Scemo e più scemo 2 - la recensione del sequel con Jim Carrey e Jeff Daniels
La stupidità dei fratelli Farrelly continua a far ridere, tra il surreale e il volgare.
Il film dei fratelli Bobby e Peter Farrelly è un ottimo esempio per comprendere quale importanza abbia la struttura narrativa di un film. La tendenza a credere che, trattandosi di una commedia demenziale, la trama sia secondaria rispetto alle gag è piuttosto diffusa, tanto tra alcuni autori quanto tra un certo pubblico. La quasi totalità delle situazioni comiche di Scemo e più scemo 2 in cui Harry e Lloyd dicono o fanno scemenze, sono costruite sul percorso dei due personaggi. Scrivendo una storia con questa filosofia professionale in testa, è un fatto che gran parte delle risate si riesca a farle maturare invece di imporle.
A una manciata di minuti dall’inizio sono già state assimilate informazioni fondamentali sul contesto e sull’arco narrativo della storia. Harry ha bisogno di trapianto di rene e contemporaneamente scopre di essere padre. La figlia che non sapeva di avere ha vent’anni e ritrovarla potrebbe essere determinante per la sua vita. Lloyd invece, dopo il risveglio dal finto stato catatonico che ha mantenuto per due decenni (anche questo un incipit non a sé stante, ma con un richiamo sul finale), non avrebbe uno scopo, a parte quello di aiutare il suo amico alla ricerca della figlia. Basta, però, un’occhiata alla foto di quest’ultima per farlo innamorare. Sistemato l’intreccio, la demenza può innescarsi.
Scemo e più scemo 2 è in parte una
giostra su cui far salire tutti i fan del film del 1994, con espliciti riferimenti ad esso, e in
parte è una nuova attrazione che celebra ancora l’idiozia. Disgusto e
volgarità non sono particolarmente estremi (a quello ci hanno pensato nel
frattempo gli squilibrati di Jackass) e non era necessario che lo fossero.
Gli autori sanno che lo stupido può assumere contorni surreali, non solo volgari
(anche se la scena dell’ospizio con la vecchia nel letto è da sbellicarsi), ed
è proprio in mezzo a questo confine che si collocano le gag linguistiche e visive,
volte comunque ad avere carattere imprevedibile. Jim Carrey
ne resta l’esecutore principe, mentre Jeff Daniels
con grande mestiere segue e si adegua.
- Giornalista cinematografico
- Copywriter e autore di format TV/Web