Supereroi: la recensione del film di Paolo Genovese con Jasmine Trinca e Alessandro Borghi
Una coppia seguita nel corso di vent'anni. Una storia d'amore e di vita alle prese con tutte le tappe caratteristiche nel film Supereroi di Paolo Genovese, con Alessandro Borghi e Jasmine Trinca. La recensione di Mauro Donzelli.
Sono sprovvisti di superpoteri, ma non mancano i super problemi ai due protagonisti di Supereroi. Un affresco sentimentale su vent’anni di una coppia che sublima un’ossessione tanto personale quanto universale del suo regista, Paolo Genovese. Quella del tempo che passa inesorabile senza possibili inversioni di marcia. Concepito e anche girato prima della pandemia, ha un sapore particolare in un periodo in cui le dinamiche relazionali sono messe a dura prova, se non proprio modificate dall’irruzione del virus nella quotidianità.
Sono quelli che si amano per una vita intera, i veri supereroi; è la tesi emozionale del film. Quelli come Anna (Jasmine Trinca) e Marco (Alessandro Borghi). Lei è una fumettista impulsiva e impaurita del futuro, lui un professore universitario di fisica per il quale tutto è spiegabile razionalmente, basta scrivere dei numeri su una lavagna. Un’equazione di coppia la cui incognita è il segreto meglio custodito della storia, dopo l’estinzione dei dinosauri e la questione della costola e del genere.
Il tutto po’ didascalicamente diviso in due periodi da dieci anni, con barba o senza per Marco, mescolati in un magma da montagne russe. Sono affrontate tutte le tappe caratteristiche di una storia d’amore così importante e duratura: dalla gravidanza rischiata a quella effettiva, dalla questione figli alla gelosia, al tradimento e alle complessità di comunicazione, fra ritrosie a fin di bene e altre più egoistiche. Il tutto in primo piano, nel momento in cui accade, con una colonna sonora ben presente a sottolinearne le tappe. Un rapporto di coppia in cui il punto di equilibrio è forse una chimera, in cui c’è “sempre qualcuno che subisce” uno scompenso emozionale. Proprio questa tensione costante verso un obiettivo irraggiungibile è forse il superpotere chimerico inseguito da Anna e Marco. Un esperimento da laboratorio di amorosi sensi in cui inevitabilmente influiscono, per fortuna, agenti esterni alla coppia sotto esame, sintetizzabili come gli eventi della vita. Per non parlare delle persone che frequentano (e tutti frequentiamo) e che coinvolgono nella soluzione impossibile dell’equazione.
Tutto scorre, panta rei, insegnamento di vita millenario e sempre valido a maggior ragione nelle dinamiche amorose. Questione di tempo e di tempi, quindi, per ricondurre all’ossessione di partenza di Genovese e di questi supereroi spaventati e fragili, ma anche capaci di sovrumani sforzi di comprensione e identificazione con la persona amata.
Un viaggio a fasi alterne, con momenti calibrati e coinvolgenti e altri meno convincenti. Sarà facile identificarsi almeno in alcuni riti di passaggio, anche grazie a una sincera e palese urgenza in chi ha scritto, diretto, ma anche ha interpretato il film. Nonostante questo non fila tutto liscio, ci sono alcune sottolineature formali di troppo che fanno perdere slancio e calore a questa storia. Si pone, poi, in inevitabile quanto diretta competizione con un film recente, molto riuscito e convincente, come Ricordi? di Valerio Mieli, che portava in dote un lavoro di elaborazione più raffinato e intenso.
- critico e giornalista cinematografico
- intervistatore seriale non pentito