Ricordi?: la recensione del ritorno di Valerio Mieli con Luca Marinelli visto al Festival di Venezia 2018
Una storia d'amore vissuta e ricordata attraverso continui ricordi.
“Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi”, diceva Cesare Pavese. Una frase che viene in mente immergendosi nella visione del nuovo film di Valerio Mieli, Ricordi?, che arriva a nove di distanza dal promettente esordio Dieci inverni. Ancora una storia d’amore, questa volta segnata da un’immersione soggettiva che ce la racconta sempre diversa, e soprattutto vissuta con continue proiezioni e immagini che rimandano ad altro, a un passato, a un emozione suscitata da un luogo, un odore, una sensazione.
Fin dal primo momento siamo condotti all’interno di quella che potremmo definire una soggettiva emozionale del personaggio, non collegata ai suoi occhi, a quello che vede in quel momento, ma alla sua parte più interiore ed emotiva, a quello che vive, sempre in movimento, coinvolgendo tutti i sensi. Un puzzle indifferente alla linearità cronologica come 500 giorni insieme, che si compone e scompone come in Se mi lasci ti cancello, pur raccontando di una coppia che deve fare i conti comunque con i propri ricordi, senza poterli disperdere nel tempo.
Un ambizioso viaggio emotivo in cui lasciarsi trascinare, ricostruito con un flusso visivo davvero mirabile da Mieli, che delinea un uomo malinconico ai limiti della depressione, ma aiutato dall'ironia, capace di vedere l’inizio della storia d'amore più che altro come il principio di un'inevitabile fine, e una donna allegra ai limiti della purezza, incontaminata. Ma la vita di coppia è un virus che modifica e contamina, e negli anni lui e lei, i cui nomi ignoriamo, attraversano le fasi inevitabili di ogni rapporto sentimentale: la febbre sessuale dell’innamoramento, il consolidamento dato dalla convivenza e dalle responsabilità che da individuali si fanno reciproche, la stanchezza e la crisi, per non parlare dello scambio dei ruoli, che porta il cupo ad acquisire leggerezza e viceversa. Insomma, la consueta 'ronde' che Mieli riesce a rendere appassionante provando a giocare con il tempo, come aveva fatto in Dieci inverni, ma anche con la forma cinematografica, lavorando sulla ripetizione e la rievocazione continua, senza mai annoiare, e maneggiando con grande sensibilità ingredienti pericolosi come la nostalgia e un romanticismo a tratti struggente.
Se Luca Marinelli conferma le sue grandi qualità, la sorpresa è Linda Caridi, capace di passare dal candore fanciullesco alla maturità e alla spietatezza senza perdere in credibilità. Ricordi? è un film sulla memoria, sui luoghi che segnano la nostra vita e senza che ce ne accorgiamo diventano bombe nostalgiche, immutabili evocatori del tempo che passa. Ogni storia d’amore è felice o il suo contrario, a seconda del periodo in cui la viviamo o la evochiamo, il tentativo è di far pace con il fatto che neanche il nostro passato è chiuso in un cassetto, ma viene costantemente percepito in maniera diversa a causa dell’influenza del tempo che passa.
In questo senso l’ambizione di Mieli è di rendere Ricordi? la storia di tutte le storie d’amore, in cui rievocare emozioni e fallimenti, il passato e il futuro. Riesce a farlo senza compiacimento, se non qualche finale di troppo, consolidando una voce originale del nostro cinema, così spesso privo di ambizione e voglia di mettersi in gioco; la speranza è di non dover aspettare ancora nove anni per vedere un suo nuovo film.
- critico e giornalista cinematografico
- intervistatore seriale non pentito