L'invenzione di noi due: la recensione del film sentimentale con Lino Guanciale e Silvia D'Amico

18 luglio 2024
3.5 di 5
823

L'invenzione di noi due è l'adattamento del famoso libro omonimo di Matteo Bussola, che nelle mani di Corrado Ceron diventa un viaggio struggente fra presente e passato con protagonisti Lino Guanciale e Silvia D'Amico. La recensione di Carola Proto.

L'invenzione di noi due: la recensione del film sentimentale con Lino Guanciale e Silvia D'Amico

Com’è difficile parlare d’amore al cinema, specialmente se la storia da raccontare comincia dopo il "vissero felici e contenti" che chiude le favole e le commedie romantiche. Com'è difficile catturare l’attimo in cui si smette di volersi bene e riempire di significato i silenzi di una coppia che passa dall'amarsi con urgenza all'amarsi con pazienza. Com'è difficile, soprattutto, misurarsi con un best seller molto concettuale e dallo stile decisamente poco cinematografico. Se però si inventa una nuova grammatica, trasformando l'adattamento del romanzo in una sua interpretazione, dando una giustificazione visiva a pensieri e lettere e facendo del montaggio una seconda regia, allora il miracolo è compiuto. Nel caso de L'invenzione di noi due, presentato in anteprima al Taormina Film Festival 2024, possiamo dire con tranquillità che il film vince la sfida di cogliere e non tradire lo spirito dell'omonimo libro di Matteo Bussola, che non è soltanto la cronaca di una passione che nasce, si consuma, muore e forse rinasce, ma anche un piccolo dizionario sull'amore, una raccolta di aforismi e consigli da tenere sul comodino e consultare in caso di "pericolo". 

È un film completamente privo di retorica L'invenzione di noi due, che, alternando i piani temporali, da una parte è colorato e sognante come un musical anni cinquanta, dall'altra contiene sequenze realistiche da reportage e squarci di un quotidiano raggelato attraversato da qualche "buongiorno", "io esco", "lascia, faccio io". E se dietro la banalità di queste parole non ci fossero Lino Guanciale e Silvia D'Amico con le tredici versioni della sceneggiatura scritte insieme al regista Corrado Ceron, il film non colpirebbe così al cuore noi spettatori. Come capita che due attori, recitando insieme, non trasmettano niente, allo stesso modo ci sono coppie perfette, attori che si intonano l'uno all'altro senza che sia possibile spiegare perché. Nel caso de L'invenzione di noi due dipende anche dall'incastro delle profonde differenze tra Milo e Nadia, ora malinconica ora esuberante lei, silenzioso, introverso e pratico lui: lui con l’aria da cane bastonato, lui che snocciola pillole di saggezza come: "Le donne lanciano cortine di segnali prima di allontanarsi," lui di cui parliamo un po' di più perché è il punto di vista della narrazione. E proprio per questa ragione la macchina da presa lo pedina e si incolla letteralmente al suo corpo attraverso una telecamera chiamata snorricam. Milo non si rivolge direttamente allo spettatore come Millie Bobby Brown in Enola Holmes o Phoebe Waller-Bridge in Fleabag, ma è chiaro che ci sta dicendo: “Voi siete me”, anzi "voi siete un po’ come me", ed è in quel po’ che è racchiusa la speranza che noi, al contrario di quest'essere fragile e quasi indifeso, riusciremo magari a non lasciar andare l'uomo o la donna della nostra vita e quindi eviteremo di sentire l'odore pungente dell'amore bruciato e divenuto cenere.

Si muove nel labirinto delle scelte di vita giuste e sbagliate L'invenzione di noi due, e non a caso, il film si apre con l'immagine di un labirinto, che è soltanto una delle tante metafore di un'opera che affronta una molteplicità di temi, a cominciare dalle maschere che indossiamo e del tempo che passa inesorabile, alimentando la frustrazione che nasce dalla consapevolezza di non essere stati le persone che volevamo diventare. Ma dove il romanzo di Bussola e il film di Ceron diventano più sottili e più veri, e perciò amari, è nel riconoscere l'inizio della fine nell'istante in cui vediamo nell'altro il fallimento, sia esso umano o professionale. Come i bambini perdono l'innocenza o cominciano a diventare adulti quando un genitore li delude, cessando di essere il loro eroe, così gli innamorati smettono di guardarsi attraverso occhiali colorati di rosa nel momento nel quale la stima viene meno.

Torniamo alle metafore. Ne L'invenzione di noi due, il frigorifero di Milo e Nadia è pieno di tupperware con gli avanzi delle pietanze che Milo cucina per il ristorante in cui lavora. I contenitori potrebbero significare il tentativo di inscatolare ricordi felici o anche l'impossibilità di uscire dai vecchi schemi e di trovare nuove strade per il sentimento. Quale che sia la corretta interpretazione, in ogni caso c’è una chiusura, una costrizione, e questa costrizione spiega perché Nadia, che è una scrittrice, non riesce a concludere il romanzo a cui lavora da tempo immemore. Attraverso il suo cammino claudicante, il film si addentra dunque nella spinosa questione della creazione artistica, che è possibile solo quando le nostre azioni riflettono i nostri bisogni e lo spirito corre libero. Vedete quanti strati ha L’invenzione di noi due?

Abbiamo già detto che il film di Corrado Ceron non sarebbe così intenso, pur nella sua delicatezza, senza Lino Guanciale e Silvia D’Amico, che hanno costruito insieme i personaggi e che si sono intonati anche ai paradigmi delle storie d'amore. Ciò non toglie che, ascoltando le loro voci e i loro pensieri, venga da pensare che l’unica cosa che forse si può rimproverare a L’invenzione di noi due è un'eccessiva letterarietà nei dialoghi, qualche citazione di troppo e alcune frasi da biscotto della fortuna. Ce n'è una che ci piace però ricordare, e cioè: "Non esiste l’uomo giusto o la donna giusta, è meglio cercare le cose giuste nell'uomo sbagliato o nella donna sbagliata”. Sono parole molto belle, in cui si legge che una relazione è come una pianta, che ha bisogno della giusta quantità di acqua e della giusta luce. Fra Milo e Nadia, lei potrebbe essere la luce e lui l’acqua, e sono necessari entrambi. E’ un po’ quello che canta Ivano Fossati ne "La costruzione di un amore", brano meraviglioso e struggente che a un certo punto fa così:

La costruzione di un amore
Spezza le vene delle man
Mescola il sangue col sudore
Se te ne rimane
La costruzione di un amore
Non ripaga del dolore
È come un altare di sabbia
In riva al mare



  • Giornalista specializzata in interviste
  • Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali
Suggerisci una correzione per la recensione
Palinsesto di tutti i film in programmazione attualmente nei cinema, con informazioni, orari e sale.
Trova i migliori Film e Serie TV disponibili sulle principali piattaforme di streaming legale.
I Programmi in tv ora in diretta, la guida completa di tutti i canali televisi del palinsesto.
Piattaforme Streaming
Netflix
Amazon Prime Video
Disney+
NOW
Infinity+
CHILI
TIMVision
Apple Itunes
Google Play
RaiPlay
Rakuten TV
Paramount+
lascia un commento