La recensione di The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 1
Tutto il sangue risparmiato finora è servito a Bill Condon. Tutto il romanticismo smaccato e iridescente seminato fin qui, viene sublimato in un abito bianco. Tutto il sesso inesploso, esploderà con prudenza. Per questo Edward e Bella vi invitano cortesemente al loro matrimonio e a quanto segue
La recensione di The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 1
Tutto il sangue risparmiato finora è servito a Bill Condon. Tutto il romanticismo smaccato e iridescente seminato fin qui, viene sublimato in un abito bianco. Tutto il sesso inesploso, esploderà con prudenza. Per questo Edward e Bella vi invitano cortesemente al loro matrimonio e a quanto segue.
Si rompe l'alba entrano le tenebre, per la prima parte della conclusione di Twilight. Una saga piena di accorgimenti ai lettori e all'ideatrice della love story, una saga affascinante in potenza e contemplativa in atto. Una storia cartacea di amore (quasi) impossibile, dove l'evoluzione drammatica avviene con fretta senza che questo comprometta l'interesse e la dedizione dei fan. Dove la natura dannata e un po' glam di un vampiro (Robert Pattinson) vorrebbe unirsi per sempre alla bellezza umana, e viceversa. Chi arriva a Breaking Dawn parte 1 ha già vissuto il primo incontro al college, l'ingenua inquietudine e dilatata indecisione di due amanti, la trasformazione fisica (e addominale) di uomini-lupo che si alleano con i vampiri per proteggere a triangolo la stessa Bella.
Chi arriva a Breaking Dawn è Bill Condon, che esordisce nella serie e sarà l'unico a poterne dirigere due capitoli (la seconda parte di questo), tenendo stretto il vantaggio di una visione d'insieme (lunga i tre precedenti) e il privilegio di un gran finale sospirato ed eccitante. Il suo film è squilibrato, viziato e certamente migliore degli altri. Efficace nel registrare forse l'unico apprezzabile scarto della storia, il passaggio, scelto, ad un'età adulta con tanto di gravidanza fuori da comune.
Il regista entra con partecipazione nel mood di Twilight, tenendo confinato qualsiasi stravolgimento o innalzamento narrativo, ma con innesti di personalità. La dicotomia luce-ombra connaturata in questa storia a sangue misto, e finora piuttosto ingrigita dalla paura e dai sospiri, non è mai stata così evidente. Perché il film è diviso in due parti e perché Bill mostra forse il romanzo più sfiancante della Meyer facendogli acquisire ritmo e incertezza. Le prove generali di morte che Bella aveva tentato in New Moon qui, quasi quasi le riescono, ma non prima di aver finalmente sposato il suo corteggiatore romantico, pudico e fuori dal tempo. La cerimonia regale e quella luna di miele brasiliana in cui finalmente il reticente vampiro cede al piacere del corpo di lei. Si spera (coscienti dell'incombenza dei divieti) nell'abbandono del puritano e moraleggiante a favore del vero, ma non si può cambiare ora l'imprinting di una storia, per dirla alla Meyer.
Quel che succede è una gravidanza a cui Bella non vuole rinunciare, che la mette in una posizione felicemente non incerta, e che traghetta il film verso l’horror, un po' splatter, ancora sconosciuto alla saga. Mentre ben più confidenziale è la gelosa alleanza tra Edward e Jacob, qui amplificata e asservita a un parto cupo e minaccioso, in cui Kristen Stewart si prosciuga. Dal melodramma sentimentale all'impellente sacrificio di sé (insito in una passione pericolosa e coraggiosa, ma spesso semplificata), la mano di Bill è netta ma non pesante, e il morso sanguigno dell'uomo freddo sull'amata lo si attende, paradossalmente, come un po' di sano colore sul suo volto.
Il voto per Breaking Dawn è collegiale e forse indulgente, per una saga che poteva finire con un matrimonio e invece continua, per Bill che ci ha messo del suo, per qualche sorriso piacevolmente non involontario e per tutti coloro che mai rinunceranno al gran finale.