Nebraska - la recensione del film di Alexander Payne
Com’è carino, il cinema di Alexander Payne. Com’è perfettino, ben pettinato, tenero e capace di suonare le note giuste al momento giusto. Così è sempre stato, e così è anche con Nebraska, road movie geriatrico

Com’è carino, il cinema di Alexander Payne. Com’è perfettino, ben pettinato, tenero e capace di suonare le note giuste al momento giusto. Così è sempre stato, e così è anche con Nebraska, road movie geriatrico che racconta del viaggio di un figlio che guida attraverso due stati per accontentare il vecchio padre convinto di aver vinto un milione di dollari e invece vittima di una banale trovata pubblicitaria.
E quindi, come quelli che lo hanno preceduto, anche Nebraska è un film con tutte le sue cosine al posto giusto, con il bianco e nero evocativo, con le chitarrine country che risuonano, con la regia pulita e minimalista e la scrittura witty e a prova di bomba.
Perfino ciò di cui il film parla risponde a praticamente tutti i requisti richiestigli dal suo pubblico di riferimento: la vecchiaia e la malattia, la famiglia e le sue contraddizioni, la nostalgia per il passato e l’ansia per una vita al termine, il recupero della dimensione di figlio e della figura di un padre. E al momento giusto arrivano puntuali le stimolazioni al riso come quelle alla lacrima.
È un film impeccabile allora, Nebraska? Se per impeccabile significa calcolato col bilancino e realizzato con uno stampino che non ammette sbavature, sì. Ma quell’impeccabilità lì, allora, fa anche rima con prevedibilità.
Forse il lavoro più compiuto di Payne fino a questo momento, il più gradevole, Nebraska è anche un film che viaggia su due binari che viaggiano dritti verso un orizzonte noto, senza uno scarto, senza una sorpresa, senza un sobbalzo. Sulle stesse strade dritte e pianeggianti, attraverso gli stessi panorami regolari e ripetitivi lungo i quali ci accompagnano i protagonisti.
Di conseguenza, anche le emozioni che il regista vorrebbe suscitare sono calmierate e livellate.
Brutto, Nebraska di certo non è. Nebraska è carino.
È il film che si presenta senza patemi ai genitori, che magari si apprezza anche sul momento, che regala certezze borderline con la noia, ma per il quale non si perderà mai la testa con la pancia e con il cuore come per il cinema più irregolare e conflittuale.
- Critico e giornalista cinematografico
- Programmatore di festival