Night Moves - la recensione del film di Kelly Reichardt
Basato su fatti realmente accaduti, e raccontato con uno stile solo apparentemente cronachistico, Night Moves è un film che parla di qualcosa di più di un attentato ecoterroristico e di quel che è accaduto dopo ai suoi perpetratori.
Basato su fatti realmente accaduti, e raccontato con uno stile solo apparentemente cronachistico, Night Moves è un film che parla di qualcosa di più di un attentato ecoterroristico e di quel che è accaduto dopo ai suoi perpetratori.
Con la forza ruvida e iconoclasta della migliore New Hollywood, Kelly Reichardt mette le nuove generazioni di fronte a due questioni tornate di prepotente attualità: il velleitarismo del pur sano utopismo e la sottovalutazione, se non proprio la rimozione, dell’idea e del concetto di responsabilità.
Night Moves è teso come un thriller, un thriller di cui si conosce già l’esito e che si permette il lusso di chiudere su un non finale, lasciando sospesi, passando la patata bollente della prosecuzione ideale a uno spettatore sempre sottilmente invitato all’empatia con il personaggio chiave, quello di un Jesse Eisenberg silenzioso ed espressivo.
Perché, si parli di ambientalismo o di qualsiasi altro tema caldo e importante del nostro tempo, la dolenza interiore e dell’atto di quel protagonista, la sua determinazione mista a dubbio e paranoia, la successiva crisi di coscienza e la sua brutale risoluzione/rimozione sono questioni che riguardano tutti noi.
La Reichardt lascia ben poco spazio all’ottimismo, in questo film. Niente, in Night Moves, nemmeno quella natura che i suoi attori sembrano voler proteggere e tutelare con mezzi tanto estremi, sembra poter offrire speranza o consolazione i tanti dilemmi che affliggono loro e tutti noi. Su tutti, forse, la difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo, di un’inquietudine che spinge a forme ribellistiche palesemente, e dall’origine, fini a sé stesse. E, di conseguenza, la difficoltà di accettare la responsabilità dei propri gesti, perfino del proprio pensiero.
Con uno stile asciutto ed essenziale, plumbeo nelle tonalità tanto quanto nei toni, Kelly Reichardt è in grado di esaltare l’introspezione psicologica attraverso i silenzi e i dettagli, annegandola nell’assoluta linearità narrativa narrativa di Night Moves che non allude, non ammicca, non azzarda metafore né tantomeno simbolismi.
E ci lascia addosso un disagio paranoide per il quale non basta guardarsi indietro, in uno specchio, per superare il fallimento di un ideale che è tutto sulle nostre spalle.
- Critico e giornalista cinematografico
- Programmatore di festival