Rosa: recensione del primo film da protagonista di Lunetta Savino

30 aprile 2019
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L'attrice regge orgogliosamente sulle sue spalle una bella storia di riscoperta della femminilità e di elaborazione del lutto.

Rosa: recensione del primo film da protagonista di Lunetta Savino

E’ pieno di spunti, temi, mood e di confini Rosa, confini fra ragione e sentimento, nazioni diverse, genitori e figli, corpo e anima, e fra Lenin e Tito, che sono i numi tutelari, gli eroi immarcescibili di Rosa e di Igor, che ne tengono piccoli busti sui rispettivi comodini. Ora, che il confine, almeno geografico, ci sia era inevitabile, visto che l'ambientazione del film è la splendida, struggente e malinconica Trieste, città battuta dal vento e poco distante dalla Slovenia che qui è cassa di risonanza di emozioni contrastanti, che poi sono una quieta serenità e il dolore, soprattutto il dolore, almeno all'inizio della nostra storia.

Sono infatti annichiliti dalla morte per mare della figlia diciottenne Maja Igor e Rosa, e ognuno segue in silenzio il proprio cammino di solitudine, lei percorrendo in pantofole i corridoi di una casa che un tempo ospitava una famiglia felice, lui mettendo a posto in segreto la barca della sua adorata ragazza. Lui è chiuso, selvatico e quasi sgarbato con la donna un tempo amata, mentre lei è dimessa, rancorosa, sbrigativa, e anche se nelle intenzioni della regista Katja Colja c'era la commedia romantica, è la desolazione della figura femminile interpretata da Lunetta Savino, al suo primo ruolo da protagonista di un film, il fulcro del racconto e il suo elemento di fascino, nonché il motore di una solidarietà che è impossibile non provare. Perché Rosa, se ci pensiamo bene, siamo tutte noi, mortificate nella nostra dignità di donne quando ci permettiamo di lasciarci andare o non elaboriamo un lutto, e del resto come si fa a metabolizzare la perdita di un figlio?

E invece in qualche modo Rosa ci prova: piano piano, abbandonando il grigiore di stanze gelide e arredate con mobili ormai fuori moda ed entrando nel mondo di Maja e della sua collega di un tempo Lena, che vende sex toys nel retrobottega di un salone da parrucchiere a donne che cercano di riappropriarsi della propria sensualità. E anche Rosa, a sessant'anni, si riscopre sexy e sente di avere un corpo che può desiderare ed essere desiderato. Questo ritorno alla femminilità non è mai urlato, ma è timido, aggraziato, e la trasformazione è a tratti buffa e colorata, colorata come i "gingilli vibranti" che Katja Colja si diverte a mostrare e la biancheria di pizzo di cui Rosa e le sue nuove amiche ridono come in una commedia di Almodovar. C'è anche un pizzico di sana follia e ironia nel film, e di giusto movimento, che si alterna a istanti di immobilità.

Al ritmo che varia si adegua la macchina da presa della regista, che si agita negli interni alla ricerca di vita, mentre negli esterni resta ferma, a inebriarsi di profumi e dialoghi. I profumi sono anche quelli delle terre oltre la frontiera, dove Rosa incontra un vecchio compagno di affari: è questa l'unica parte un po’ meno a fuoco del film, che non ci dice abbastanza, se non che il personaggio principale un tempo era una donna scaltra e decisa. La scena distoglie l'attenzione dalla trasformazione di Rosa, ma serve per spiegare cosa accadrà a Igor, un uomo di cui vorremmo sapere di più e che quando esprime sentimenti e turbamenti non parla italiano ma sloveno. Le attenzioni della Colja, però, sono quasi tutte per Rosa, a cui la Savino si è accostata con devozione monastica, perché lei "non recita, ma cerca di essere autentica", autentica come le sue rughe e i suoi capelli con qualche ciocca bianca che la rendono umana e bella.

Senza dubbio l'attrice riesce a catturare la verità di Rosa e regge fieramente sulle sue spalle il peso del film, un film che più di tutto è un viaggio dall'ombra alla luce, un'avventura più accattivante nelle tappe iniziali, imprevedibile nella fase intermedia e perfino po’ bizzarra, forse meno avvincente nelle ultime battute.



  • Giornalista specializzata in interviste
  • Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali
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