Sara e Marti - Il Film: recensione del film dalla famosa serie tv per ragazzi
L'azione si sposta in Sicilia, dove Sara lotta contro il pregiudizio in un racconto più cinematografico ma non sempre fluido.
Sara e Marti - Il Film si colloca idealmente fra la prima e la seconda stagione della serie con Aurora Moroni e Chiara del Francia, che racconta la quotidianità di due graziose sorelle adolescenti che dalla tentacolare Londra hanno fatto ritorno nella tranquilla e graziosa Bevagna, cittadina umbra dove le giornate sono più pigre e sonnacchiose ma hanno comunque il loro fascino, oltre a presentare una serie di gustosi imprevisti. Nel film, che manderà in brodo di giuggiole i fan dei 40 episodi, la location cambia e Sara, senza Marti, se ne va in vacanza a Modica, che è la città della sua compianta mamma. Marti, dal canto suo, per un po’ resta a casa a dilettarsi in concerti. Nella patria della buona cioccolata, Sara conosce l'odioso e viziato Luca, benedetto dalla sorte e dal denaro, e Saro, che ha il padre in carcere ed è vittima del pregiudizio.
Proprio quest'ultimo, interpretato dal delizioso Antonio Nicotra, è portatore di un messaggio, magari un po’ semplicistico ma sacrosanto, se si tiene conto del target di riferimento del film, e che, insieme al femminismo da cui è caratterizzata la serie, testimonia della profondità e intelligenza dell'operazione targata Stand By Me e The Walt Dinsey Company Italia. Sara e Marti, che non sono ochette da teen movie USA ma giovani donne con la testa sulle spalle, stavolta ci insegnano a diffidare delle malelingue e soprattutto a non dare giudizi affrettati sulle persone che non si conoscono. La stessa Sara, che pure ha i capelli "lisci di piastra" e i jeans a vita alta come vanno adesso - e quindi un po’ fashion victim lo è - non si lascia abbindolare dai regali costosi e dal "potere" del rampollo del sindaco, ma si invaghisce e difende un ragazzo che lavora per mantenersi, e questo è importante e soprattutto sano.
E poi la Sicilia, dove pure c'è l'immancabile carretto, non diventa un luogo da cartolina, ma la cornice di un'azione che si snoda con disinvoltura mantenendo costante l'interesse di chi guarda. Il merito è anche degli attori (compresi i bambini) che se la cavano egregiamente davanti alla macchina da presa di Emanuele Pisano, che si muove e che indugia in sequenze che, essendo più lunghe rispetto alle "scenette" della serie, danno maggior respiro al racconto, rendendolo più cinematografico.
Sfortunatamente, a interrompere la fluidità di Sara e Marti - Il Film è la tecnica del constructed reality, che poi è il marchio di fabbrica dei telefilm di partenza, nei quali, appunto, i personaggi parlano in macchina, commentando quanto hanno appena fatto. Sarebbe stato innovativo e coraggioso eliminare del tutto questo elemento così distintivo, e così televisivo, che trasferito sul grande schermo spezzetta, toglie spontaneità e risulta accessorio e ridondante. Oppure si potevano ridurre le confessioni allo spettatore, che suonano eccessivamente ammiccanti e sembrano obbligare gli attori alle faccette e alle smorfiette.
Ciò non impedisce comunque a Sara e Marti - Il Film di essere gradevole e garbato e di confermarci che si può essere maturi e sensibili a qualsiasi età. Ci verrebbe da dire, a tal proposito, che la nostra più grande risorsa sono proprio i giovani, e perdonateci questa parola che ci fa pensare al giornalista di Ecce Bombo che proprio agli individui in erba dedicava un'inchiesta. Quelli del capolavoro di Nanni Moretti erano più politicizzati. Questi, però, ci sembrano assai più liberi da intolleranze, e soprattutto dalla schiavitù delle cose dette o fatte per partito preso.
- Giornalista specializzata in interviste
- Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali