Silenzio! la recensione del film in ambiente scolastico con François Civil
Tratto da una storia vera Silenzio! racconta la sfida di un giovane professore molto appassionato che viene accusato di molestie da una sua alunna. Il suo mondo inizia a crollare intorno a lui. La recensione di Mauro Donzelli del dramma thriller con François Civil.
Se c’è un rapporto da secoli ben chiaro nella società, ma negli ultimi tempi messo in discussione, è quello fra insegnante e studente, all’interno di un contesto come quello della scuola. Un’evoluzione che ha portato e porta con sé dinamiche ovviamente positive, come una attenuazione dell’imposizione meramente gerarchica a favore di un confronto anche e al di là della burocrazia delle interrogazioni o dei voti. Talvolta, però, il rinnovato ruolo attivo nel giudicare anche in senso opposto, gli allievi verso l’insegnante, ha portato alcuni casi in cui la dinamica di gruppo, anche in senso distorto, ha messo in atto una forma di vendetta nei confronti della “solitudine” dell’autorità. E proprio la scuola è un microcosmo da sempre cruciale per il cinema francese, così come per il senso stesso di cittadinanza attiva che quel paese porta con sé dai tempi della rivoluzione.
Come molte volte in questo sotto genere apprezzato, e con ragione, si inizia davanti a una lavagna, esaminando un testo classico cercando di rendere parole e frasi meno sospese nel tempo e più in grado di dialogare con gli adolescenti in ascolto. L’importanza della parole, della comprensione delle sfumature come motore di consapevolezza e anche di ascesa sociale, non solo comunicativa, riempie l’aula in cui il giovane Julien, professore di liceo ideale, appassionato e pronto all’ascolto, tiene una lezione su un poema “d’amore” del poeta cinquecentesco Ronsard. Alcune parole di seduzione, pur nel contesto dell’interpretazione del testo, vengono interpretate come rivolte a lei da un’alunna, che si rivolge al preside per denunciare una molestia “seduttiva” ricevuta in presenza dell’intera classe. A spalleggiarla il fratello violento, che presto rivolge dirette minacce a Julien.
In Silenzio! ritroviamo François Civil dopo il cappa e spada dei tre moschettieri, e D’Artagnan si conferma un attore molto versatile e convincente, fra i migliori di una nuova generazione per il cinema europeo. Il suo professore di lettere ci appare quasi fuori moda, per quanto legato al puro benessere dei suoi allievi e allo scrupolo nell’intendere il mestiere di insegnante, mentre le alte gerarchie sopra di lui sono preoccupate solo alle classifiche di rendimento e a mettere a tacere questa scocciatura, al Silenzio!, come dice il titolo italiano, o al non creare problemi, per riecheggiare quello originale, Pas de vagues. Il film racconta di un’istituzione in crisi dall’alto, nonostante alla base ci siano ancora tanti esempi di buona scuola, con il ritmo di un thriller incalzante dimostra come si possa ferire brutalmente anche senza l’intenzione di farlo, quando le cose sfuggono al controllo quasi senza accorgersene.
Un trattamento di favore male interpretato, una dinamica cameratesca che perde il controllo, un ingranaggio ormai inceppato. Ispirato a una vicenda accaduta al regista, Teddy Lussi-Modeste, anche sceneggiatore insieme a Audrey Diwan (Leone d’oro per La scelta di Anne), Silenzio! evita manicheismi sbrigativi, lasciandosi guidare da una lodevole attenzione alle sfumature e a una sensibilità che appartiene al suo protagonista e, purtroppo, sembra sempre meno in cima ai pensieri di chi dirige l’istituzione scolastica. Tutti vittime, accusatrice e accusato. La prima in una fase di fragilità come l’adolescenza, che porta in dote il terrore di non assomigliare agli altri.
- critico e giornalista cinematografico
- intervistatore seriale non pentito