Solaris è un film di fantascienza diretto nel 2002 da Steven Soderbergh.
La vicenda si svolge in un futuro prossimo, in uno spazio senza confini. Lo psicologo Chris Kelvin (George Clooney) sta attraversando una profonda crisi interiore dopo aver perso la moglie Rheya (Natascha McElhone), suicidatasi qualche tempo prima.
Una sera Chris riceve la visita di due emissari della società proprietaria di Prometheus, una stazione spaziale in orbita attorno al pianeta Solaris. I due mostrano a Chris un videomessaggio del dottor Gibarian (Ulrich Tukur), suo amico e collega, che si trova su Prometheus.
Gibarian chiede a Chris di raggiungerlo con urgenza sulla stazione spaziale in quanto al suo interno stanno accadendo strani avvenimenti. Accettato l’incarico, Chris parte per la stazione spaziale. All’arrivo trova una situazione spettrale. La stazione è deserta e i muri sono coperti da macchie di sangue.
Mentre continua la sua esplorazione, Chris s’imbatte in un obitorio improvvisato ed è devastato nel trovare il dottor Gibarian tra i morti. Subito dopo incontra il giovane Snow (Jeremy Davies) e la dottoressa Gordon (Viola Davis), gli unici due membri dell'equipaggio a essere sopravvissuti.
Gli spiegano che Gibarian si è suicidato e che la maggior parte dell'equipaggio è morta o scomparsa in circostanze misteriose.
A Chris basta una notte passata su Prometheus per essere catturato dai misteri di questo mondo a sé. Quando si sveglia la mattina dopo, infatti, trova accanto a sé Rheya, la moglie morta suicida. Rheya non sa spiegargli come abbia fatto ad arrivare lì e dove sia stata in tutto questo tempo: vuole solo stare con lui e per tutta la vita. Chris si rende conto che Rheya non può essere reale perché è morta anni prima, quindi con l’inganno la fa entrare in una capsula di salvataggio e la manda nello spazio, Chris è distrutto dall’accaduto, anche perché la morte di Rheya è causa di un senso di colpa mai sopito. Ma Snow e la Gordon gli spiegano che quella donna non è sua moglie. Il pianeta, infatti, è in grado di scavare nelle menti di coloro che vi entrano in contatto e di creare una copia vivente della persona più amata. Poi Snow avverte Chris che Rheya apparirà di nuovo, se lo vuole. E così accade. Chris sa che deve assolutamente mandarla via perché è a rischio il suo equilibrio mentale e, forse, la sua stessa vita. Nello stesso tempo, però, vorrebbe darsi una seconda chance... non ci sono risposte, solo scelte.
"Non del tutto convincente è 'Solaris' di Steven Soderbergh, che riprende l'omonimo film di Tarkovskij (dal romanzo di Stanislaw Lem) ma trasformandolo, dal racconto filosofico che era, in storia d'amore. (...) Tra un piano temporale e l'altro il film si chiede: è possibile ritoccare il passato, oppure siamo condannati a ripetere, con le stesse persone, sempre i medesimi errori? E trova la risposta nel filone ottimistico della fantascienza, quello che discende da '2001: Odissea nello spazio'". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 9 febbraio 2003) "L'eclettico Steven Soderbergh riadatta per il grande schermo 'Solaris', l'omonimo romanzo di Stanislaw Lem che ispirò già Andrej Tarkovskij nel 1972. Più corretto parlare di secondo adattamento che non di remake, tanto Soderbergh ha deviato dal maestro russo scrivendo e dirigendo un melodramma nello Spazio molto glamour, più languido che inquietante. Il film sconta il fatto di volerci spiegare tutto, a partire dalla scelta di rappresentare il pianeta Solaris come un metaforico cervello umano per sottolineare la natura concettuale di questo tipo di fantascienza hollywoodiana. Clooney e la McElhone, comunque, sono di una sensualità devastante". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 28 marzo 2003) "Ci sono voluti Stanis Lem, Andrei Tarkovsky e James Cameron per tirare fuori il film più disarmato e audace di Steven Soderbergh, un regista diventato interessante, con gli anni, non tanto per le sue ossessioni, ma per la capacità di non essere ossessivo. Tra i poli dello sperimentalismo a basso costo e la grande produzione hollywoodiana, tra cui Soderbergh si alterna, 'Solaris' occupa un posto anomalo. A partire dal suo produttore (James Cameron, un fan del romanzo di Lem di cui aveva acquistato i diritti parecchi anni fa), dalla Fox che lo finanzia, dal suo budget di 47 milioni di dollari, dalla presenza di George Clooney, e dal look futuristico patinato, questo è, a tutti gli effetti, il grosso film di una Major. Allo stesso tempo, 'Solaris' è di gran lunga uno degli oggetti più esoterici e misteriosi del recente made in Hollywood, un film di qualità remota, malinconica e insondabile". (Giulia D'Agnolo Vallan, 'Ciak', 28 febbraio 2003)"Cimentandosi oggi con un'opera che ha ispirato un precedente di tale peso, Steven Soderbergh ha dato prova di un certo coraggio, ma ha superato brillantemente l´esame. Il suo 'Solaris' è originale nella concezione e impeccabile per qualità formale; e rappresenta per il regista americano una specie di vacanza artistica dopo i successi e i consensi ottenuti con prodotti hollywoodiani di alta confezione quali 'Traffic' e 'Ocean's Eleven'. (...) In una suggestiva messa in scena, Soderbergh imbastisce con stile sicuro, un'ipnotica meditazione sui temi dell'identità, dell'amore e della morte confermandosi un cineasta a tutto tondo. E se è vero che il regista a tratti indugia a un eccessivo celebralismo e pecca di freddezza, l'intensa e partecipata interpretazione di Clooney provvede a conferire alla storia il giusto afflato emotivo". (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 28 marzo 2003)"Fatte salve le nobili terga di Clooney, il remake di 'Solaris' di Tarkovskij, 1972, è l'enunciazione di un mistero non rivelato. Il film di Soderbergh è un'odissea nello spazio psicologico e personale, che avrebbe bisogno di effetti speciali interiori, tratto dal libro di Stanislaw Lem. (...) Clooney è coraggioso ad accettare un film contro tendenza, sbarcando su 'Solaris', pianeta sensibile dove è permesso visitare il passato, materializzare sentimenti e pensieri, consultare l'inconscio per l'occasione di riserva. Indifeso, esoterico, inesorabilmente grigio e statico poeticamente, il film è un'occasione mancata da rispettare per le buone intenzioni". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 29 marzo 2003)."Niente di nuovo, da 'Il pianeta proibito' a oggi, ma ciononostante 'Solaris' mi era parso un accettabile compromesso con l'estetica attuale degli effetti speciali, una s
Solaris è tratto dall’omonimo romanzo di fantascienza dello scrittore polacco Stanislaw Lem (1961).
Il film, che segna il debutto di Soderbergh nel genere fantascienza, è il remake di Solaris diretto nel 1972 da Andrej Tarkovskij, che all'epoca fu considerato la risposta sovietica a 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick.
In realtà, il primo adattamento cinematografico del romanzo “Solaris” si deve ai registi russi Boris Nirenburg e Lydiya Ishimbayeva, che nel 1968 realizzarono per la televisione sovietica un film in bianco e nero in due parti.
Romanzo omonimo di Stanislaw Lem
Attore | Ruolo |
---|---|
George Clooney | Chris Kelvin |
Natascha McElhone | Rheya |
Jeremy Davies | Dott. Snow |
Ulrich Tukur | Gibarian |
Viola Davis | Helen Gordon |
Donna Kimball | Moglie di Gibarian |
Shane Skelton | Figlio di Gibarian |
Michael Ensign | Amico 1 |
Elpidia Carrillo | Amico 2 |
Kent Faulcon | Paziente 1 |
Lauren Cohn | Paziente 2 |
Morgan Rusler | Emissario DBA |
John Cho | Emissario DBA |