Marfa Girl - la recensione del film di Larry Clark
Pur concedendo qualcosa in più a struttura e contenuti, comunque opinabili, Larry Clark si conferma regista voyeuristico e dalla fotografica superficialità.
Sono passati dieci anni da Ken Park, ennesimo film scandalo di Larry Clark che fu tra i protagonisti del Festival di Venezia 2003.
Dieci anni che non sembrano aver intaccato la testarda idea di cinema del controverso regista americano.
Ambientato nella città texana di confine che gli dà il titolo, polo artistico alternativo piuttosto noto, Marfa Girl racconta di adolescenti alle prese con il loro risveglio sessuale, madri new age, ventenni artiste che teorizzano e praticano l’amore libero con ogni chicano che gli capiti a tiro, skaters, stoners, giovani mamme single, guardie di confine psicotiche e/o frustrate, insegnanti bendisposte, guaritrici messicane.
Ma se i soggetti che Clark inquadra con il suo obiettivo possono essere (vagamente) diversi da quelli dei suoi film precedenti, non cambia l’attitudine voyeuristica e morbosa del regista.
Vero è, in qualche modo, che Marfa Girl risulta vagamente più eleborato sul piano narrativo e contenutistico dei film che l’hanno preceduto nella carriera del suo autore, ma anche che questa maggiore struttura non riesce comunque a nascondere la superficialità puramente fotografica di Clark.
Utilizzando Marfa come luogo simbolo di un incrocio (im)possibile tra tendenze, razze, culture e attitudini, e chiudendo sulla violenta soppressione di quella deviante, in quel luogo ma in senso lato in tutti gli States, Clark ragiona con scarsa capacità d’approfondimento, schemi mentali piuttosto invecchiati, traendo conclusioni opinabili.
E allora il suo film vive solo dell’entusiasmo ambiguo che dimostra nella messa in scena dei corpi nudi solo fisicamente e assai poco metaforicamente, e nella ripresa costante della sessualità adolescenziale e giovanile, mentre i raccordi di vita quotidiana dimostrano una statica anemia.
Con Marfa Girl, Clark si conferma solo fotografo ambiguo, un Terry Richardson del cinema indipendente. Un cinema indipendente che, però, dagli anni del già discutibile Kids, è cresciuto, si è trasformato, modificato; senza che Clark sia stato in grado di rendersene conto e tenere il passo.
- Critico e giornalista cinematografico
- Programmatore di festival