L'ultima tentazione di Cristo, film diretto da Martin Scorsese, è la storia di Gesù (Willem Dafoe) che vive il rapporto con l'Eterno in maniera del tutto anticonvezionale, quasi persecutoria. Ciò che desidera l’uomo, infatti, è vivere come tutti gli altri, senza dover essere necessariamente il messia di nessuno. Per questo decide di costruire croci per i Romani e di cominciare il suo pellegrinaggio senza una meta precisa. Per prima visita Maria Maddalena (Barbara Hershey), una prostituta bella e avvenente alla quale riesce a resistere. Poi si reca nella confraternita degli Esseni e inizia una lunga conversazione con il Maestro (Roberts Blossom), che però in realtà è morto. Gesù allora comprende appieno quale sia il suo scopo, e convince Giuda Iscariota (Harvey Keitel) a seguirlo portando con sé anche i primi discepoli, facendosi battezzare da Giovanni Battista (Andre Gregory). Durante il viaggio nel deserto si trova a dover affrontare le tentazioni che Satana gli invia: prima il serpente, poi il leone e, alla fine, il fuoco.
Dopo aver superato tutti questi ostacoli, il suo percorso continua compiendo alcuni miracoli, salvando Maria Maddalena dalla lapidazione e pronunciando il fatidico discorso della Montagna.
Sebbene Gesù continui ad avere parecchi dubbi sul suo destino, sa bene il sacrificio che lo aspetta: così chiede a Giuda di tradirlo per farsi consegnare nelle mani di Ponzio Pilato (David Bowie), che lo condanna a morte. Durante la crocifissione, però, l’uomo vede un angelo che gli dice di essere lì per portarlo in salvo. Una volta liberato, il messia può vivere come una persona comune e sposare Maddalena che, tuttavia, muore dopo essere rimasta incinta. Dopo la sua dipartita, l’uomo decide di prendere in moglie Marta di Betania (Peggy Gormley), la sorella di Lazzaro (Tomas Arana), con cui finalmente riesce a mettere su famiglia. Tutto cambia, però, dopo il suo incontro un giorno con Paolo di Tarso (Harry Dean Stanton)…
"Intendiamoci: sebbene centosessanta minuti siano troppi, la pellicola ha una sua prestanza spettacolare, ma appunto nei limiti dei quadri di genere che prevedono un'armonica collocazione delle figure nello spazio sullo sfondo di cieli azzurri, scenografie molto intese a valorizzare gli aridi paesaggi e il folclore, musiche esotiche e cori celestiali, con in più, stavolta, una Barbara Herghey (la provocante Maddalena) chiamata a lasciare intravedere qualcosa fra i veli per giustificare l'accusa di oscenità, del tutto infondata ma utile alla campagna pubblicitaria. Il sapore di fondo del film è detto d'altronde dal prevalere dell'arancione che al momento opportuno stinge nel rosso-sangue: una dominante ricorrente spesso nei colossi pseudorealistici hollywoodiani che puntano sulla poesia. Il biondo miele di Gesù s'intona così benissimo coi tramonti, la sabbia, le marmoree rovine del Tempio, e poi con la porpora delle ferite. Il tragico si scioglie nel Technicolor, e il povero Gesù, dipinto a lungo come un fanatico insicuro, quasi uno schizofrenico, riesce persino a commuoverci con quel "lieto fine" segnato dai rimbombi di luce." (Giovanni Grazzini, 'Il Corriere della Sera', 8 Ottobre 1988)"I difetti. È verbosa, sanguigna, ossessiva come 'Taxi Driver', diluita in un arco di tempo che supera, stancando, le due ore e mezzo. Privilegia il gusto per il sensazionalismo, in pagine, ad esempio, in cui Gesù, parlando ai discepoli del suo cuore, se lo cava sanguinante dal petto, come i guaritori filippini; in altre dove, per rappresentare la resurrezione di Lazzaro, la fa cominciare a sorpresa con un braccio bendato che esce di colpo dalla tomba, citando senza timore del ridicolo la celebre scena della Mummia. Arrivando ad una tale contaminazione di stili da accettare, nella lunga sequenza dell'ultima tentazione, delle scene dove, a parte il legittimo fastidio per un cristiano di vedere Gesù accostato al sesso, si accetta a fatica una specie di teatrino con fondali di cartapesta, difficilmente riconducibile, anche se si tratta di momenti sognati, a quanto si è visto prima. E prima - eccoci ai valori estetici positivi - si è potuto registrare invece qua e là un certo impegno di linguaggio. Nella crocifissione, intanto, in spazi ampi e terribili, nelle citazioni di molta pittura italiana per alcuni episodi di rilievo, nel sapore di verità grezze, ripreso dal Pasolini del 'Vangelo secondo Matteo', cui i personaggi coperti solo di cenci e le ruvide comici sono spesso affidati con un senso di contemporaneità che tende a calare nel presente il passato. Grazie anche ad interpreti che, nella versione originale, recitavano come americani di oggi. Dando, però qui, spazio, tra i meriti, a un difetto: perché Willem Defoe Gesù e Keitel Harvey Giuda facevano più Bronx che non Testi Sacri. Del tutto traditi, comunque, dal film, e non solo in questo." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 7 Ottobre 1988)"'L'ultima tentazione' finisce quando Cristo capisce l'inganno dell'angelo e il rimprovero dei discepoli. Si ritrova sulla croce, accetta il sacrificio. Certo, qui molto è semplificato, ma dovrebbe far discutere i credenti più che la Maddalena (vista nuda di schiena, dietro un velo nel postribolo dove all'inizio lavora) quel Paolo disinvolto, immaginato mentre predica la buona novella: non importa se non ci sei - dice a Cristo - conta il bisogno che la gente aveva di te. Ma l'eresia nel romanzo e nel film non si compie, poiché Cristo accetta di esserci. L'abbiamo detto da Venezia, si può discutere sull'ortodossia di Scorsese (se vogliamo metterla così), ma non si fa un film come questo (senza tanta pubblicità rischiava un magro incasso) se non si è, almeno un poco, religiosi." (Stefano Reggiani, 'La Stampa', 8 Ottobre 1988)
La pellicola è tratta dal romanzo intitolato L'ultima tentazione, scritto da Nikos Kazantzakis e pubblicato postumo nel 1960. Durante la realizzazione il film ha ricevuto moltissime critiche che, addirittura, ne avevano bloccato il progetto agli inizi del 1983. Inizialmente il ruolo di Gesù era stato offerto a Robert De Niro, che rifiutò.
Dopo aver pensato ad Aidan Quinn e a Christopher Walken, la scelta ricadde su Willem Dafoe. La pellicola ha ricevuto una nomination ai Premi Oscar e due candidature ai Golden Globes (entrambi nel 1989).
Il film è tratto dal romanzo "O Teleutaios peirasmos" di Nikos Kazantzakis (Ed. It. Frassinelli).
Attore | Ruolo |
---|---|
Willem Dafoe | Gesù |
Barbara Hershey | Maria Maddalena |
Harvey Keitel | Giuda |
Paul Grego | Filippo lo Zelota |
Steven Shill | Centurione |
Verna Bloom | Maria |
Gary Basaraba | Andrea |
Victor Argo | Pietro |
Michael Been | Giovanni |
Paul Herman | Filippo |
John Lurie | Giacomo |
Leo Burmester | Bartolomeo |
Andre Gregory | Giovanni Battista |
Alan Rosenberg | Tommaso |
David Bowie | Ponzio Pilato |
Randy Danson | Maria, la sorella di Lazzaro |
Peggy Gormley | Marta, la sorella di Lazzaro |
Irvin Kershner | Zebedeo |
Roberts Blossom | Maestro del Tempio |
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