Metti la nonna in freezer: recensione della black comedy con Fabio De Luigi, Miriam Leone e un cadavere congelato

14 marzo 2018
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Un brillante film sotto ogni aspetto: regia, sceneggiatura, interpretazioni. Bravi tutti.

Metti la nonna in freezer: recensione della black comedy con Fabio De Luigi, Miriam Leone e un cadavere congelato

Il giudizio più diffuso tra gli spettatori italiani dopo aver visto un film è “carino”, accompagnato da una smorfia con labbra all’ingiù e sopracciglia alzate, un’espressione volta a significare “ti fai due risate e non ti penti di aver pagato il biglietto”. È un commento che in parte riflette lo scopo che molte commedie italiane si prefiggono, quindi è importante che il “carino” di Metti la nonna in freezer non resti una valutazione superficiale e venga accompagnato da un largo sorriso.

Questa commedia nera, neanche troppo nera per la verità ma per i nostri standard lo è, regala a chi la vede un grande senso di soddisfazione per svariate ragioni. Per prima cosa è diretta a quattro mani da due registi poco più che trentenni, Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, che conoscono bene il territorio dal quale tenersi lontani. La loro regia è fresca, vivace, ricca di spunti e citazioni di matrice anglo-americana, che asseconda la storia con uno sguardo originale. La pressoché perfetta sceneggiatura di Fabio Bonifacci non temporeggia mai, lasciando che ogni scena conduca alla successiva tra battute, humour nero e un filo di suspense che non guasta.

Fabio De Luigi è un irreprensibile e innamorato maresciallo dei finanzieri, una parte che gli permette di rivelare nuove sfumature di sé rispetto ai personaggi che in precedenza ha portato al cinema. Bravo. Lucia Ocone e Marina Rocco sono irresistibili come complici del crimine, il congelamento della defunta nonna per poter continuare a percepirne la pensione. La co-protagonista Miriam Leone non è nuova al genere brillante e in questo film spicca un balzo in avanti, colorando con l’istinto il suo personaggio, sempre in bilico tra ironia, romanticismo e farsa. Una lode spetta anche alla nonna quando è viva, interpretata da Barbara Bouchet, quando è morta, interpretata da un manichino del reparto effetti speciali, e a Eros Pagni che è l'indimenticabile Augusto di Bordighera.

Le regole del gioco entro le quali Metti la nonna in freezer si muove sono affidabili ed è il rispetto delle stesse da parte degli autori a garantirne la tenuta. Fino alla fine la narrazione scorre fluida e le sterzate della storia emergono in modo naturale. Siccome lo spunto del film arriva da un reale fatto di cronaca, c’è anche spazio per leggere tra le righe che onestà e disonestà sono sempre in un equilibrio traballante. Magari all’origine non ci sono cattive intenzioni, perché qui siamo tra il popolo che tira avanti con uno stipendio e vorrebbe rigare dritto, ma non ce la fa e forse, congelare la defunta nonna tra i tortellini e la lasagna, è una truffa allo Stato meno grave di un politico che ruba. E comunque, non fatelo a casa vostra.



  • Giornalista cinematografico
  • Copywriter e autore di format TV/Web
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