Bad Luck Banging or Loony Porn: recensione del film di Radu Jude Orso d'oro alla Berlinale 2021
Il Perseo Radu Jude contro la Medusa dell'osceno contemporaneo. Le sue armi sono il cinema, l'intelligenza, l'umorismo grottesco e la satira raggelante. Uno dei nomi più interessanti del nuovo cinema rumeno ed europeo colpisce ancora nel segno. La recensione di Federico Gironi.
Come la Gallia descritta da Giulio Cesare, anche il nuovo film del regista rumeno Radu Jude, che si intitola Bad Luck Banging or Loony Porn ed è stato presentato in concorso alla Berlinale 2021, è diviso in tre parti.
Prima delle tre parti, un prologo: un video hard. Il video realizzato nella loro intimità da una donna, Emi, professoressa di storia in una scuola di Bucarest, assieme al marito. Il video che è al centro di tutta la storia del film: perché quel video, finito chissà come online, è stato visto dai suoi studenti, e dai loro genitori, e chissà da quante altre persone, e ora Emi rischia il posto. Ogni riferimento a fatti realmente avvenuti nella cronaca italiana di questi mesi, a Torino, è puramente casuale, ma anche molto significativo.
Tre parti, dicevamo.
Nella prima la protagonista attraversa la città, impegnata in faccende quotidiane e in attesa di un incontro che dovrà sostenere a scuola con la sua preside e con i genitori della sua classe. Radu Jude la segue in questo suo fare ordinario - una visita a un’amica, la spesa al supermercato, gli spostamenti effettuati rigorosamente a piedi, nel caos frenetico della capitale rumena. E nel seguirla, sposta il suo sguardo su quello che la circonda: insegne, negozi, automobili, pedoni, persone. Su edifici in rovina e smodati centri commerciali, liti in mezzo alla strada e celebrazioni nostalgiche. Mostrando la deriva, l’orrore, l’osceno della società rumena, e non solo rumena, dei nostri giorni.
La seconda parte, che potremmo quasi chiamare teorica, è un lungo intermezzo. Come nell’Intervallo Rai di una volta, Jude propone una galleria di immagini statiche o d’archivio, componendo una sorta di vocabolario del nostro presente, attraverso il quale non solo evidenzia storture, fascismi, razzismi, divari economici e sociali, assurdità e ipocrisie; non solo parla della società, della politica, dell’etica e della morale, ma fornisce anche una sorta di manifesto del suo cinema. Un cinema che, come lo scudo di Atena usato da Perseo per uccidere la Gorgone Medusa, serve a mostrare, riflesso, quell’orrore che ci circonda e la cui visione diretta ci paralizza; che serve a mostrare come la lettura e la conoscenza della storia siano più raggelanti che edificanti; che usa la finzione tanto più importante la verità che vuole raccontare; che rivendichi il primato etico del cervello rispetto a quello del cuore, apparentemente dominante in un mondo dove la pancia populista rischia di sommergere il pensiero razionale.
Nella terza e conclusiva parte, Jude racconta “il processo” subito da Edi a scuola, il suo scambio dialettico serrato con le famiglie dei suoi alunni: la rivendicazione da parte della donne di un agire privato che non ha nulla a che vedere con la sua figura pubblica o professionale, né la svilisce dal punto di vista etico e morale, e la posizione moralista, destrorsa, farisaica e, nel complesso bieca.
Fino a un finale, a più finali, che sono terribili e beffardi al tempo stesso.
Coraggioso e spiazzante rispetto alla forma cinema tradizionale, Bad Luck Banging or Loony Porn ci mette di fronte a dilemmi e problematiche che riguardano tutti noi, e il mondo in cui viviamo.
Con attenzione, precisione, umorismo e spirito caustico e tagliente, e con la capacità di raccontare attraverso le immagini, e di usare lo strumento cinema con naturale consapevolezza, Jude mette in piedi una satira spietata e annichilente, utilizzando il sesso come sineddoche delle tante ipocrisie della nostra società. Esattamente come sui social network, o sulla maggioranza di essi, il sesso - espressione naturale dell’essere umano - è stigmatizzato e condannato pubblicamente, messo all’indice per un’oscenità che è in realtà inesistente, mentre ciò che è davvero osceno: il fascismo, il razzismo, le disuguaglianze, le dittature, ma anche la violenza atroce e ottusa del nostro quotidiano, che parte da quisquilie triviali - la fila alla cassa di un supermercato, un attraversamento pedonale conteso, una mascherina che cala momentaneamente giù dal naso - e deborda fino a farsi turpe, spietata e immorale. Semplicemente ma realmente, oscena.
Grazie alla leggerezza e l'intelligenza del suo cinema, Jude ha decapitato la sua Medusa. Sta a noi farlo con la nostra, nella nostra vita di tutti i giorni, cercando di utilizzare gli stessi strumenti, come possiamo.
- Critico e giornalista cinematografico
- Programmatore di festival