Le donne al balcone: la recensione del sorprendente film di e con Noémie Merlant

14 marzo 2025
3.5 di 5

Un secondo film sfrenato e militante per Noémie Merlant, divertente opera rock femminista sulla sorellanza e sulla libertà di scegliere del proprio corpo e sul sesso. La recensione di Mauro Donzelli di Le donne al balcone.

Le donne al balcone: la recensione del sorprendente film di e con Noémie Merlant

Estate torrida, in un condominio di Marsiglia. Tre giovani inquiline e amiche cercano sollievo dall’opprimente caldo e dalle piccole e grandi angustie della loro quotidianità dando un’occhiata complice e divertita a un vicino di fronte particolarmente attraente. È il primo passo in cui ci intrufoliamo nell’universo carico di colori e parole, divertito e sovreccitato de Le donne al balcone, in cui Noémie Merlant dirige il secondo film e si ritaglia il ruolo di un’attrice insicura e piene di ansie, Élise, che si aggira ancora con la parrucca bionda da Marilyn usata per girare “un brutto telefilm”, perennemente in cerca di tregua dal fidanzato parigino che la cerca sempre al telefono. Insieme a lei ci sono Nicole (Sanda Codreanu), scrittrice sognatrice ma timida, e la camgirl Ruby (Souheila Yacoub), sfrontata e ribelle, libera e apparentemente consapevole di sé. In realtà in comune hanno l’insicurezza imposta dai geni di una società che ritaglia sempre un ruolo imposto alla donna, circondate da maschi predatori e poco pronti a chiedere conto delle loro libertà durante interazioni più o meno intime.

Una serata si elettrizza quando cominciano a scambiarsi messaggi col vicino che le invita a casa a tarda sera nel suo loft da fotografo di moda, Don Giovanni da manuale del maschio compiaciuto e convinto di avere stile. Da quando metteranno piede in casa le cose prenderanno una piega sorprendente e delirante, dopo una sequenza alla Fuori orario horror, in un susseguirsi di colpi di scena sospesi fra ogni genere possibile, incastrando con sapienza, in una sceneggiatura scritta dalla regista insieme a Célie Sciamma, una serie di spassose scene, perfino con momenti gore. Il percorso per uscire da una serie di guai diventa metafora di quello secolare in cerca della libertà della donna, sognando che possa giungere a positiva conclusione, almeno nel film, grazie all’aiutarsi fra “sorelle”, in una catartica notte di pioggia che libera un vento fresco a sollevare dall’oppressione del giorno lasciato alle spalle.

È infatti prima di tutto una storia di sorellanza, quella de Le donne al balcone, che ha il pregio di fregarsene delle pesantezze ideologiche vecchie e inutili per cavalcare l’elettricità di un’opera punk che distrugge il “maschio” che è immerso nella violenza di genere senza rendersene conto, fino a renderlo fantasmatica presenza/assenza, letteralmente evirato. Incubi del passato e del presente sono affrontati con crescente consapevolezza di sé (che sia questo il segreto?), passando dal trionfo di colori e vitalità gioiosa di una prima parte che echeggia l’Almodóvar più selvaggio degli inizi e giungendo a una cruenta resa dei conti che dialoga con gli spiriti con umoristiche deviazioni thriller.

Passando per una scena esilarante, ma allo stesso tempo di una cristallina forza politica, in cui Ruby risponde al tentivo goffo (e diremmo archetipico) del cassiere di un negozio (in cui tra l’altro vanno a comprare il necessario per fare a pezzi un cadavere) di approccio sessuale. La più sfacciata delle tre lo inchioda con un monologo sui genitali maschili pacchianamente esterni al corpo, al contrario di quelli femminili “tempio sacro", e "non ti presenti in un luogo così privato, a casa di qualcuno, senza nemmeno chiedere permesso o bussare”.

Spietato senza censurarsi, Le donne al balcone è immaginifico punk femminista a mano armata sulla liberazione dalle insicurezze e la rivendicazione di un libero relazionarsi con il proprio corpo e con gli altri. Traboccante visivamente e narrativamente ma senza perdere una sua delirante coerenza ritmica e una lucida consapevolezza degli strumenti del racconto cinematografico. Insieme alle sorelle sul balcone, pronte a scendere e pretendere scelta e rispetto.



  • critico e giornalista cinematografico
  • intervistatore seriale non pentito
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