Scialla! - la recensione del film di Francesco Bruni
Ha capito tutto Francesco Bruni. Ha capito che i giovani sono dei gran risparmiatori e c'è assoluto bisogno di chi invece le parole continua a dirle per esteso, continua a pensarle intelligenti e a scriverle con cura e sorriso. Tutt'altro che "sciallato" è il primo film di uno sceneggiatore super professionista
Scialla! - la recensione del film di Francesco Bruni
Ha capito tutto Francesco Bruni. Ha capito che i giovani sono dei gran risparmiatori e c'è assoluto bisogno di chi invece le parole continua a dirle per esteso, continua a pensarle intelligenti e a scriverle con cura e sorriso. Tutt'altro che "sciallato" è il primo film di uno sceneggiatore super professionista che lavorando con Virzì (ma anche per Calopresti e Montalbano) ha compilato grandi storie. Nel confidente mondo della commedia Bruni ha inserito anche la sua: padre e figlio, Bruno e Luca, che non sanno di essere parenti, che non sembrano avere nulla in comune (figurati il dialetto) se non il loro sottinteso imperativo di essere lasciati in pace.
Poi la circostanza, l'evento (parte la mamma di Luca), li trasforma in coinquilini, e tutto cambia. Il professore (Fabrizio Bentivoglio) demotivato, flemmatico, che scrive biografie altrui e traduce al posto degli studenti a cui dà ripetizioni, si misura con la mancanza di prospettive di Luca (Filippo Scicchitano), e si spaventa tanto da prendere il coraggio per diventare un punto di riferimento, per "accollarsi" un po' al figlio.
Compatto, ironico e reale nei contenuti, leggero nell'assorbimento, malinconico e divertente nello svolgimento. Parlare delle situazioni delineate, delle occasioni centrate, dei semplici paradossi che rendono vitale un'esistenza, è un dispetto a chi deve vederlo. Francesco Bruni sa guardare le persone, che siano disponibili, timide, in fuga o molto silenziose, che siano professori o pornodive convertite alla vita "signorile" (come nel caso di Barbara Bobulova), Francesco non li giudica e non li "carica". Scialla! è un esordio di pancia col paracadute. Rallegrate tutte le sfumature di questi personaggi, il paracadute sono gli innesti di popolarità e i ragazzi sconclusionati che ti riconciliano con il mondo. Eppure l'esperto cantastorie, pur non invadendo territori sconosciuti, tratteggia come inesplorate le "vecchie" pieghe caratteriali, semplicemente riconsegnando un'ingenua autenticità. Luca ha la parte gentile del coatto romano, quella che appoggia la mitologia urbana, Bruno ha la parte tenera dell'asocialità. Entrambi, in modi diversi, devono saltare l'ostacolo.
Dove il ragazzo risparmia (con spasso) i vocaboli e pure le forze, il professore ne usa tantissime per rimanere in quella invisibilità che non vede l'ora di essere notata. Considerando i prof. di Bruni che hanno preceduto Bentivoglio (il sopito dall'erba Mastandrea, il frustrato Castellitto e il naif Silvio Orlando), l'affresco ora è quasi completo. Così, sulla vespa o sul divano a ripassare epica gli interpreti della contemporaneità (giovani o meno giovani) trovano dolce compensazione e si rasserenano. "Sciallarsi" è un traguardo di livello, non una via di fuga.