai suoi attori di ieri e di oggi riflessioni e pensieri che suonano quasi come un’orazione funebre al lui e al suo cinema.
O a un certo tipo di cinema.
Perché, senza dubbio, l’unico reale elemento di interesse di Vous n’avez encore rien vu, e al tempo stesso la zampata di un vecchio leone, stanno nel ragionamento sulle identità e le differenze delle forme della messa in scena e della rappresentazione: registica e attoriale.
Ma, prevedibilmente, nessuno aspetto di questo ragionamento riesce ad essere realmente incisivo nel senso di un contatto stretto e produttivo con una realtà (cinematografica e drammaturgica) in dinamica e costante trasformazione.
Nel cast all star assemblato per questo requiem, si fanno notare soprattutto Mathieu Amalric e Pierre Arditi, mentre non si capisce bene cosa ci stia a fare nel gruppo quel torsolone di Lambert Wilson.
- Critico e giornalista cinematografico
- Programmatore di festival