Vi presento i nostri - la recensione della nuova commedia sui Fotter
Il tempo delle presentazioni in casa Fotter non è ancora terminato. È il turno dei gemellini di cinque anni, e della festa per il loro quinto compleanno, diventare il pretesto per un terzo film. Vi presento i nostri arriva dieci anni dopo Ti presento i miei e rinnova il duello tra Greg ed il temibile suocero ex agente della CIA Jack By...
Vi presento i nostri - la recensione
Il tempo delle presentazioni in casa Fotter non è ancora terminato. È il turno dei gemellini di cinque anni, e della festa per il loro quinto compleanno, diventare il pretesto per un terzo film. Vi presento i nostri arriva dieci anni dopo Ti presento i miei e rinnova il duello tra Greg ed il temibile suocero ex agente della CIA Jack Byrnes. Dopo un lieve infarto di quest’ultimo tenuto sotto controllo con una auto defibrillazione si pone un serio dilemma: saprà Gaylord (detto Greg) Fotter (Focker in originale) assumere il comando, prendere le redini della famiglia, diventare il patriarca… insomma, essere il nuovo Don Fotter? God Focker in originale, un chiaro richiamo a Il Padrino che tradotto letteralmente farebbe crollare in Italia le mura di qualche piccolo stato.
Per andare dritti al sodo, questo film è più divertente del secondo ma non è all’altezza del primo. È raro che una commedia riesca a generare ben due sequel che in questo caso non possono essere trattati come film a loro stanti. Allungando il brodo si perde il sapore e trovare le giuste spezie alla ricerca di un nuovo gusto è un’arma a doppio taglio. Nel primo sequel Mi presenti i tuoi? gli aromi aggiunti erano i genitori fricchettoni di Ben Stiller interpretati da Dustin Hoffman e Barbra Streisand, personaggi agli antipodi rispetto ai Byrnes. In Vi presento i nostri i due ritornano per brevi sequenze non fondamentali né indimenticabili, se non altro danno corpo al cast sul manifesto del film insieme ai. Di memorabile però c’è Jessica Alba ed il suo personaggio che si chiama Andi Garcia (come l’attore, sì), rappresentante di una casa farmaceutica che vede in Greg Fotter il perfetto testimonial per un prodotto di nome Sustengo (è necessario specificare cosa debba sostenere il farmaco?).
Jay Roach cede la sedia da regista a Paul Weitz mentre la storia si appoggia su quei punti saldi riconosciuti e confermati: Ben Stiller nei panni dell’uomo medio più sfigato della media, Robert De Niro nel ruolo più azzeccato da quando è entrato nella terza età, Owen Wilson in ripetute apparizioni karma-caricaturali. Le gag (un po’ di vomito, flatulenze e rimandi agli organi genitali) tentano di dare quel tocco di molestia e scurrilità e talvolta ci riescono. Come spesso accade di fronte ad una commedia come questa, per divertirsi è sufficiente entrare nel mood del film. Come? Se ridete alla prima battuta è fatta. Se ridono i vicini di poltrona è fatta. Se non ride nessuno riflettete e poi fatevela sta risata. È tutta salute.
- Giornalista cinematografico
- Copywriter e autore di format TV/Web