Una notte da leoni - la recensione della commedia di Todd Phillips
L’intelligenza di Una notte da leoni sta nel riproporre i luoghi comuni del genere comico più ridanciano dentro una scatola ad incastri temporali dotata di notevole ritmo narrativo. Il risultato è assolutamente divertente, grazie anche all’affiatatissimo trio di protagonisti.
Una notte da leoni - la recensione
“Memento che incontra Salvate il soldato Ryan!”: così lo ha definito il suo protagonista Bradley Cooper. Ed effettivamente questo accostamento quanto meno stuzzicante tutto sommato si addice a riassumere l’idea di partenza per Una notte da leoni, in originale The Hangover ( il dopo sbornia), commedia ridanciana che in America si sta rivelando al botteghino come la sorpresa di questa estate con 105 milioni di dollari incassati in soli dieci giorni di programmazione. La storia è quella di un gruppo eterogeneo di amici che, dopo una folle notte passata a Las Vegas per l’addio al celibato di uno di loro, si risveglia in una camera d’albergo devastata, e per di più col novello sposo scomparso nel nulla. Ai tre improbabili e fracassoni superstiti rimangono pochissime ore per sistemare tutti i vari disastri combinati nella nottata, di cui non ricordano assolutamente nulla.
Se la trama principale di Una notte da leoni non è particolarmente originale, tuttavia lo è la struttura temporale “spezzata” con cui la storia viene proposta; invece di confondere le acque e rendere il prodotto meno scorrevole la sceneggiatura, scritta da Jon Lucas e Scott Moore, costruisce una narrazione briosa e ricca di trovate comiche, che funzionano abbastanza sorprendentemente sia come momenti tra loro indipendenti che nel creare appunto un continuum comico dotato di una sua logica. Anche le suddette trovate poi, pur non essendo il massimo della novità, sono tutte inserite in scene realizzate con un ritmo molto preciso e perfettamente cadenzato, su cui Todd Phillips imbastisce una messa in scena che, pur sfruttando a livello visivo tutti i luoghi comuni del genere, non risulta mai ripetitiva o approssimativa. A completare la riuscita di Una notte da leoni il trio impagabile di protagonisti: se Bradley Cooper conferma la sua vena comica molto efficace, già messa in luce con buoni esiti in un paio di successi come 2 single a nozze e Yes Man, la vera sorpresa del film sono gli altri due co-protagonisti, Ed Helms e Zach Galifianakis, irresistibili in due personaggi spontanei e “comuni” al punto giusto, con cui il pubblico può quindi facilmente entrare in empatia pur ridendo di loro.
Fresco, scatenato, ampiamente soddisfacente, Una notte da leoni è uno dei migliori esempi recenti di come la commedia americana riesca ancora, nei suoi prodotti migliori, a giocare con il non-senso e a non confonderlo con la mancanza di senso, come purtroppo succede ad esempio nello stesso tipo di produzione che viene realizzato in Italia (ovviamente il paragone va preso con le dovute proporzioni, sia produttive che, purtroppo appunto, contenutistiche). Insomma, grazie a lungometraggi come questo ci si può divertire in maniera intelligente anche con un tipo di comicità più fisica, istantanea, definibile come “bassa”. Quando gli elementi specifici di questo cinema vengono miscelati ed adoperati secondo i giusti equilibri narrativi ed estetici, possono evidentemente diventare ottimo prodotto di intrattenimento. Il film di Todd Phillips ne è esempio più che efficace.
- Critico cinematografico
- Corrispondente dagli Stati Uniti