Quando meno te lo aspetti - la recensione della commedia di Agnes Jaoui
Gli autori de Il gusto degli altri risivitano finemente il mondo delle fiabe attualizzandone i personaggi
Poi arriva il nuovo film di Agnès Jaoui e Jean-Pierre Bacri e ci si ricorda che esiste un cinema fatto di storie normali, che potrebbero essere quelle dei vicini di casa se non di casa di nostra. Estratti di vite comuni romanzate quel poco che basta per lasciare aperto lo spiraglio della fantasia di noi spettatori, quello spiraglio che ci spinge a chiuderci in una sala buia e assistere ad un evento magico: una storia che viene raccontata. Succede al cinema, succede con i libri, succede quando qualcuno si siede sul bordo del letto e inizia a narrare.
Dalle celebri fiabe tutt’oggi raccontate ai bambini, più precisamente dagli stereotipi che esse propongono, Jaoui e Bacri hanno preso spunto per costruire la trama di Quando meno te lo aspetti. Il mondo è in costate evoluzione, il ruolo della donna è cambiato molto, ma Biancaneve, Cappuccetto Rosso, Cenerentola, Pinocchio offrono modelli inalterati, desueti, capaci però di insinuarsi nell’inconscio del pubblico giovane. Era necessaria una rilettura, secondo la regista, che ne aggiornasse le modalità di ricezione. I personaggi del film sono creati su base speculare rispetto a quei modelli attualizzandone paure, ansie, speranze.
Il Principe Azzurro è un ragazzo insicuro, balbuziente e un po’ imbranato. Ambisce a qualcosa di importante nella vita, altrimenti non avrebbe scelto la tortuosa strada del compositore musicale, ed è lui a perdere una scarpa poco prima di mezzanotte ad un rave party. È innamorato di Cappuccetto Rosso, una ragazza dai capelli fulvi, una sognatrice che si lascia sedurre da un critico musicale di mezz’età, egoista e disilluso, il cui nome Wolff lascia intendere a chi si riferisca. La madre della ragazza è nientemeno che la strega, rifatta chirurgicamente da capo a piedi. La paura della vecchiaia è senza tempo.
Confezionato con l’abituale finezza nella scrittura che i due autori posseggono, il film eleva i ritmi blandi ai quali il cinema commerciale ci ha disabituato, a virtù di cui esser fieri. Ci si riscopre piacevolmente ghiotti di storie semplici, narrate con ironia e che possano farci sentire non solo partecipi ma complici. Come se noi stessi, con le nostre paure, ansie e speranze, le avessimo ispirate.
- Giornalista cinematografico
- Copywriter e autore di format TV/Web