Un fantastico via vai - la recensione del film di Leonardo Pieraccioni
Qualche cambio per il regista e attore toscano che si scopre cinquantenne. Non più bellezze esotiche al suo fianco, ma un tuffo nostalgico nei vent'anni che non ha più.
All’undicesimo film da regista di se stesso, Leonardo Pieraccioni abbandona la prorompente figura femminile che ha sempre raffigurato il rapporto dei suoi personaggi con l’altro sesso. Attrici più o meno conosciute, più o meno esotiche, più o meno all’esordio hanno interpretato il ricettacolo dei sentimenti dell’uomo medio abitante nella provincia toscana. Con Un fantastico via vai il perno dei pensieri di Pieraccioni si sposta e, da uomo quasi cinquantenne qual è, la nuova missione che si auto affida è quella di riconquistare l’ordinarietà della sua vita domestica. La moglie Serena Autieri lo caccia di casa per un equivoco e lui ne approfitta perché, come da sua stessa voce narrante, “a volte ci vuole un pretesto per capire che tante piccole cose non vanno come dovrebbero”.
Accettando di convivere in un appartamento di studenti universitari, il cinquantenne bancario ringiovanisce nel look e nei modi soltanto per lo stretto necessario a capire che la giovinezza per lui è evaporata da tempo. Il senso nostalgico in lui, tuttavia, non si fa mai demoralizzante ed è compensato dall’alto della sua esperienza, utile a quegli studenti la cui età li fa prigionieri di sentimenti repressi. Tra una citazione del suo film d’esordio (I laureati nella scena del conto al ristorante) e i ruoli minori affidati a Giorgio Panariello, Massimo Ceccherini, Marco Marzocca e Maurizio Batista (più i cameo di Enzo Iacchetti e Alessandro Benvenuti), il film strappa qualche risata contando più sulla familiarità di quelle facce che sulle gag. Circondati dai comici, i quattro giovani attori reggono bene l’impatto anche se si fanno portatori del profilo emotivo della storia. Non a caso il regista affida a loro il finale con la lacrima (di gioia).
Altra novità è la collaborazione in fase di scrittura del copione tra Pieraccioni e Paolo Genovese. L’intervento di quest’ultimo, autore di commedie più raffinate come Una famiglia perfetta è Immaturi, in realtà non è così determinante per dare ad Un fantastico via vai nuove fragranze che gioverebbero all’immagine dell’attore e regista toscano. Questi cambi non significano rinnovo, cosa che non deve essere letta per forza negativamente. Leonardo Pieraccioni è sempre il proprietario di casa di quel mondo cinematografico nel quale gli spettatori trovano una comicità frugale con qualche accenno più scurrile giusto per impepare un minimo, un corollario di comici che fanno caricature dei loro personaggi, venature romantico/sentimentali dal sapore fiabesco. Uno stile sul quale l’autore non si è seduto per pigrizia. È proprio ciò che vuole fare.
- Giornalista cinematografico
- Copywriter e autore di format TV/Web