Tomboy - la recensione del film di Céline Sciamma

06 ottobre 2011
4 di 5
1

Ci lascia sempre ammirati e stupiti la semplicità con cui a volte il cinema d'Oltralpe affronta argomenti e temi che il nostro cinema giovane ignora o tratta, semmai lo fa, con mano pesante e pretese di autorialità.

Tomboy - la recensione del film di Céline Sciamma

Tomboy - la recensione

Ci lascia sempre ammirati e stupiti la semplicità con cui a volte il cinema d'Oltralpe affronta argomenti e temi che il nostro cinema giovane ignora o tratta, semmai lo fa, con mano pesante e pretese di autorialità. Non ricordiamo in anni recenti una rappresentazione dell'infanzia autentica come quella che ci offre Tomboy. Se a volte la verbosità del cinema francese adulto ci allontana, dobbiamo riconoscergli, da sempre, una familiarità e una consuetudine maggiore con l'universo bambino, con la cellula ricca e complessa che dà origine all'uomo o alla donna di domani.

Céline Sciamma ci racconta la storia di una di queste cellule un po' confuse. Forse Laure si sente maschio, forse il suo è solo un gioco un po' estremo, che è possibile giocare nella zona franca che precede l'adolescenza: a 10 anni tutto sembra possibile e niente è ancora proibito. Ci fa una tenerezza immensa questa bambina combattuta e divisa, felice e infelice, naturale nel suo travestimento quanto a disagio nei vestiti femminili, amata dai genitori e protetta dalla complicità della sorellina che gioca con lei ad avere “un fratello maggiore” che la protegge. La perfetta scelta di casting della piccola Zoé Héran per il ruolo principale è arricchita da quella di fare interpretare gli altri membri della banda dai veri amici della bambina: quello che dicono, il loro modo di scherzare, di parlare, è proprio quello dei bambini veri. Non degli attori bambini che siamo abituati a vedere al cinema e che recitano quello che i grandi pensano di ricordare dell'infanzia. Céline Sciamma ha, come ci ha raccontato, l'ossessione vera e propria di comprendere come si diventa quello che si è, e per questo ricorda alla perfezione i tormenti del proprio io bambino.

Ma da regista intelligente e padrona del mezzo (come richiesto da un budget di 500.000 euro e 20 giorni di riprese con un cast di bambini) non ha il desiderio di farci la morale o presentarci le sue conclusioni, e soprattutto non vuole annoiarci. Ecco perché sceglie la struttura del genere per raccontare una storia realistica: fin da subito ci ritroviamo coinvolti nel piccolo grande inganno di Laure, siamo indotti a tifare per lei e a chiederci ansiosamente come andrà a finire, come la scopriranno (che la scopriranno è indubbio) e come reagiranno coloro che ha ingannato, soprattutto la piccola Lisa che prova per lui/lei i palpiti del primo amore forse proprio perché, come gli ha detto, “sei diverso dagli altri”.

Con scene divertenti e naturali (la sequenza della preparazione di Laure/Michael per il bagno al lago), la tenerezza di una situazione famigliare verosimile e uno sguardo sempre ad altezza di bambino, Tomboy riesce a raccontare in 80 essenziali minuti un personaggio e il suo mondo. Impresa non da poco, per un film prodotto dalla tv e proiettato nelle scuole. Quelle francesi, naturalmente.



  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
Suggerisci una correzione per la recensione
Palinsesto di tutti i film in programmazione attualmente nei cinema, con informazioni, orari e sale.
Trova i migliori Film e Serie TV disponibili sulle principali piattaforme di streaming legale.
I Programmi in tv ora in diretta, la guida completa di tutti i canali televisi del palinsesto.
Piattaforme Streaming
Netflix
Amazon Prime Video
Disney+
NOW
Infinity+
CHILI
TIMVision
Apple Itunes
Google Play
RaiPlay
Rakuten TV
Paramount+
HODTV
lascia un commento